◉ ARCHEOLOGIA

A Gela una necropoli greca diventa museo a cielo aperto

La scoperta casuale durante i lavori per la posa della fibra ottica ha portato alla luce un importante sito del VI secolo avanti Cristo. Oggi, grazie a un innovativo progetto di musealizzazione, via Di Bartolo si trasforma in un percorso archeologico unico, con sepolture visibili attraverso una pavimentazione in vetro

di Marco Russo

29 Luglio 2025

Una scoperta casuale che si è rivelata una straordinaria finestra sul passato. Nel centro di Gela, in via Di Bartolo, durante i lavori di Open Fiber, è emersa una necropoli greca di età arcaica, perfettamente conservata e risalente al VI secolo avanti Cristo. Un ritrovamento eccezionale che ha portato alla nascita di un museo a cielo aperto, un nuovo gioiello archeologico nel centro storico della città.

Dalla fibra ottica alla storia antica: la scoperta

Una delle sepolture ritrovate durante gli scavi

Grazie alle indagini di archeologia preventiva, condotte sotto la direzione scientifica della Soprintendenza ai Beni Culturali di Caltanissetta, è stato possibile salvaguardare e studiare il sito prima che i lavori proseguissero. Ciò che è emerso ha superato ogni aspettativa: un tratto intatto di necropoli con 16 sepolture disposte su due livelli, molte delle quali dedicate a bambini.

Tra le tombe più significative spiccano quelle a enchytrismós, una pratica funeraria in cui i defunti più piccoli venivano deposti all’interno di anfore. Un reperto particolarmente commovente è una trottola in ceramica, rinvenuta accanto a un bambino, testimonianza di un gioco antico che diventa simbolo della brevità della vita.

Le analisi antropologiche hanno rivelato che in questo angolo di necropoli riposavano i resti di un adulto di circa 35 anni, due adolescenti, quattro neonati e un bambino di tre anni. Gli archeologi ipotizzano che si trattasse di uno spazio riservato a una singola famiglia o a un piccolo gruppo sociale, offrendo uno spaccato intimo della vita e della morte nella Gela greca.

Un museo sotto i piedi: la valorizzazione del sito

La copertura in vetro degli scavi

L’intervento, interamente finanziato da Open Fiber, ha trasformato l’area in un percorso museale permanente. Il tratto di strada è stato pedonalizzato e dotato di una grande lastra di vetro calpestabile, che permette ai visitatori di osservare dall’alto le antiche sepolture senza comprometterne l’integrità.

“Un ritrovamento straordinario – ha dichiarato l’assessore ai Beni Culturali, Francesco Paolo Scarpinato – che ha trasformato un cantiere in un’occasione unica di valorizzazione. La Sicilia continua a svelare il suo passato, regalandoci nuove storie da raccontare”. Daniela Vullo, soprintendente di Caltanissetta, ha sottolineato l’importanza dell’archeologia preventiva: “Ancora una volta, Gela ci sorprende. La musealizzazione di questa necropoli segna un nuovo passo nella tutela e nella fruizione pubblica del nostro patrimonio”.

Gela, una città che vive sopra la storia

L’inaugurazione del museo di via Di Bartolo

Questa scoperta si aggiunge a una serie di ritrovamenti che confermano Gela come uno dei siti archeologici più ricchi del Mediterraneo. Fondata nel 689 avanti Cristo da coloni rodio-cretesi, la città fu un importante centro della Magna Grecia, e oggi il suo sottosuolo continua a restituire tesori. Il nuovo museo a cielo aperto di via Di Bartolo non è solo un’attrazione per turisti e appassionati, ma un monumento alla memoria collettiva, che lega il presente della città al suo glorioso passato. Un esempio virtuoso di come tecnologia, archeologia e urbanistica possano convivere, trasformando una scoperta casuale in un patrimonio per tutti.