A Taormina in mostra i capolavori dei conventi Cappuccini
A Palazzo Ciampoli una trentina di capolavori poco conosciuti, a volte inediti, provenienti da eremi, conventi di montagna, musei e magazzini. Anche una sezione libraria con rari volumi di teologia, filosofia e medicina
15 Giugno 2022
A Palazzo Ciampoli una trentina di capolavori poco conosciuti, a volte inediti, provenienti da eremi, conventi di montagna, musei e magazzini. Anche una sezione libraria con rari volumi di teologia, filosofia e medicina
di RedazioneUna trentina di opere in mostra, tra cui cinque grandi pale d’altare, che provengono dalle chiese cappuccine di alcuni centri collinari della Sicilia nordorientale e dall’entroterra etneo. Si possono ammirare a Taormina, nelle sale di Palazzo Ciampoli, dove è stata inaugurata mostra “Umiltà e splendore. L’arte nei conventi cappuccini del Valdemone tra Controriforma e Barocco”, organizzata e prodotta dal Parco archeologico Naxos Taormina in collaborazione con la Soprintendenza dei Beni Culturali di Messina, cui è affidata la responsabilità scientifica della mostra, e promossa dalla Provincia dei Frati Minori Cappuccini di Messina e dall’associazione Intervolumina.
Per la prima volta, si potranno apprezzare con un approccio ravvicinato queste opere straordinarie, solitamente visibili a distanza e con l’inevitabile filtro di altari e tabernacoli lignei che ne impediscono una visione integrale. Tra le tele eseguite da artisti di fama internazionale per i cappuccini del Valdemone, grazie alla mediazione dei generali dell’Ordine e alla munificenza del ceto aristocratico siciliano, spiccano la preziosa Madonna degli Angeli con San Francesco e Santa Chiara, dipinta da Scipione Pulzone nel 1588 per la chiesa di Mistretta, opera cruciale per i contenuti della manifestazione e modello iconografico che incarna i dettami della Controriforma, e la scenografica Trasfigurazione realizzata per i Cappuccini di Randazzo, nella prima metà del Seicento, dal pittore parmense Giovanni Lanfranco, tra i più noti esponenti della pittura barocca italiana.Si segnala, inoltre, il caso della Madonna degli angeli e santi francescani del Convento di Pettineo, realizzata nel 1722 dal pittore fiammingo Guglielmo Borremans e restituita al pubblico dopo un lungo restauro che – per la gioia degli studiosi – ha svelato anche la firma autografa e la data di realizzazione sinora nascoste dalla imponente cornice.Le sezioni della mostra, curata dalla storica dell’arte Stefania Lanuzza, sono quattro: le prime tre scandite da scelte iconografiche caldeggiate dall’Ordine (la natura umana e divina di Cristo; la Madonna degli Angeli; figure di santi e sante cari ai frati cappuccini siciliani: San Francesco, Santa Caterina d’Alessandria e poi le popolarissime Sant’Agata e Santa Lucia); la quarta sezione è dedicata ai frati Umile e Feliciano da Messina, al secolo rispettivamente Jacopo Imperatrice e Domenico Guargena: entrambi frati cappuccini ma con una formazione artistica di alto spessore essendo cresciuti nelle botteghe del pittore caravaggesco Alonso Rodriquez e del fiammingo Abramo Casembrot, maestri indiscussi della pittura del Seicento a Messina. In mostra anche una preziosa selezione di volumi appartenenti al fondo antico della Biblioteca dei Cappuccini di Messina e coevi ai materiali artistici.In occasione dell’inaugurazione, dopo i saluti in video dell’assessore regionale ai Beni Culturali, Alberto Samonà, e della direttrice del Parco, Gabriella Tigano, sono intervenuti presenti Mirella Vinci, soprintendente ai Beni Culturali di Messina; il sindaco di Taormina, Mario Bolognari; padre Luigi Saladdino, ministro provinciale dei Frati Minori Cappuccini di Messina, e Giuseppe Lipari, presidente dell’associazione culturale “Intervolùmina”, che ha curato la sezione bibliografica della mostra dove sono esposti volumi del Seicento, testi di teologia e filosofia, vite dei santi ma anche rari testi di medicina e fisica.La mostra, a ingresso gratuito, è visitabile fino al 14 settembre ed è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 19.