Una nuova luce illumina l’arte di Antonello da Messina. Visti uno accanto all’altro, i suoi capolavori sembrano tessere un dialogo a tratti segreto, in altri casi più aperto, che sintetizza la vita di uno dei più enigmatici artisti del Rinascimento. Sono tantissime, quasi la metà della sua produzione, le opere di Antonello, provenienti da diverse sedi museali, che si potranno ammirare da domani al 10 febbraio prossimo, nelle sale della Galleria regionale di Palazzo Abatellis, a Palermo.La mostra presentata questa mattina ed inserita tra gli eventi di punta di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, è curata da Giovanni Carlo Federico Villa, che ha già lavorato alla celebre mostra-evento del 2006 alle Scuderie del Quirinale. L’allestimento è sviluppato cronologicamente, mettendo in risalto la centralità della Sicilia nel Mediterraneo e riunendo per la prima volta alcuni dei maggiori capolavori dell’artista messinese. A partire dall’Annunciata, che fa da padrona di casa, insieme alle cuspidi del polittico che raffigurano San Gregorio, Sant’Agostino e San Girolamo, la mostra svela, opera per opera, l’arte di Antonello, collocandola nel contesto culturale e sociale del Mediterraneo, anche grazie ad un’audioguida con cui il curatore accompagna i visitatori alla scoperta dei segreti stilistici del pittore messinese.

Il Polittico di San Gregorio
Così,
dagli Uffizi di Firenze è arrivato il trittico con la Madonna con Bambino,
il San Giovanni evangelista acquistati dall’allora ministro dei Beni Culturali Antonio Paolucci nel 1996 e
il San Benedetto che la Regione Lombardia ha acquistato tramite Finarte nel 1995, oggi in deposito nel museo fiorentino. Dalla Pinacoteca Malaspina di Pavia, fa bella mostra di sé il “
ritratto di giovane gentiluomo” (a lungo considerato il suo vero volto) trafugato dal museo nella notte fra il 10 e l’11 maggio 1970 e recuperato sette anni dopo dal Nucleo di Tutela Patrimonio culturale dei carabinieri. C’è poi un altro famoso ritratto,
quello dell'”ignoto marinaio” custodito al Mandralisca di Cefalù e, ancora, dal museo nazionale di Sibiu, in Romania, la
Crocifissione.Capitolo a parte spetta alle
opere arrivate, tra le polemiche, dall’altro capo della Sicilia. A partire dall’
Annunciazione, custodita nella Galleria regionale di Palazzo Bellomo, a Siracusa, che fino a ieri sembrava non dovesse far parte della mostra, per arrivare al
Polittico di San Gregorio del Museo regionale di Messina. Le istituzioni si sono opposte vigorosamente al prestito delle opere di Antonello, sia per il “vuoto” lasciato nei loro musei durante le festività, sia per timore che il trasporto potesse danneggiarle, data la loro fragilità. Ma alla fine, le opere sono arrivate sane e salve a Palazzo Abatellis, dove sono ancora attesi due piccoli quadri,
il San Girolamo Penitente e la Visita dei tre angeli ad Abramo, in arrivo la prossima settimana dal
Museo Civico di Reggio Calabria.

Da sinistra, Evelina De Castro, Eike Schmidt, Vittorio Sgarbi, Sebastiano Tusa, Giovanni Carlo Federico Villa e Leoluca Orlando
Questa mattina all’inaugurazione della mostra, organizzata dall’assessorato e dal dipartimento regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, e da MondoMostre, con il Comune di Palermo, sono stati presenti, tra gli altri, l’assessore regionale ai Beni Culturali,
Sebastiano Tusa, il sindaco
Leoluca Orlando, il direttore del Museo Abatellis,
Evelina De Castro e quello delle Gallerie degli Uffizi,
Eike Schmidt. Il curatore Giovanni Carlo Federico Villa ha condotto la visita alla mostra, alla quale era presente anche il critico d’arte
Vittorio Sgarbi.“L’eccezionalità delle opere inserite nel percorso museale della Galleria, – ha commentato l’assessore Tusa, che nel corso della conferenza stampa
si è detto dispiaciuto per le polemiche – si unisce a quella dei prestiti concessi per l’occasione, per offrire una rilettura di Antonello da Messina attraverso l’analisi dei rapporti, delle similitudini e delle differenze con le opere dei maestri che certo dovettero avere un peso fondamentale nella sua formazione, estesa dalla cultura mediterranea alla figuratività italiana e nordica”.

Un momento della conferenza stampa
La mostra, invece, è
“un inno alla bellezza e alla leggerezza”, secondo il sindaco Orlando. L’evento che farà da ponte tra il 2018 e il 2019, chiudendo l’anno di Palermo Capitale italiana della cultura, inaugura – afferma il sindaco – “la prospettiva di una nuova stagione per la cultura della città. Raccontare questa fondamentale esperienza artistica del nostro passato, in una terra che vide nascere le prime forme di umanesimo, è anche un modo per comprendere il nostro presente e per rispondere alle esigenze di una cul tura unitaria per l’Europa ed il nostro patrimonio comune”.
La mostra è visitabile dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19, chiusa il lunedì, il 25 dicembre e l’1 gennaio. Il costo dei biglietti va dagli 11 ai 13 euro. Informazioni e prenotazioni allo 0292897755.