◉ PALERMO
Dal silenzio alla musica, si torna a suonare nel palchetto che guarda il Politeama
Il tempietto in stile neoclassico di piazza Castelnuovo, dopo un periodo di abbandono, è stato finalmente riutilizzato per il suo scopo originario. Costruito nella seconda metà dell’Ottocento al posto di un albergo, era previsto inizialmente in legno con tanto di tetto a falde sporgenti in stile "svizzero”
di Carola Arrivas Bajardi
2 Gennaio 2024
A Palermo tutti conoscono i deliziosi palchetti della musica eretti nell’Ottocento in forma di tempietti neoclassici, l’uno al Foro italico e l’altro in piazza Castelnuovo. Da decenni questi gioielli culturali non vengono utilizzati dalle istituzioni, perdendo ogni giorno di più il loro originario significato. Divenuti ormai pietre mute e apprezzati soltanto dai piccioni, alla stregua dei monumenti che nessuno conosce, vengono costantemente imbrattati e deturpati dall’incuria dei cittadini. Tuttavia lo scorso 19 dicembre, il palchetto di piazza Castelnuovo ha ripreso vita: è stato finalmente riutilizzato per il suo scopo originario, un concerto natalizio en plein air.
Quando nell’Ottocento furono creati, Palermo era al pari con le altre grandi città europee ed era consuetudine diffusa ospitare i concerti della banda musicale municipale per allietare le passeggiate dell’aristocrazia cittadina. Ma la creazione di spazi dedicati alla musica all’aperto in città ha origini ben più antiche. Fin dall’epoca della dominazione spagnola, infatti, nella strada Colonna (oggi Foro Umberto I) sorgeva un antico “teatro marmoreo”: una vera e propria scenografia a cielo aperto in marmo bianco e grigio di Billiemi, progettata dall’architetto Paolo Amato, era stata eretta nel 1681. La strada Colonna era una delle passeggiate preferite dall’aristocrazia cittadina alla quale piaceva prendere il fresco sul lungomare, tanto che il Senato aveva stabilito l’usanza di farvi suonare i musici durante i mesi estivi con vere e proprie esibizioni musicali. Nel corso degli anni il teatro fu smontato diverse volte e posizionato in punti diversi lungo la strada Colonna. Fino a quando nel 1846, cambiato il gusto, per volere di Ferdinando di Borbone l’antico “teatro marmoreo” fu sostituito da un palchetto della musica in stile neoclassico, progettato da Domenico Lo Faso e da Carlo Giachery.
Successivamente, negli anni Settanta dell’Ottocento, viene realizzato il palchetto della musica di piazza Castelnuovo. Questa seconda squisita architettura musicale di gusto neoclassico ha origini piuttosto curiose. La sua realizzazione, infatti, non si deve ad una precisa scelta urbanistica, ma piuttosto ad una mediazione tra il Comune di Palermo e l’imprenditore William Ingham Whitaker, detto “Willie”. All’epoca la città si stava già espandendo verso la passeggiata elegante della via Libertà, il Politeama era in costruzione e il grande piano di Sant’Oliva doveva esser definito secondo criteri urbanistici ancora in divenire. Il Comune prevedeva la costruzione di un grande albergo sul “piano di Sant’Oliva”, ma “Willie” Ingham Whitaker era contrario alla realizzazione per timore che il suo palazzo, che si affacciava proprio lì, venisse svalutato.
Gli Ingham Whitaker erano una facoltosa e potente famiglia di imprenditori di origine inglese trasferitisi a Palermo per curare i loro affari: inizialmente nella produzione del vino di Marsala, poi, in collaborazione con i Florio nel campo dei trasporti marittimi. Non esitarono, dunque, ad offrire un cospicuo contributo per l’edificazione di un giardino con una loggia per la musica al posto dell’hotel, in modo che lo spazio potesse rimanere “a disposizione della popolazione”.
La proposta fu accettata e nel 1872 il Consiglio Comunale accolse l’istanza modificando l’assetto della piazza. Ma i problemi non erano finiti. Tra i possibili progetti il Comune scelse inizialmente c’era quello dell’ingegnere Marcantonio Fichera, che consisteva in un palchetto in legno in “stile svizzero” con tanto di tetto a falde sporgenti. Una passione antica questa, purtroppo mai del tutto sopita: come non ricordare gli infopoint turistici realizzati dal Comune di Palermo somiglianti a piccoli “chalet” di montagna.
Per nostra fortuna lo scultore Salvatore Valenti si impegnò a realizzare allo stesso prezzo, pagando addirittura di tasca propria gli eventuali costi maggiori, l’elegante tempietto in stile neoclassico le cui esili colonne corinzie spiccano dall’alto basamento. Il progetto del Valenti fu realizzato tra il 1874 e il 1875, in marmo di Carrara e con elementi decorativi in ferro (ghirlande a palmette traforate, fregi, acroteri) provenienti dalla fonderia Oretea.
Successivamente la piazza Castelnuovo venne completata con opere scultoree in bronzo dei fratelli Civiletti, di Mario Rutelli e di De Lisi e, in fine, con il giardino di palme. L’elegante tempietto di gusto neoclassico avrà un successo immediato e aprirà la strada al Valenti per ulteriori importanti incarichi, basti pensare alla collaborazione con i Basile per la realizzazione del padiglione italiano all’Esposizione di Parigi del 1878 e ai rilievi scultorei degli interni del Teatro Massimo. Quando nel 1891 verrà inaugurata l’esposizione Nazionale Italiana, il palchetto della musica sarà già lì, a fare la sua bella figura nella piazza Castelnuovo che delimitava a sud l’area del firriato di Villafranca.
Nonostante sia stato restaurato più volte nel corso degli anni, il palchetto di piazza Castelnuovo, appare ancora oggi trascurato e deturpato da graffiti e scritte. Che ben venga, dunque, un nuovo utilizzo che ridia nuova vita e nuovo lustro a questo piccolo gioiello, centralissimo per la città di Palermo. L’ideatore di questa rinascita è l’architetto Stefano Tagliavia il quale, avendo lo studio proprio in piazza Castelnuovo, si sente molto vicino a questi luoghi. Da qui i due concerti – il primo lo scorso 19 dicembre e il secondo questa sera, 2 gennaio, alle 19 – organizzati per ridare lustro al tempietto.
“Finalmente il tempietto, dopo anni di incuria, viene restituito alla sua originaria destinazione e questo è il miglior deterrente contro gli atti di vandalismo”, afferma l’architetto Tagliavia, che poi continua “ringrazio per il sostegno l’assessore regionale alle infrastrutture Alessandro Aricò che ha creduto nell’idea, l’associazione musicale Palermo Classica che ha predisposto il programma che è stato approvato e finanziato dall’assessorato regionale al Turismo e l’assessorato alla Cultura del Comune di Palermo che ha dato il suo patrocinio e la disponibilità del palchetto. Voglio ringraziare, inoltre, tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione del progetto e in particolare Germana Canzoneri che ne ha coordinato la realizzazione a livello amministrativo”.
L’appuntamento di questa sera è con il Concerto della Pace con un ricco programma di musiche che spaziano da Vivaldi a Bach fino a Rutter, ma già si prevedono una serie di appuntamenti che si protrarranno almeno fino alla prossima stagione primaverile ed estiva.
(Foto: Giulio Giallombardo)