Un’immagine riflessa di ciò che non c’è più. Una copia ideale costruita al posto dell’originale, replicando forme e prospetti. La nuova campagna di scavi in corso alla Cuba soprana, uno dei sollazzi normanni di Palermo, inglobato nella seicentesca Villa Napoli, sta illuminando con una luce nuova la storia dei monumenti arabo-normanni della città. La fusione di stili, il sincretismo architettonico, la coesistenza tra diverse culture che ha dato vita a tesori unici al mondo, sono testimonianze di una temperie storica di cui però, la parte originaria, quella araba, non sempre è ben visibile. Adesso, la ricerca sugli antichi sollazzi regi è arrivata a una svolta, rileggendo in modo ancora più preciso le tracce arabe “salvate” dalla devastazione normanna.
Muro arabo
Gli interventi di restauro a Villa Napoli, con le indagini archeologiche alla Cuba soprana e alla Piccola Cuba, condotti dalla
Soprintendenza di Palermo e finanziati dall’
assessorato regionale dei Beni culturali con fondi del Po Fesr 2014/2020, stanno rivelando molte sorprese. La visita in anteprima fatta al cantiere permette di scoprire
il perimetro di mura arabe preesistenti all’edificio normanno, come
la base del padiglione arabo su cui successivamente è stata costruita la Piccola Cuba normanna. A spiegare le nuove scoperte è il direttore scientifico degli scavi,
Julio Navarro Palazón, archeologo spagnolo tra i massimi esperti del mondo arabo, che lavora al
Consejo Superior de Investigaciones Científicas nella Scuola di Studi Arabi di Granada.
Julio Navarro Palazón
“Adesso abbiamo le prove tangibili che
il monumento normanno sia stato interamente ricostruito a imitazione della struttura precedente araba distrutta durante l’assedio del 1072 – dice l’archeologo a
Le Vie dei Tesori News – . Scavando lateralmente, abbiamo trovato
le tracce di mura arabe, con due bacini sovrapposti di due fasi successive sempre arabe, un tempo piene d’acqua. Su queste vasche è
poggiato il muro normanno che segue esattamente la pianta perimetrale dell’edificio arabo. Questa è la dimostrazione che i normanni hanno voluto imitare il modello preesistente dopo averlo distrutto”.
Una delle rocce all’interno dell’edificio
Ad attirare l’attenzione del ricercatore spagnolo sono anche
tre grossi massi rocciosi di diverso colore e solidità che si trovano all’interno dell’edificio, davanti ai tre archi del livello inferiore. “Sono convinto che queste tre pietre abbiano avuto
un grande valore sacro anche in epoca pre-araba e che attorno a loro si sia costruito tutto quanto l’edificio – ipotizza Navarro – . Non è un caso che, sia gli arabi, che successivamente i normanni, le lasciarono a vista grazie alle aperture degli archi e soltanto dopo, nel Cinquecento, per aumentare la stabilità della struttura, furono murati gli archi. Si tratta di un
elemento davvero unico, che non si riscontra in altri sollazzi di questo tipo, anche all’estero”.
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Scavi alla Cuba soprana
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Le tre rocce
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Uno degli antichi ingressi
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Una delle rocce all’interno dell’edificio
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L’arco centrale
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Muro arabo
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Arco con una delle rocce
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Piccola Cuba
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Scavi alla base del padiglione
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La fontana ottocentesca
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Scavi alla Piccola Cuba
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Julio Navarro Palazón
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Julio Navarro Palazón al lavoro
Quasi un monumento della natura da cui scorreva l’acqua che arrivava, grazie a un complesso sistema di canalizzazioni, nella vasca araba. “Evidentemente gli arabi avevano capito che questo affioramento di calcarenite meritava di essere valorizzato anche esteticamente”, aggiunge
Pietro Todaro, geologo tra i massimi esperti del sottosuolo palermitano, presente allo scavo, a cui ha collaborato per gli aspetti legati alle acque che alimentavano il bacino della peschiera. Nei giorni scorsi, Todaro ha esplorato il pozzo sottostante alla vasca,
trovando acqua di falda a 14 metri di profondità, confermando che quella della Cuba soprana non era una sorgente, ma acqua che arrivava dalla rete di canali dell’antico Genoardo.
Piccola Cuba
Ma le sorprese non finiscono qui. Lo stesso schema del monumento replicato
è presente anche nella Piccola Cuba. Lo scavo ha svelato la base di un padiglione arabo sul quale è stato costruito l’edificio normanno. Sono entrambi di pianta quadrata, anche se
l’allineamento del padiglione normanno è leggermente fuori asse rispetto all’opera più antica. Inoltre, è affiorata anche
l’antica fontana raffigurata in alcune stampe d’epoca, un tempo zampillante con giochi d’acqua.
Scavi alla base del padiglione
L’attività di scavo, che proseguirà ancora per qualche giorno, si inserisce nel progetto di ricerca “Almunias medievales en el Mediterráneo: Historia y conservación de los paisajes culturales periurbanos”, recentemente approvato dal
Ministero per la Scienza e l’Innovazione spagnolo cofinanziata dal Centro di ricerca iberico attraverso il progetto “Las fincas de las élites siculo-normandas (siglo XII): investigación arqueológica de la Cuba Soprana de Palermo”. I dati raccolti durante la campagna confluiranno nel progetto di ricerca europeo da presentare nel prossimo
programma quadro Horizon Europe per la cui elaborazione la Escuela de Estudios Árabes ha ricevuto un ulteriore finanziamento ministeriale e al quale parteciperanno sia la Soprintendenza che l’Università di Palermo.
La fontana ottocentesca
Inoltre, i risultati della attuale campagna di scavo, saranno presentati nel corso di una
video-conferenza online in programma giovedì 12 novembre, dalle 14,30 alle 18, a cui parteciperanno, tra gli altri, lo stesso
Julio Navarro Palazòn, l’agronomo
Giuseppe Barbera, l’archeologo
Maurizio Toscano e la soprintendente di Palermo,
Lina Bellanca. “Da vent’anni non si scavava a Villa Napoli ed è stato importante poter intercettare questo finanziamento – sottolinea Bellanca, che in questo caso è anche progettista e direttore dei lavori – . Sono convinta che le indagini archeologiche
siano sempre da accompagnare alle campagne di restauro perché sono l’occasione per approfondire la storia di un monumento. Penso sia un contributo importante anche per il nostro itinerario Unesco, dal momento che la Cuba soprana era uno dei monumenti finora meno studiati”.
Per seguire la diretta della video-conferenza registrarsi al seguente indirizzo web: https://attendee.gotowebinar.com/register/4587267375552422670(Foto: Giulio Giallombardo)