◉ L'EVENTO

L’acchianata sulle orme di Rosalia, il rito a passo lento che unisce i palermitani

Il 4 settembre, come da tradizione, una folla di devoti sale lungo la Scala vecchia fino al santuario in cima a Monte Pellegrino per celebrare la patrona. Nell’anno dei quattrocento anni dal ritrovamento delle spoglie, tornano le performance degli artisti lungo il percorso

di Guido Fiorito

3 Settembre 2024

Il culto di santa Rosalia e la montagna sacra dei palermitani. Il rito dell’acchianata mercoledì 4 settembre per la seconda volta ritorna accompagnato dalle performance di un centinaio di artisti, chiamati a esibirsi la sera in quattro punti: alla base, nella stazione del Giglio alle falde; in quella delle Ginestre alla panoramica; alle Rose al Santuario; la quarta stazione al Belvedere con vista delle stelle. Ovvero l’Acchianata delle Rosalie, evento prodotto dalla cooperativa Le Baccanti e patrocinato dal Comune di Palermo (qui il programma dell’evento).

Salendo la Scala Vecchia in questi giorni i palermitani chiedono aiuto alla Santuzza oppure la omaggiano per grazia ricevuta, gradino dopo gradino, passo dopo passo. Non solo i palermitani. L’acchianata fa parte delle cerimonie di gruppi mauriziani e tamil che, stabilendosi a Palermo, hanno inglobato la patrona nei loro culti. In particolare gli induisti per costume aggiungono al loro Pantheon divinità locali, legandosi così al territorio in cui sono andati a vivere. Per i tamil il santuario di Santa Rosalia è un luogo sacro corrispondente al Kataragama in Sri Lanka. Così che la Scala Vecchia in questi giorni diventa anche un walking fieldwork, un campo di lavoro passeggiato, per l’antropologo culturale o semplicemente per il cittadino curioso.

Il santuario di Santa Rosalia su Monte Pellegrino

Una storia che risale a tempi antichissimi. La montagna è stata sempre considerata un punto di unione tra l’umano e la trascendenza, tra la terra, ovvero la grande madre fertile di vita, e il cielo. Secondo una geografia che pone nei luoghi più bassile forze primordiali (il fuoco, gli inferi) e in quelli più alti il passaggio al sovrumano, il divino. Per cui sul Monte Pellegrino sono stati ritrovati segni di culti pre cristiani che risalgano ai fenici (Tanit, dea della fertilità) e agli antichi greci (Kronos, Dio del tempo), collegati a forme di devozione e di pellegrinaggio.

La grotta di Santa Rosalia

Come ci ha spiegato l’antropologo Valerio Petrarca, nel travaglio della peste che infuria in città nel Seicento, l’inventio delle ossa di Santa Rosalia, costruisce una serie di simboli che riuniscono nella nuova patrona una città dilaniata da peste e rivolte. Portando dentro le mura cittadine un culto periferico e facendolo diventare il segno di una rinascita. Così l’acchianata riporta i cittadini verso l’origine del culto.

Un devoto sale in ginocchio e scalzo la scalinata del santuario

Feste e bus navette, non cambiano la cerimonia. Tanto popolare da coinvolgere in passato più volte anche i calciatori rosanero, magari a maggio fuori dalle celebrazioni della Santuzza, da Zamparini, al gruppo con Gilardino a Vazquez per la salvezza 2016 fino a Baldini prima dei play-off della promozione del 2022. Sacro e profano si collegano in una storia secolare capace di mutare nel tempo, aggiungendo nuovi significati.

Edicola votiva lungo la Scala Vecchia

Balli e cunti “servono ad avvicinare chi non si è mai cimentato in queste esperienze e le guarda con una certa curiosità”, dice l’assessore comunale alla Cultura Giampiero Cannella. Sul monte Pellegrino, intanto, sono stati piantati nuovi alberi per sostituire quelli bruciati negli incendi passati. “Vogliamo dare a Palermo un profilo di internazionalità come quello messo in atto alla vigilia del Festino: l’immagine della città deve essere esportata e rappresentata secondo clichè che ne confermino l’attrattività”, dice il sindaco Roberto Lagalla. Sperando di rivedere un giorno la strada panoramica di monte Ercta, quella che lega il Pellegrino a Valdesi, riaperta: il finanziamento per i lavori è stato raggiunto. Ma questo compito tocca agli uomini, non a Santa Rosalia.