◉ CULTURA
Le Vie dei Tesori torna a Carini e svela dopo 170 anni il mosaico De Spuches a restauro in corso
Quarta edizione del festival nella cittadina del Palermitano, nei weekend dal 4 al 20 ottobre. Per due venerdì la preziosa opera sarà visitabile sotto una nuova struttura al Collegio San Rocco. Ma apre anche il Castello della Baronessa, le chiese, oratori rococò e ritorna il circuito dei quattro organi monumentali
di Redazione
1 Ottobre 2024
È una delle sorprese più attese dell’edizione 2024 del festival Le Vie dei Tesori. Carini, giunta alla quarta partecipazione, svela lo straordinario mosaico di 142 metri quadrati che il principe De Spuches salvò da una villa romana dell’antica Hyccara e che – secondo le dicerie – la superstiziosa Mimise Guttuso non volle rimanesse nel suo palazzo palermitano. Si potrà scoprire durante due dei tre weekend, nella cittadina del Palermitano, dal 4 al 20 ottobre, che l’anno scorso ha quasi raggiunto le tremila presenze in tre weekend, con una ricaduta economica sul territorio di circa 200mila euro.
“Restituiamo un mosaico che da 150 anni vaga tra chiese, magazzini, altri musei, scatoloni – ha detto il sindaco di Carini, Giovì Monteleone, intervenuto questa mattina a Palermo durante la conferenza stampa di presentazione del festival – . Il Comune ha lavorato moltissimo con la Soprintendenza per riuscire a riportarlo alla luce. Lo visiteremo con i restauratori nell’ex chiostro di San Rocco, dove è stato realizzato dall’architetto Paolo Palmeri uno splendido padiglione espositivo, grazie a un finanziamento europeo attraverso il Fondo di sviluppo regionale”.
Torna fruibile, dunque, un’opera dalla storia travagliata. Era il 1893 e il principe De Spuches, appassionato di archeologia, salvava un enorme mosaico da una villa romana dell’antica Hyccara, trasferendolo nel suo palazzo palermitano, che nel dopoguerra fu venduto a Guttuso. Ma la moglie Mimise non volle vedere quei “brutti pavoni” che portavano sfortuna, fa smontare il mosaico, lo chiude in 70 casse e si dimentica. Dopo oltre mezzo secolo, e 170 anni dalla sua scoperta, il Comune di Carini ha recuperato il mosaico e lo ha allestito sotto una nuova struttura al Collegio San Rocco dove sarà visitabile work in progress, per due venerdì (il 4 e l’11 ottobre), con l’aiuto dei restauratori della Soprintendenza.
Ma il programma del festival a Carini non si ferma qui, l’ha messo a punto Francesco Buzzetta in stretto coordinamento con il Comune: si visiteranno sabato e domenica per tre weekend (dal 5 al 20 ottobre) il castello della sfortunata Barunissa, le catacombe di Villagrazia di Carini, le bellissime chiese (all’Odigitria non dimenticate la tela dello Zoppo di Gangi), gli oratori rococò che paiono merletti, si rimane abbagliati dal Santissimo Sacramento, oppure dai preziosismi rococò e i festoni dorati della chiesa degli Agonizzanti, vero colpo d’occhio. Tra i 45mila volumi della biblioteca comunale Francesco Scavo, si cercheranno le pubblicazioni delle edizioni Ugo Mursia: originario di Carini nel dopoguerra creò la casa editrice e tradusse l’opera completa di Joseph Conrad.
Senza dimenticare il circuito dei quattro organi monumentali in altrettante chiese: dallo strumento seicentesco della chiesa del Carmine costruito da Antonino La Valle (1572-1645); all’organo cinquecentesco dell’oratorio Serpottiano del Santissimo Sacramento, a quello della Chiesa Madre costruito dal palermitano Giacinto Micales-Lugaro nel 1911; fino all’organo ottocentesco nella chiesa di San Vincenzo Ferreri che riproduce il suono di un’intera banda, e fu costruito da Francesco La Grassa (1802-1867). Un organista e musicologo mostrerà il funzionamento degli strumenti, ne racconterà la storia e farà ascoltare alcuni pezzi.
Per informazioni telefonare tutti i giorni, dalle 10 alle 18, allo 0918421309.