Le Vie dei Tesori torna a Mantova per il quinto anno tra torri, palazzi e chiese

Un percorso che stringe la mano all’acqua in otto luoghi e quattro esperienze. Si visitano il misterioso Pronaio albertiano di Sant’Andrea, la Sagrestia maggiore del Duomo e la Sagrestia Nuova. Poi le ciclovisite e la passeggiata seguendo gli argini fino al Forte napoleonico

di Redazione

10 Ottobre 2022

Recuperare il rapporto con l’acqua: che Mantova non ha mai abbandonato, ma che magari è passato in secondo piano rispetto ad una città bellissima, colma di palazzi, chiese, torri. Dopo averla indagata nelle vie, esplorata dall’alto, Le Vie dei Tesori invitano a scoprire Mantova dai suoi corsi, canali,  sponde. E anche quest’anno la manifestazione – che in Sicilia è giunta alla sua sedicesima edizione, e dal 2006 apre luoghi inediti o poco conosciuti o non raccontati – ha messo insieme un programma particolare. Quinto anno di festival dunque, e questa volta si aggiunge un terzo weekend ai due abituali: si inizia sabato prossimo, 15 ottobre, e si va avanti, sempre sabato e domenica, fino al 30 ottobre. Ecco quindi pronta la nuova edizione, sempre in collaborazione con la Fidam, la Federazione italiana Amici dei musei, sotto il patrocinio del Comune di Mantova (qui il programma completo).

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Le Vie dei Tesori a Mantova

“Un programma ricco, con tante iniziative ed appuntamenti – ha detto il sindaco Mattia Palazzi –. La manifestazione ha visto tra istituzioni, associazioni, università, scuole, privati e volontari, una sinergia importante e forte per il bene della città e del territorio. La nostra amministrazione ha investito oltre 150 milioni di euro ad oggi per il recupero del patrimonio artistico e culturale di Mantova, e Le Vie dei Tesori è una manifestazione utile proprio a far conoscere il nostro patrimonio e a farlo vivere. Un appuntamento annuale ormai importante ed indispensabile per il futuro del territorio. Per noi la sfida più grande sarà recuperare e dare vita al Palazzo del Podestà. Speriamo – ha detto infine il sindaco – per l’edizione del prossimo anno di poter aprire anche la Torre della Gabbia”.Scelto quest’anno dall’assessorato al Turismo della Regione Siciliana come ambasciatore del progetto di promozione SeeSicily, il festival è sostenuto dal main sponsor UniCredit; come partner a Mantova, gli Amici di Palazzo Te e dei Musei mantovani, in sinergia con associazioni culturali, i Comuni di Mantova, Borgo Virgilio e Curtatone, Consorzi di Bonifica, Università, Diocesi, Demanio, associazione Alchemika, Fondazione Artioli, Fondazione Virgilio.
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Torre Pila

“Questa nuova edizione delle Vie dei Tesori a Mantova si allunga su tre fine settimana e si ispira naturalmente all’organizzazione siciliana che prevede non solo aperture o visite guidate di luoghi non visitabili o non abitualmente raccontati, ma anche esperienze – dice Italo Scaietta per Fidam, la Federazione italiana Amici dei musei – Contaminiamo così le visite sul territorio con il teatro e la musica; in bicicletta raggiungeremo spazi che non fanno parte di un ideale percorso urbano e esordiamo nel territorio mantovano per la prima volta nel comune di Borgo Virgilio”.“La presenza del festival a Mantova, città molto organizzata nella gestione dei Beni culturali, conferma che Vie Dei Tesori può fare da lievito anche in luoghi così strutturati, perché stimola comunque la ricerca della novità, della chicca – spiega Marcello Barbaro, vicepresidente della Fondazione Le Vie dei Tesori – e Italo Scaietta e il suo team anche quest’anno ne hanno trovate molte costruendo un programma di altissimo livello e di grande interesse”.
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Pronao di Sant’Andrea

Il prossimo weekend e i due successivi apriranno quindi le porte otto luoghi restituiti (il programma comprendeva inizialmente anche la Torre degli Zuccaro resa indisponibile in queste ore), con percorsi inediti che non mancheranno di meravigliare gli stessi cittadini mantovani. Dalle chiese che nascondono interi cicli pittorici, alle sagrestie monumentali; dagli antichi palazzi di gusto ibrido al “teatro dei palchettisti”, alla palazzina liberty con la vista splendida, ai concerti nei salotti e agli spettacoli. Le visite nei siti sono condotte dai volontari e dagli studenti del liceo scientifico “Belfiore”, del liceo artistico “Giulio Romano” e del Politecnico – Facoltà di Architettura – Polo territoriale di Mantova.Il rapporto che lega Mantova all’acqua è tutto da raccontare: dal prezioso Rio che la attraversa dal Duecento, alle ciclovisite che porteranno (eccezionalmente) al forte di Pietole, vera opera idraulica a difesa della città; e tra alcuni tesori sulla riva destra del Mincio. Tra i tesori che apriranno le porte, riapre – dopo le tante visite dello scorso anno – il Pronao albertiano di Sant’Andrea, luogo misterioso che gli storici hanno immaginato come un vero progetto politico reso dalla mano di Leon Battista Alberti su incarico di Ludovico Gonzaga: è il marchese a volere questa enorme “teca” monumentale per l’adorazione della reliquia del Sangue di Cristo, sottratta ai frati Benedettini. Come si scoprirà durante la visita, il pronao introduce a salette diverse e gli storici ipotizzano si tratti di percorsi di visita in caso di pestilenza. Aprirà soltanto il secondo e terzo weekend.E soltanto sabato 22 e sabato 29, per poche ore, e solo per Le Vie dei Tesori aprirà la Sagrestia nuova, fatta costruire dai Gesuiti nel 1676 per la loro chiesa della Santissima Trinità. Dopo la soppressione dell’ordine nel 1773, per secoli è utilizzata impropriamente. Negli anni ’70 passa all’Archivio di Stato di Mantova che inizia il recupero degli stucchi di Gian Battista Barberini. Per il festival è stata allestita una mostra preziosa di documenti quattrocenteschi che celebrano la posa della prima pietra del Sant’Andrea progettato dall’Alberti e illustrano i rapporti tra il grande architetto e la corte Gonzaga.
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Sagrestia maggiore del Duomo

Si visita per il festival anche la sagrestia grande del Duomo che ha una storia particolare. Nata come chiesa dedicata a santa Maria dei Voti, fu il risultato di una pubblica disputa teologica nella “piazza grande” voluta dal marchese Federico I. Progettata da Luca Fancelli, rimarrà sempre un corpo a se stante. All’interno, le tombe di Ercole e di Ferrante Gonzaga; e gli armadi in noce di fine ‘600 ricolmi di antichi arredi sacri e paramenti.Un solo weekend  (l’ultimo) per visitare il Teatro Sociale voluto dalle famiglie di notabili ottocenteschi, progettato dal Canonica e affrescato da artisti mantovani a cui si unì Hayez. I retropalchi, di proprietà ancora delle famiglie dei palchettisti, sono decorati in maniera diversa gli uni dagli altri, seguendo i gusti dei rispettivi proprietari. Un solo weekend (stavolta il primo del festival) anche per la nuova Torre del Palazzo del Podestà progettata da Italo Rota per la corte interna della Volta del Podestà, tra piazza delle Erbe e via Giustiziati, una soluzione equilibrata e tecnologicamente avanzata, che dialoga con il cuore antico della città.
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Palazzo Bonatti

Nella ex chiesa di fine ‘400 della Madonna della Vittoria (che domenica 23 ottobre alle 20,30 ospiterà anche l’accademia “Francesco Campogalliani” che rileggerà in forma teatralizzata le vite di sette, anonime “ donne nell’ombra” comparse in tele o monumenti commemorativi) si scoprirà il bellissimo ciclo di affreschi restaurato nel 2006 dagli Amici di Palazzo Te e dai Musei Mantovani. Luoghi abbastanza inediti: di sicuro la palazzina liberty del Consorzio di bonifica progettata da Pietro Ploner nel 1912: è inaspettatamente bella e delicata con una biblioteca scenografica e la particolare scala a giorno con impressionanti gradini ed alzate in marmo botticino. E così anche il quattrocentesco Palazzo Bonatti, oggi sede del Consorzio di bonifica Garda Chiese, per secoli appartenuto alla famiglia legata ai Gonzaga. E’ un vero compendio di storia dell’arte visto che passa (accogliendo gli stili) dal primo ‘500 all’800, dal Manierismo al Neoclassicismo.
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Forte di Pietole

Sia la passeggiata seguendo il Rio, il corso d’acqua duecentesco che si insinua tra vie e vicoli (si potrà partecipare sabato 15, domenica 23 e 30 ottobre) che le due ciclo visite, sono strettamente legate all’acqua. La prima (questo primo weekend,  sia sabato che domenica sempre alle 15) condurrà a Forte di Pietole, progettato dal generale Chasseloup-Laubat, inviato di Napoleone sulle rive del Mincio: attraverso un sistema di marchingegni era possibile allagare completamente la zona, in maniera da difendere la città. Sotto corrono vere e proprie “gallerie di contromina” che, in caso di necessità, potevano essere fatte saltare in aria.La seconda ciclovisita (nei due sabati successivi, alle 15) porterà sulla sponda destra del Mincio, seguendo il filo virtuale che collega settecentesche ville private e manufatti legati all’acqua. Ogni luogo visitato sarà illustrato e commentato da esperti sul posto. Nell’antico Foro Boario di Grazie di Curtatore, anche una merenda tipica curata da Fernando Aldrighi e Daniela Bellintani. Durante il percorso, si visiteranno Villa Margherita, Villa Eremo, l’idrovora Angeli e il mulino Quattro Venti.L’ultima esperienza (sabato 29 ottobre) porterà nel salotto di casa Gueresi, dove visse il compositore. Tra preziose raccolte, spartiti, libri, strumenti, si potranno ascoltare le musiche di Gueresi eseguite da un ensemble da camera formato dalla pianista Samanta Chieffallo, e da Carlo Cantini, Luca Bertazzi e Eugjen Gargjola ai violini, Massimo Repellini al violoncello e Thomas Sinigallia alla fisarmonica. Visita straordinaria allo studio del compositore e, a seconda dell’orario, un aperitivo oppure un tè.È stato allestito un info point nell’ex chiesa della Madonna della Vittoria (via Claudio Monteverdi 1) aperto il 14, 15, 16, 22, 23, 29, 30 ottobre dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 17.30.