◉ Il FESTIVAL
Le Vie dei Tesori torna a Mantova per l’ottavo anno, un percorso in nove luoghi e due esperienze
Tre weekend dal 19 ottobre al 3 novembre. Si visitano le due secolari Società di Mutuo soccorso degli operai e delle operaie, si sale sui ponteggi per osservare il restauro degli affreschi della cappella Gonzaga. Si entra a cantiere aperto a Villa Galvagnina a Moglia
di Redazione
18 Ottobre 2024
Tesori da scoprire per la prima volta, tesori da rivedere con occhi nuovi, tesori di cui ascoltare la storia. “Un luogo non raccontato è un luogo muto”, è lo slogan delle Vie dei Tesori che, dalla Sicilia dov’è nato, torna per l’ottavo anno a Mantova (qui il programma). E apre – per tre weekend da domani, sabato 19 ottobre e fino al 3 novembre – nove luoghi preziosi, tessere che compongono un mosaico di arte, acqua, scienza, da scoprire anche da un’altana affacciata sulla città. La sorpresa nascerà entrando per la prima volta nelle secolari Società di mutuo soccorso dove rileggere la storia della Mantova operaia; salendo sui ponteggi per osservare da vicino affreschi quattrocenteschi dimenticati e, a cantiere aperto, riscoprendo la bellezza di Villa Galvagnina a Moglia; entrando negli antichi palazzi di gusto ibrido, nella cavallerizza di Palazzo Ducale dove sfilavano i famosi purosangue dei Gonzaga; e infine raggiungendo Forte di Pietole, vera opera idraulica a difesa della città. Mantova dai mille volti, svelati dai volontari e dagli studenti animati dalla passione per la propria città. Un programma intenso, nove luoghi straordinari e due esperienze, realizzato dal festival Le Vie dei Tesori, con Unicredit come main sponsor, e in collaborazione con gli Amici di Palazzo Te e dei Musei mantovani, e la Fidam, la Federazione italiana Amici dei musei, sotto il patrocinio del Comune di Mantova; in sinergia con Diocesi, Politecnico, Palazzo Ducale, Accademia Teatrale Campogalliani; con il contributo di Fondazione Comunità di Mantova.
Le Vie dei Tesori è uno dei più grandi e partecipati festival italiani di scoperta del patrimonio, dove questo termine non si ferma a luoghi e monumenti, ma pesca in ogni realtà fattiva della comunità; un unico museo diffuso, trasversale – ormai maggiorenne, visto che siamo alla diciottesima edizione in Sicilia -, che scopre beni culturali, diventa vettore turistico, investe sui giovani, accresce il senso di comunità. Premiata per sette anni consecutivi con la Medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica, due anni fa la Fondazione Le Vie dei Tesori, che promuove il Festival, ha ricevuto l’Encomio al Premio del Paesaggio del Ministero dei Beni culturali come riconoscimento alla sua attività. Il festival propone ai cittadini un’alleanza nel segno della cultura, della riappropriazione degli spazi. E di contro, offre ai turisti la possibilità di visitare città aperte, raccontate, dense di nuove prospettive.
Ideato nel 2006 per il Bicentenario dell’Università di Palermo, rafforza di anno in anno il suo rapporto con le istituzioni. Quattro anni fa ha anche lanciato la “costola” dei Borghi dei Tesori, riportando alla luce 60 piccoli comuni lontani dai circuiti turistici, che si sono costituiti in un’unica associazione, la prima nel suo genere in Sicilia. Nel tempo l’intero festival – che quest’anno ha aperto luoghi e proposto esperienze in 18 città siciliane – è diventato un forte attrattore: lo scorso anno ha prodotto 7,7 milioni di indotto turistico tra alberghi, ristoranti, trasporti, shopping. Con un indice di gradimento del pubblico che supera il 95 per cento.
IL FESTIVAL A MANTOVA. La sorpresa nascerà entrando per la prima volta a Palazzo Nuvolari, sede delle due secolari Società di mutuo soccorso, dove rileggere la storia della Mantova operaia sulla scia dei fratelli patrioti Giuseppe e Antonio Nuvolari. Da questo balcone nel 1867, Giuseppe Garibaldi arringò i cittadini e i lavoratori all’Unione. Si visita una mostra documentaria. Apre le porte (solo sabato mattina) anche il tardo cinquecentesco Palazzo Colloredo (dal nome dell’ultimo nobile proprietario) che dal 1872 ospita il Palazzo di Giustizia. Il progetto è attribuito ad Antonio Maria Viani, prefetto delle fabbriche gonzaghesche, che ispirò le decorazioni a stucco degli interni e i temi di alcuni affreschi; la facciata è molto originale con 12 colossali Atlanti che sostengono i capitelli. Nei primi due fine settimane si salirà sui ponteggi per ammirare da vicino gli affreschi quattrocenteschi ispirati alla Passione di Cristo e alle Storie di San Ludovico da Tolosa in ciò che resta della cappella Gonzaga del convento di San Francesco. La cappella fu dimenticata nella seconda metà del ‘500, divenne arsenale militare, e nel 1945 fu colpita dalle bombe, che distruggono le tombe monumentali. E’ in corso il recupero di porzioni degli affreschi e questa sarà un’occasione imperdibile per osservarli da vicino.
Restaurato e restituito da poco tempo, si potrà visitare nell’ultimo weekend del festival il cortile della Cavallerizza (o della Mostra) di Palazzo Ducale, il luogo dove sfilavano i famosi purosangue dei Gonzaga, sotto gli occhi delle teste coronate: fu realizzato intorno al 1560 dall’architetto Giovanni Battista Bertani, prefetto delle Fabbriche gonzaghesche, per volere del duca Guglielmo Gonzaga. E’ una corte monumentale, erbosa, en plein air che veniva utilizzata per tornei e sfilate. Unica occasione domenica 27 ottobre per salire sui ponteggi e visitare il cantiere di restauro de La Galvagnina, probabile residenza di campagna dei Gonzaga, anche se deve il suo nome ai proprietari successivi, i Galvagni. È l’ennesima sorpresa di questa edizione delle Vie dei Tesori: splendide decorazioni cinquecentesche ad affresco, attribuite a Giulio Romano e a suoi allievi, e altre di epoca più tarda; un pavimento con formelle originali e i soffitti lignei a cassettoni. Dall’800 in poi la villa fu abbandonata, appartiene al Comune di Mantova che da pochi mesi ha fatto ripartire i restauri.
Poi gli altri luoghi: dagli archivi della Diocesi, vera memoria della città, agli affreschi medievali della chiesa di Santa Maria del Gradaro che, tradizione vuole, fosse nei pressi del luogo dove fu martirizzato, tra altri, San Longino; all’ex chiesa di San Cristoforo, un tempo luogo di culto, sconsacrata dal ‘700 e adibita ad altri usi; oggi è stata affidata dal Demanio Militare agli Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani che sono impegnati nel recupero. E ritorna nel festival dopo un paio d’anni, l’ottocentesco Forte di Pietole, nel vicino comune di Borgo Virgilio: fu fatto costruire nel 1808 dal generale napoleonico François de Chasseloup-Laubat per difendere Mantova e regolare le acque del Mincio. E’ un vero manuale di tecniche costruttive militari: bastioni, terrapieni, fossati umidi e secchi, gallerie di controscarpa (i fossati esterni), strade coperte, casematte. Ospita un museo immersivo dedicato a Virgilio.
Due le esperienze: si ritornerà sulla ormai famosa “altana” privata da cui abbracciare l’intera città, stavolta aspettando il tramonto (solo questo weekend). E l’ultima domenica nella chiesa della Madonna della Vittoria rivivranno la signora Pilato, la signora Esopo, la signora Freud e tante altre, donne rimaste sempre dietro le spalle dei loro uomini, ma che hanno tante storie da raccontare. “Le mogli del mondo” è lo spettacolo proposto dall’Accademia teatrale Francesco Campogalliani, regia di Maria Grazia Bettini ispirata alla raccolta di versi di Carol Ann Duffy (The World’s Wife).
Info point presso Madonna della Vittoria (via Claudio Monteverdi 1). Nei weekend di ottobre dal venerdì alla domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17. Novembre solo sabato e domenica dalle 10 alle 12.