Mosaici bizantini e marmi barocchi si sfidano per il restauro

A Ragusa e Milazzo i due gioielli siciliani che partecipano alla nuova edizione del progetto “Opera tua”, che in tre anni ha ridato vita a 23 tesori

di Ruggero Altavilla

7 Marzo 2020

Un prezioso pavimento bizantino e delle ricche decorazioni in marmi barocchi. Sono i due tesori siciliani da restaurare che si sfideranno nella nuova edizione del progetto “Opera tua” di Coop Alleanza 3.0, avviato nel 2017 che ha visto realizzarsi il restauro di 23 opere d’arte in tutta Italia. Dopo la Fontana del Genio di piazza Rivoluzione a Palermo (ve ne abbiamo parlato qui), il Ritratto di Gentiluomo del Castello Ursino di Catania e i due pupi storici di Orlando e la Sirena a Palermo (ve ne abbiamo parlato qui), questa volta si potranno votare due beni. Il primo a Ragusa è il pavimento in mosaico della chiesa bizantina di Pirrera del V secolo dopo Cristo, che si trova nel Museo archeologico ibleo. L’altro si trova a Milazzo, si tratta delle decorazioni in marmo della chiesa rupestre di Sant’Antonio da Padova.

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Pavimento della chiesa bizantina di Pirrera

I pavimenti della chiesa bizantina di Pirrera a Santa Croce Camerina, sono stati ricomposti in una delle sale del Museo archeologico ibleo di Ragusa. Il tappeto musivo policromo figurato è incorniciato da una serie continua e contrapposta di fiori di loto aperti e da quattro fiori di loto chiusi ai quattro lati. Diciannove sono i quadrati superstiti in cui sono raffigurati vari volatili (trampolieri, galli, pernici, anatre, colombi e altri) uguali su ogni fila e rivolti verso il centro e una volta a destra e una volta a sinistra. I volatili sono resi su fondo bianco senza notazioni paesaggistiche con colori brillanti e sono altresì raffigurati in varie posizioni: nell’atto di abbassare la testa all’indietro; o mentre sollevano una delle zampe. “L’intervento – si legge sul sito di Coop Alleanza 3.0 – prevede il rilievo fotografico per la localizzazione delle zone maggiormente degradate. Si procederà quindi alla pulizia e al consolidamento comprese le stuccature nelle zone di maggiore decoesione. Successivamente verrà applicato un protettivo neutro”.
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I marmi della chiesa di Sant’Antonio da Padova

L’altra opera, invece, si trova lungo le pareti della chiesetta rupestre di Sant’Antonio da Padova, a Milazzo. Si tratta di una preziosa testimonianza della tecnica dei marmi mischi, che ebbe un ruolo di primissimo piano nelle vicende artistiche del barocco siciliano. L’arco trionfale anteposto all’altare maggiore presenta motivi a girali fitomorfi e conchiglie, mentre sulle paraste si appezzano in particolare vasi con fiori collocati dentro strutture architettoniche che creano un mirabile effetto illusionistico. La chiesetta ha un particolare valore devozionale per la città di Milazzo: sorgerebbe, infatti, nel punto di primo approdo del Santo miracolosamente scampato ad una bufera. È meta di un affollatissimo pellegrinaggio il 13 giugno. In questo caso, si legge sempre sul stio – “l’intervento prevede il rilievo fotografico per la localizzazione delle zone maggiormente degradate. Si procederà quindi al consolidamento e alla pulizia dei depositi di sporcizia, nerofumo e ossidazioni, e all’eliminazione delle tracce diffuse di umidità per capillarità ed efflorescenze saline. Successivamente, con l’intervento pittorico si renderà omogenea la cromatura dei colori e verrà poi applicato un protettivo neutro”.Per le opere siciliane si potrà votare dall’1 al 31 luglio attraverso il sito internet del progetto “Opera tua”. Le opere del progetto, che conta sul patrocinio del Touring Club Italiano, sono state scelte con Fondaco Italia, società attiva nella valorizzazione dei beni culturali, in collaborazione con l’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale e le istituzioni territoriali.(Foto dal sito www.coopalleanza3-0.it)