Palermo riabbraccia la Santuzza dopo due anni di pandemia
1 Luglio 2022
Presentata la 398esima edizione del Festino di Santa Rosalia. Sarà un simbolico “Canto contro la peste” che chiamerà a raccolta tutte le energie della città. Davanti al carro sfileranno medici, infermieri e forze dell’ordine
di Alessio Celano“Canto contro la peste”, un titolo capace di risvegliare nella memoria eventi tanto recenti quanto drammatici, per costruire un rinnovato senso di comunità tra i palermitani, dopo due anni di pandemia. Sarà un Festino corale quello si celebrerà a Palermo in onore di Santa Rosalia. Un programma di tre giorni, tra eventi culturali e celebrazioni religiose, che si svolgeranno dal 13 al 15 luglio, costruito all’insegna della “sobrietà”, come è stato sottolineato questa mattina nel corso della presentazione al Palazzo Arcivescovile.
Il Comune chiama a raccolta tutte le energie della città, delle istituzioni e della comunità e del mondo della cultura per celebrare in musica la Santuzza, come lascia intuire il sottotitolo di questa 398esima edizione “Nove Orchestre e una preghiera”. Inoltre, davanti al carro trionfale, sfileranno medici, infermieri, protezione civile, forze dell’ordine, Croce Rossa, in segno di riconoscenza per coloro che durante la pandemia hanno salvato vite umane a costo, spesso, della loro.Una “coralità” che il Comune ha racchiuso in un eterogeneo gruppo di lavoro interno all’amministrazione (con il coordinamento organizzativo di Gaspare Simeti) e un comitato di direzione artistica, coordinato da Maurizio Carta, prorettore dell’Università di Palermo, formato dall’Università degli Studi di Palermo, dalla Fondazione Teatro Massimo di Palermo, dall’Accademia di Belle Arti di Palermo, dalla Fondazione Teatro Biondo Stabile di Palermo, dal Conservatorio di Musica di Stato “Alessandro Scarlatti”, dalla Fondazione Federico II, dalla Fondazione The Brass Group e dalla Fondazione Sant’Elia. Una manifestazione che sarà realizzata con una spesa complessiva che si aggira intorno ai 200mila euro.In programma, la sera del 14 luglio, la sfilata in nove tappe per le vie del centro storico: da Porta Nuova-Palazzo Reale, passando per la Cattedrale, quindi ai Quattro Canti, poi all’incrocio con via Roma, alle Mura delle Cattive e, infine, al Palchetto della Musica, prima dei tanto attesi fuochi d’artificio. Le voci recitanti sul carro saranno quelle di Pamela Villoresi e Salvo Piparo mentre quelle soliste saranno di Miriam Palma, Maurizio Maiorana e Marta Piazza.L’immagine scelta per rappresentare la Santuzza nell’edizione di quest’anno è stata ideata e realizzata da alcuni giovanissimi studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Palermo: Biagio Lombardo, Gianluca Ladduca, Giorgio D’Anna, Roberto Patti, Silvia Esposito. Come sottolinea Carta, “modernissima ma ancestrale, ricorda le maschere greche e quelle africane, cosmopolita e moderna espressione anche di matrici orientali e africane”. Il prorettore aggiunge poi: “Il germe del carro di quest’anno nasce dall’inquietudine. Il festino del 2019 per un’indicazione del Santo Padre si intitolò così e successe poi che all’uscita da Porta Felice, contemporaneamente ai fuochi, sia scoppiato un nubifragio. Forse un presagio di ciò che ci attendeva”. Ora, dopo due anni e tanti amici persi, il carro, raffigurante San Benedetto il Moro e la grotta delle reliquie, diventa anche uno spartito musicale. “Chiederemo anche ai palazzi e alle piazze che ci hanno salvato durante la pandemia di interagire con noi – prosegue Carta – nel tentativo di costruire un rinnovato senso di comunità”.Presente anche il sindaco Roberto Lagalla, che non ha nascosto la commozione, ripensando a quanto accaduto negli ultimi due anni. “Il Festino è un grande momento comunitario che attrae, coinvolge, integra, abbraccia, pacifica – ha detto – . È un modo di essere di Palermo, che ogni anno rinnova il patto di comunità che le permette di rinascere dai problemi e tornare a guardare il futuro. In questa occasione ho deciso di modificare la tradizionale invocazione del sindaco che per tre volte dice ‘Viva Palermo e Santa Rosalia’ ripetendolo soltanto una volta e invitando altre due persone a pronunciare le altre due, con la stessa metodologia di coinvolgimento corale”. A far compagnia al sindaco – come ha lasciato intendere lo stesso Lagalla – potrebbero essere un rappresentante della sanità e uno della Protezione civile.Di centrale importanza ovviamente anche la dimensione più strettamente religiosa, su cui si è soffermato l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, e che avrà il suo culmine come sempre il 15 luglio. “Questo Festino, – ha dichiarato – soprattutto dopo gli anni dipandemia, con le conseguenze psicologiche, relazionali, economiche, sociali che ha causato, non può e non deve essere un motivo di evasione, di alienazione. Ma motivo di autentica festa. Ci chiede di cantare insieme, forti di un ritrovato senso comunitario e fraterno della vita, un inno di liberazione che nasca da cuori e mani che hanno deciso di coinvolgersi in un cammino di liberazione e di rinascita di questa nostra città amata da Rosalia”.Per l’occasione, verrà inoltre consegnata alla Chiesa della Martorana una antichissima icona del 1194, attualmente esposta al Museo diocesano, chiamata “tabula martoraniensis”, così da poter “valorizzare i beni culturali per il culto, ma non solo”. Sarà inoltre possibile rivedere e rivivere tutti i momenti del Festino grazie alla partecipazione del Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo, che filmerà il meglio della manifestazione per poi realizzare un documentario.Infine, in vista della quattrocentesima edizione del Festino che si svolgerà nel 2024, ci si prepara a un intero anno di eventi dedicati alla Santuzza, tra storia, cultura e religione. Insomma, dopo due anni di pandemia, la città sente ancora più forte il bisogno di stringersi in un abbraccio per tornare a gridare: “Viva Palermo e Santa Rosalia”.