Portopalo e i suoi tesori: alla scoperta del lembo più a sud della Sicilia
Un weekend di visite tra il laboratorio dove si va caccia di neutrini, l’isola con la fortezza spagnola, le vasche romane del garum e lo storico faro con panorama mozzafiato
di Marco Russo
3 Settembre 2021
Nella punta più a sud della Sicilia, dove due mari s’incontrano, c’è un borgo dove l’avanguardia della ricerca scientifica convive con le suggestioni di una natura selvaggia. Dove si può fare un balzo nel tempo, tra siti archeologici romani, fortezze spagnole e fari dell’Ottocento. Portopalo di Capo Passero è rimasto tale e quale sin dalle sue origini, quando fu fondato nel 1778 da don Gaetano Deodato Moncada che, a sue spese, fece costruire un centinaio di case, tutte bianche, attorno ad una tonnara. Adesso la comunità è cresciuta, ma la bellezza è ancora quella di un tempo.
Il borgo del Siracusano, nonostante la zona arancione decisa dal governo regionale per arginare l’aumento dei casi di Covid, si prepara a vivere in totale sicurezza il secondo weekend di Borghi dei Tesori Fest, la manifestazione nata sotto l’egida de Le Vie dei Tesori, che sta mettendo in vetrina una sessantina di borghi siciliani per due fine settimana. Dunque, pronte quattro esperienze tutte da vivere, con partecipazione muniti di Green pass (qui per prenotare i coupon).Si potrà scoprire una delle infrastrutture marine dei Laboratori Nazionali del Sud, fiore all’occhiello dell’Istituto nazionale di fisica nucleare. La stazione di Capo Passero, insieme a laboratorio al porto di Catania, è uno dei nodi strategici di un gigantesco telescopio in fase di costruzione nel Mediterraneo, a una profondità di 3500 metri. Si tratta del KM3Net, un insieme di occhi elettronici che studiano i neutrini, le particelle cosmiche più sfuggenti e misteriose. Una ricerca ambiziosa che si sta realizzando all’interno del progetto Idmar, cofinanziato dalla Regione Siciliana con le risorse del Po Fesr 2014-2020, con un intervento complessivo di 40 milioni di euro.“Presenteremo al pubblico il nostro programma di ricerca che stiamo portando avanti in collaborazione con l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – spiega Giacomo Cuttone, ricercatore dell’Infn e direttore scientifico del progetto Idmar – . L’osservatorio sottomarino consentirà di identificare le sorgenti dei neutrini di alta energia provenienti da eventi catastrofici nell’universo, e di studiare le proprietà fondamentali di queste particelle, le più elusive che si conoscano perché interagiscono pochissimo con la materia e, proprio per questo, per osservarle sono necessari rivelatori di grandi dimensioni”. Dall’altro lato, i ricercatori dell’Ingv, con l’ausilio di sensori installati a grandi profondità, analizzano i movimenti tellurici in una zona d’incontro tra la placca sud europea e quella nordafricana. “Un lavoro sinergico estremamente interessante e di grande valore internazionale – aggiunge Cuttone – che ha in Portopalo il luogo ideale dove svolgersi”. Le visite si svolgeranno il 4 e 5 settembre con turni dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18 (qui per i coupon).Gli stessi giorni, dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 19, apre straordinariamente al pubblico il faro di Cozzo Spadaro, alto 36 metri e con una lanterna girevole che si proietta per ben 36 miglia marine, circa 66 chilometri terrestri. È un faro ancora attivo, entrato in funzione nel 1864 e appartenente alla Marina Militare. Una scala elicoidale di 165 gradini porta fino alla terrazza, da cui è possibile ammirare un fantastico panorama. A raccontarlo, sarà Giovanni Lupo, guardiano del faro e di altri fari siciliani di cui è custode di aneddoti e di storia (qui per prenotare).Sia sabato che domenica, dalle 9 alle 12,30, da non perdere la passeggiata all’isola di Capo Passero, raggiungibile con un breve tragitto in barca su un mare d’incanto, ricco di fondali di pregio e di Posidonia. Ma la sorpresa arriva quando si è sbarcati: una fortezza spagnola tutta da visitare, il Forte di Capo Passero, voluto dal viceré di Sicilia Marcantonio Colonna nel 1583 (qui per i coupon).Infine, soltanto domenica 5 settembre, dalle 10 alle 12,30 e dalle 17 alle 19,30, un’esperienza speciale alle vasche che svelano alcuni misteri della preparazione del garum, un condimento a base di pesce molto usato dagli antichi romani. Al lavoro sul sito archeologico c’è un’équipe di studiosi italo-spagnoli che provengono dall’Andalusia dove si trovano analoghe vasche, dall’insolita conformazione rotonda. Portopalo e Baelo Claudia (il sito dell’Andalusia) sono gli unici due nel Mediterraneo in cui si trovano vasche di lavorazione simili, sia circolari sia rettangolari (qui per prenotare).Per informazioni, prenotazioni e programmi del festival cliccare qui.