Rinasce un trittico del ‘400 grazie a una coppia di mecenati

4 Febbraio 2021

I collezionisti d’arte Annibale e Marida Berlingieri contribuiscono al restauro di un prezioso dipinto tardo medievale custodito nei depositi di Palazzo Abatellis

di RedazioneÈ custodito nei depositi di Palazzo Abatellis, nel cuore di Palermo, e adesso si prepara a tornare al suo antico splendore. Sarà restaurato un trittico tardo medievale a fondo oro, con al centro l’Incoronazione della Vergine, grazie a Annibale e Marida Berlingieri, marchesi romani e collezionisti d’arte, che hanno scelto di avvalersi dell’Art Bonus, il credito d’imposta per favorire le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo.

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L’ingresso di Palazzo Abatellis

L’avvio del restauro – fanno sapere dalla Regione – sarà presentato sabato 6 febbraio a partire dalle 17, con una diretta Facebook sulla fanpage di Palazzo Abatellis (questo il link). L’intervento sarà curato da Franco Fazzio, esperto nella pittura medioevale su tavola, che ha redatto il progetto di intervento volto al risanamento dell’opera e al recupero della sua leggibilità nel rispetto della istanza storica. La direzione dei lavori è affidata alle storiche dell’arte Evelina De Castro, che è la direttrice della Galleria regionale di Palazzo Abatellis e Valeria Sola. Presenti, inoltre, all’avvio dei lavori, Gaetano Armao, vice presidente della Regione e assessore all’Economia; Alberto Samonà, assessore ai Beni culturali; Sergio Alessandro, dirigente generale del Dipartimento regionale dei Beni culturali e Manlio Mele che ha favorito i contatti fra i mecenati e la Galleria regionale.
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L’atrio di Palazzo Abatellis

Il trittico risale agli inizi del Quattrocento e proviene dalla chiesa di San Pietro La Bagnara, uno dei monumenti più ricchi di storia della città di Palermo, distrutta nel 1834. L’opera raffigura nello scomparto centrale una Incoronazione della Vergine, tema iconografico che ebbe grandissima diffusione a partire dal Duecento, e negli scomparti laterali i santi Pietro e Paolo; completano la complessa figurazione numerosi santi sui pilastrini, una Pietà sulla predella e nelle cuspidi una Annunciazione ed una Trinità.
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Il trittico che sarà restaurato

Il dipinto era stato già sottoposto una prima volta a parziale restauro in occasione della preparazione della mostra su Antonello da Messina del 1953, per la quale non fu poi selezionato. L’opera, che una volta restaurata sarà esposta nella Sala VIII, che ospita i polittici medioevali, costituisce un ulteriore tassello nel panorama dell’ambiente artistico a Palermo e nella Sicilia occidentale degli inizi del XV secolo, periodo caratterizzato da importazioni di pittura prevalentemente toscana e atelier di artisti stabilmente presenti e attivi come interpreti di una cultura figurativa ricca di influenze nelle varie declinazioni.
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Una delle sale del museo

“Plaudo all’iniziativa dei coniugi Berlingieri che, attraverso il loro intervento, hanno dimostrato di usare le proprie risorse nell’interesse della cultura e della collettività. Grazie all’Art bonus – sottolinea l’assessore Samonà – tutti noi possiamo diventare mecenati e contribuire a salvare un pezzo della nostra storia e della cultura sostenendo concretamente la conservazione del patrimonio culturale. Spero che questa buona pratica possa sempre più prendere campo e diventare sempre più frequentemente una delle modalità attraverso cui recuperare alla pubblica fruizione un sempre maggior numero di opere d’arte”.“L’individuazione del trittico di San Pietro la Bagnara, al cui recupero destinare l’Art bonus – dice Evelina De Castro – ha trovato concordi i marchesi Berlingeri che hanno condiviso il nostro intento di rinnovare l’attenzione verso una delle stagioni dell’arte in Sicilia più articolate, quando Palermo fu punto di incontro della pittura proveniente dai centri di produzione italiani, quali Firenze, Pisa e Genova, con le presenze di opere e artisti di ambito mediterraneo, quali quello iberico e provenzale, dando vita a una varietà ben testimoniata dai dipinti su fondo oro esposti nelle sale di Palazzo Abatellis a precedere la netta svolta rinascimentale”.