Ripulita la Scala dei Turchi, il soprintendente: “Nessun danno permanente”
10 Gennaio 2022
Cancellate in poche ore le macchie rosse dopo l’ennesimo raid vandalico sulla bianca scogliera di marna. Al lavoro, tecnici del Comune, della Soprintendenza e tantissimi volontari
di Giulio GiallombardoUna ferita curata da un abbraccio collettivo. Cittadini, volontari, tecnici, tutti stretti attorno alla loro marna violata, per lavare via quella vergogna a tinte rosse. È durato solo poche ore lo sfregio alla Scala dei Turchi. La bianca scogliera di Realmonte, sabato mattina si era svegliata ricoperta di ossido di ferro (ve ne abbiamo parlato qui), ma in 24 ore è tornata immacolata, come se quelle macchie rosse fossero state soltanto un brutto sogno. L’ennesimo insulto alle onde di roccia levigate dal vento e dal mare, tornate candide grazie alle braccia dei tanti che si sono precipitati sul posto per dare una mano.
Per fortuna, non trattandosi di vernice, ma soltanto di polvere, la marna è salva e l’intervento non è stato complicato. Hanno lavorato assiduamente tecnici del Comune di Realmonte, funzionari della Soprintendenza e tantissimi volontari. “Essendo un’area sottoposta a vincolo diretto – spiega a Le Vie dei Tesori il soprintendente ai Beni culturali di Agrigento, Michele Benfari – il sindaco ci ha chiamati per capire quale metodo e quale tecnica utilizzare per il recupero dell’area. Con alcuni colleghi siamo andati sul posto e abbiamo verificato la presenza di ossido di ferro, per fortuna in forma di polvere. È un materiale che si utilizza di solito per pigmentare le pitture delle abitazioni. Dunque, — prosegue il soprintendente – abbiamo prima aspirato la polvere e poi lavato la scogliera con getti d’acqua pressurizzati”.“Fortunatamente la marna non ha subito danni permanenti da questo atto vandalico, anche se questo tipo di roccia – puntualizza Benfari – subisce quotidianamente azioni demolitorie da parte degli agenti atmosferici. A causa del vento, dell’aerosol marino, questa pietra cambia continuamente il suo aspetto esteriore, al di là della presenza di persone o cose, è questo avviene quotidianamente. Se confrontiamo le immagini di questa falesia nel corso degli anni, ci rendiamo di come sia mutata e di come oggi sia a seriamente a rischio”.Intanto, le indagini sono in corso per individuare i responsabili, anche grazie alle tante telecamere di sorveglianza presenti nell’area. Le immagini sono state già acquisite dai carabinieri della compagnia di Agrigento, coordinati dal maggiore Marco La Rovere, e sono al vaglio dei magistrati. Il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, ha aperto un’inchiesta per danneggiamento di beni paesaggistici, disponendo esami sul materiale e indagini sulle rivendite della zona e della provincia. “Ripulire la Scala dei Turchi è una bella pagina della meglio gioventù siciliana”, ha detto il procuratore.Anche il governatore Nello Musumeci ha lodato lo sforzo corale fatto per ripulire la scogliera: “Ringrazio tutti per il generoso atto di civismo e di scrupolosa responsabilità dimostrati”, ha detto. Dello stesso avviso anche l’assessore regionale ai Beni culturali, Alberto Samonà: “È un segnale forte di quella Sicilia che non si arrende alla barbarie – ha dichiarato – la bellezza fa paura perché è l’espressione della positività, della voglia di costruire, di quella straordinaria capacità dell’uomo di aspirare a una spiritualità che lo eleva, che è propria dell’arte. L’intervento di ripulitura della Scala dei Turchi, a meno di 24 ore dall’azione scellerata che l’aveva deturpata, è segno tangibile che è ancora vivo e forte l’amore per questa terra e per la bellezza del creato che qui si esprime nella sue forme più solenni”.Tanti sono stati gli appelli degli ambientalisti per chiedere un piano di controllo sul sito, che era stato posto sotto sequestro lo scorso anno per occupazione di suolo demaniale, violazioni in materia di sicurezza e tutela di beni ambientali. “A seguito dell’ennesimo episodio di vandalismo, auspichiamo che la Regione Siciliana elabori presto un piano di tutela e di messa in sicurezza del sito, senza il quale la Scala dei Turchi non potrà essere restituita alla fruizione dei cittadini e dei visitatori”, afferma Leandro Janni, presidente della sezione Sicilia di Italia Nostra.Un’esortazione a pianificare interventi di tutela e controllo arriva anche dal Wwf Sicilia. “Ancora una volta chiediamo che la Scala dei Turchi ritorni alla sua originaria natura e di interdire l’accesso al pubblico – dice il delegato del Wwf per la Sicilia, Pietro Ciulla – . Proponiamo di istituire, per l’intera area, una riserva naturale che possa, finalmente, tutelare, salvaguardare, valorizzare e promuovere un sito di unico ed altissimo valore paesaggistico, restituendo, così, ciò che natura ci aveva ‘prestato’ e noi non abbiamo saputo proteggere”.