Si restaura la Cuba soprana, “sollazzo” dimenticato

I lavori riguarderanno l'antica torre normanna inglobata all'interno della Villa Di Napoli e la riqualificazione del giardino con il piccolo chiosco

di Giulio Giallombardo

23 Novembre 2019

Un pezzo della Palermo normanna si prepara a rinascere. Iniziati i lavori di restauro alla Cuba soprana, inglobata nella seicentesca Villa Di Napoli, e alla Piccola Cuba, l’unico superstite della serie di chioschetti che costellavano il parco reale del Genoardo, il “paradiso della terra” in cui sorgevano i sollazzi regi. Sono due dei tredici gioielli dell’itinerario arabo-normanno “allargato”, che bussano alla porta per aggiungersi ai nove già compresi nella World Heritage List dell’Unesco. Il restauro, condotto dalla Soprintendenza dei Beni culturali e affidato alla Impresalv di Favara, avrà un costo di circa un milione di euro, spese che rientrano nei fondi comunitari del Po Fesr 2014-2020.

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Particolare dei resti della costruzione normanna (foto da un video del Cricd)

I lavori – fanno sapere dalla Soprintendenza – riguarderanno principalmente la zona della cappella, l’area della Cuba soprana che si affaccia sul giardino, la Piccola Cuba e la manutenzione del giardino, ultimo lembo di verde storico circondato dai palazzi di corso Calatafimi. “Abbiamo previsto il restauro della cappella che è priva di pavimento e ha bisogno di lavori anche sui decori interni, – spiega la soprintendente Lina Bellanca a Le Vie dei Tesori News – ci occuperemo anche delle coperture dei locali annessi e degli intonaci. La sistemazione di questo spazio ci permetterà, inoltre, di rendere anche fruibile la zona retrostante che è quella del giardino romantico dove c’è la grande vasca sotto il ficus, che poi è quella su cui si affaccia il prospetto normanno della Cuba soprana”.
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Villa Di Napoli

Inoltre, sono previsti anche interventi al piano terra della Villa Di Napoli, bene di proprietà della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, concesso in comodato d’uso alla Soprintendenza. L’idea è quella di renderla nuovamente fruibile, almeno in parte, creando un percorso che dalla villa, con annessa Cuba soprana, attraversi il giardino fino ad arrivare alla Piccola Cuba. Per quanto riguarda l’area verde, l’intenzione è di affidarne la gestione a una cooperativa, come già fatto con il giardino del Castello di Maredolce. “Stiamo verificando la fattibilità – chiarisce la soprintendente – perché la presenza del cantiere ha in parte rallentato la possibilità di affidamento immediato alla cooperativa che si era interessata alla gestione del giardino. Sicuramente il quartiere ha bisogno di una fruizione permanente di questo spazio, ma bisogna chiarire che aree del genere non possono essere usate come se fossero ville e giardini pubblici. Custodendo monumenti così importanti, la fruizione deve essere comunque regolamentata e non può essere completamente libera”.
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La Piccola Cuba

Così, nell’arco di un anno, il complesso normanno dovrebbe essere già riqualificato. A partire dalla Cuba soprana, costruita durante il regno di Guglielmo II e così chiamata per distinguerla dall’altro edificio omonimo che si trova un po’ più a valle, lungo l’asse di corso Calatafimi. Un monumento di fatto ormai quasi invisibile, trasformato in torre agricola fortificata nel periodo tardo medievale, quando prese il nome di Torre Alfaina, e inglobato nel ‘700 nella villa realizzata dalla famiglia Di Napoli. Sul lato orientale dell’edificio sono ancora visibili gli elementi architettonici del monumento normanno, con un grande arco ogivale, fiancheggiato da altri più piccoli. “Sicuramente – conclude Bellanca – il nostro progetto dovrebbe rendere tutto il complesso più fruibile e spero possa successivamente attirare finanziamenti aggiuntivi per ulteriori interventi”.