Si scava nella Valle dei Templi, scoperta un’iscrizione sull’antica Akragas
Riprendono le ricerche nell'area del teatro ellenistico e del quartiere residenziale. Tra i ritrovamenti un oggetto in bronzo che racconta l'importante rete di contatti che ebbe la città nel momento del suo massimo splendore
di Redazione
16 Giugno 2022
Era il 2017 e in tutto il mondo rimbalzava la notizia che nel Parco archeologico di Agrigento era stato individuato un grande teatro rivolto verso la collina dei templi e il mare. Da allora gli scavi e le indagini sono proseguiti e oggi è visibile una parte importante della grande struttura di sostegno alla cavea. Ma non è l’unico punto della Valle dove è in corso una campagna di scavo: un tratto della campagna tra il Tempio di Giunone ed il Tempio della Concordia ha infatti restituito due isolati e ampie porzioni di due abitazioni, con un oikos – il cuore della casa, destinato al vivere quotidiano, forse distrutto da un incendio – ricchissimo di ceramiche, contenitori da dispensa, lucerne, un piede di louterion, monete in bronzo, attrezzi da carpentiere, e uno straordinario oggetto in bronzo con un’iscrizione che racconta dell’imponente rete di contatti che ebbe l’antica Akragas nel momento del suo massimo splendore.
Osservare il lavoro degli archeologi e ascoltare dalla loro viva voce notizie e spiegazioni sugli scavi in corso, percependo la passione e il trasporto di chi lavora ogni giorno per riportare alla luce civiltà e reperti del passato: si potrà in occasione delle Gea, le Giornate europee dell’archeologia, nate dall’Inrap, l’Istituto nazionale di ricerca archeologica preventiva della Francia e da lì diffuse in tutta Europa. In Italia sono gestite dal Ministero della Cultura e dirette a tutti coloro che vogliono scoprire i segreti di scavi e reperti, non solo operatori di settore, ma anche semplici appassionati. Da venerdì 17 a domenica 19 alla Valle dei Templi di Agrigento è in programma un ciclo di visite gratuite di CoopCulture ai nuovi scavi in corso ascoltando le notizie sui ritrovamenti dalla viva voce degli archeologi coinvolti nelle ricerche, e dei responsabili degli scavi.Riguardo al teatro, gli archeologi hanno riportato alla luce parte dei grandi muri di sostegno, e della summa cavea già spoliata in precedenza. L’interesse degli archeologi non è soltanto quello di riportare alla luce l’antico teatro, ma anche la possibilità di leggere una parte importante della storia urbana di Agrigento greca e romana. Il teatro infatti sfrutta strutture più antiche. Gli scavi stanno portando alla luce un edificio tardo arcaico (forse una fontana), un imponente sistema di terrazzamenti che permetteva di superare il dislivello tra la plateia e l’agorà, oltre a diverse altre strutture idriche.Gli scavi riguardano anche il quartiere residenziale a nord della collina dei templi. La campagna di scavo, in tre saggi successivi, e tuttora in corso ha restituito un tratto di strada, due isolati e ampie porzioni di ambienti pressoché intatti perché nascosti dietro due spessi strati di argilla. Si tratta di vani diversi che sono parte di un unico complesso che si affaccia su un cortile a L. Dietro tegoli e coperture, è apparso un oikos molto ricco, con oggetti di uso quotidiano per la preparazione e conservazione dei cibi, ceramica da fuoco, numerose lucerne, un piede di louterion (piccolo altare), due monete in bronzo, numerosi attrezzi da carpentiere in metallo, ed infine lo straordinario oggetto in bronzo con iscrizione. Gli oggetti, quasi tutti ricomponibili, poggiavano su un pavimento in terra battuta su cui si trovavano anche alcuni mobili in legno bruciati, tra cui certamente uno scaffale: questo ha fatto ipotizzare che l’ambiente sia stato distrutto da un vasto incendio e mai più ricostruito.“Continuiamo a credere nella natura viva dell’archeologia che in Sicilia – sottolinea l’assessore regionale ai Beni culturali, Alberto Samonà – ci dona grandi emozioni. Proprio per la prosecuzione degli scavi relativi al Teatro ellenistico di Agrigento, come assessorato abbiamo destinato un ulteriore milione di euro di fondi Psc che andranno ad ampliare l’area di scavo, consentendoci una migliore lettura del sito archeologico”. Per il direttore della Valle dei Templi, Roberto Sciarratta, “permettere ai visitatori del Parco di seguire dal vivo il lavoro degli archeologi, vuol dire farli entrare a far parte del nostro mondo di studiosi spesso visti come scollegati della quotidianità. Raccontiamo invece la passione di chi ogni giorno vive per la bellezza e la cultura” .