Sull’Etna tra bici e trekking: si rinnova la rete dei sentieri

Finanziato il progetto di riqualificazione dei tracciati pedonali e ciclabili del vulcano, lavori su almeno 120 chilometri di percorsi

di Antonio Schembri

13 Aprile 2021

Ristrutturazione, manutenzione e messa in sicurezza dei sentieri. Il Parco dell’Etna si apre agli auspici di una bella stagione bloccata dal Covid come l’anno scorso, con una progettualità da 627mila euro che verrà finanziata da fondi comunitari del Po Fesr Sicilia 2014-2020. Il piano dell’ente che dal 1987 sovraintende alla salvaguardia del Parco si è classificato al primo posto nella graduatoria provvisoria stilata dall’assessorato regionale Territorio e Ambiente, che riguarda le operazioni valutate come ammissibili e finanziabili.

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I crateri sommitali dell’Etna

Il progetto che riguarda i sentieri pedonali e ciclabili dell’Etna muoverà lavori su almeno 120 chilometri di tracciati, alcuni molto antichi, da rendere più fruibili per il trekking e l’escursionismo in mountain bike: poco meno del 40 per cento della complessiva lunghezza lineare di tutti e 50 i sentieri censiti sulle spalle del vulcano più alto d’Europa. Un ecosistema esteso su un’area di poco meno di 60mila ettari, un terzo della quale protetta in regime di riserva integrale e da 8 anni incluso nella Heritage List dell’Unesco per l’unicità dei suoi aspetti geologici e vulcanologici.
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Piano Provenzana, colata lavica del 2002 (foto Antonio Schembri)

“Si tratta di opere tecnicamente semplici ma attese da lungo tempo su tutti i versanti dell’Etna – spiega Carlo Caputo, presidente del Parco – . Riguarderanno in particolare la segnatura dei tracciati, l’apposizione di cartelloni a partire dai singoli Comuni per indicare l’attacco dei sentieri, la realizzazione di staccionate e, dove necessario, la sistemazione del fondo con l’utilizzo di pietrisco”.
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Colata lavica nella zona dei monti Sartorius (foto Mathia Coco)

Quello presentato dal Parco dell’Etna costituisce il primo progetto di infrastrutturazione che considera nel loro insieme le vie destinate alla mobilità lenta sul vulcano. Risultato finora mai raggiunto data la complessità di una sentieristica inclusa in proprietà differenti: dal demanio forestale a quello dei 20 Comuni del Parco dell’Etna, passando per numerosi proprietari privati. “Questa progettualità intende unificarli per sviluppare una organica rete sentieristica – dice Caputo – . I tragitti inclusi nel progetto sono almeno 25 e si snodano su distanze molto varie, da alcune decine di chilometri a poche centinaia di metri dentro un contesto ambientale e agricolo unico”.
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Betulla e panorama dai monti Sartorius (foto Mathia Coco)

La rete complessiva dei tracciati pedo-ciclistici del vulcano è da 5 mesi consultabile mediante la app del Parco dell’Etna, attivata anche in versione Lis per i non udenti. Uno strumento per dispositivi Apple e Android concepito per preparare al meglio le passeggiate con informazioni sui sentieri, rifugi, punti naturalistici e panoramici, a cui è possibile connettersi attraverso i beacon, i trasmettitori radio a tecnologia Bluetooth per monitorare la presenza di smartphone fino a un raggio fra i 30 e i 50 metri. Ad oggi il Parco dell’Etna ne ha installati in tutto 90. Un sistema ancora da potenziare la cui utilità per la libera fruizione dei sentieri stride con i dubbi, in termini di impatto sull’ambiente e di effettiva sicurezza personale, suscitati proprio dalle camminate senza l’accompagnamento di guide specializzate.
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Grotta dei Lamponi (foto Antonio Schembri)

L’Etna rappresenta l’ambiente di maggior riferimento delle attività escursionistiche in Sicilia. Un primato rafforzato anche in tempo di pandemia, come ha dimostrato la riapertura dei sentieri con le nuove regole di distanziamento personale all’indomani del primo lockdown generale, nel maggio del 2020. “Malgrado la riduzione delle visite guidate – aggiunge Caputo – il numero delle persone che, in risposta alla pressione causata dai necessari limiti imposti dalla pandemia, sono andate scoprendo o riconoscendo sempre più valore al contatto diretto con la natura, è aumentato visibilmente sotto forma di presenze individuali o di gruppi composti da pochi escursionisti debitamente distanziati tra loro”.
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Rilievi dell’Etna

Tra gli altri progetti su cui lavora adesso il Parco dell’Etna c’è anche la definizione di un marchio di qualità. “In questa maniera – conclude Caputo – intendiamo allinearci a tanti altri parchi italiani. Tale certificazione punterà inizialmente a distinguere e valorizzare la produzione agricola del vulcano, per essere poi estesa al settore dei servizi”.