◉ AGRIGENTO
Un tetto-giardino per il teatro di Eraclea: così rinascerà l’area archeologica
Presentato il progetto vincitore del concorso indetto dal Parco della Valle dei Templi per proteggere e valorizzare i resti del monumento. Una copertura progettata dall’architetto Francesco Cellini, che diventa un emiciclo di 200 posti che servirà anche per spettacoli all’aperto. Gli interventi riguarderanno anche l’abitato ellenistico, gli spazi d’accoglienza e quelli dell’Antiquarium. Un’operazione da circa 6 milioni e mezzo di euro
di Antonio Schembri
4 Aprile 2024
Quando la tecnologia, adattata all’orografia per salvaguardare l’archeologia, si rivela un un rimedio peggiore del male. È successo per quasi 60 anni in uno dei siti antichi più strepitosi del Mediterraneo, quello di Eraclea Minoa, la polis edificata nel Quarto secolo avanti Cristo dai coloni greci di Selinunte sui terrazzamenti naturali di Capo Bianco. Ovvero l’imponente sperone di marna candida che da una parte frana direttamente in acqua e dall’altra strapiomba a pochi passi dalla battigia dell’altrettanto rinomata spiaggia di Eraclea (un tempo larghissima, oggi in erosione ma in via di ripascimento), che si trova tra le aree naturalistiche protette di Torre Salsa, a est e quella della Foce del fiume Platani, a partire dal lato occidentale del promontorio.
Un luogo celebre soprattutto per il suo teatro super panoramico, affacciato verso il blu di mare e cielo; ma che a partire dai primi anni ’60, cioè a poco più di un decennio dagli scavi che portarono alla luce il piccolo emiciclo, ha simboleggiato una ferita nel cuore del patrimonio dei beni culturali siciliani. Inferta in due fasi. La prima, con la sistemazione di una copertura di plexiglas, progettata dall’architetto Franco Minissi, a protezione delle gradinate che, proprio perché scolpite su una roccia molto tenera, risultavano già piuttosto danneggiate da vento, salsedine e pioggia, oltre che dall’acqua di risalita. Ancora oggi in molti ricordano quel “cappotto” di colore giallo-ocra che svilì la bellezza del teatro, finendo per generare una sorta di “effetto serra” favorevole alla crescita spontanea di piante il cui apparato radicale ha danneggiato la marna posta alla base della struttura. Situazione, questa, che ha portato a un secondo intervento alla fine degli anni ’90, consistito nella rimozione della protezione e, dopo il restauro dei fragilissimi resti antichi, la sua sostituzione con una tensostruttura in tubi innocenti altrettanto “mostruosa”: soluzione concepita come provvisoria, ma che, da allora, non è stata più smantellata. Fotografie di un fallimento, da mettere in archivio.
Adesso, il nuovo progetto di salvaguardia ideato da un altro architetto di fama, Francesco Cellini, potrebbe rappresentare la svolta decisiva per affermare il sito archeologico a 13 chilometri da Cattolica Eraclea tra le mete più prestigiose del turismo culturale a livello mondiale. Un piano a tutto campo, di tutela e di fruizione, quello presentato oggi ad Agrigento nella Casa Sanfilippo, sede del Parco Archeologico della Valle dei Templi. Non riguarderà infatti solo la copertura del teatro, che resta comunque l’intervento centrale; ma anche l’abitato ellenistico, gli spazi d’accoglienza e quelli dell’Antiquarium. Un’operazione dal costo stimato in circa 6 milioni e mezzo di euro.
Lo studio Cellini, che ha sede a Padova, ha progettato una sorta di cavea verde: un tetto-giardino totalmente reversibile, schermato dai raggi Uv, sorretto da travi in acciaio corten, che permette di apprezzare le strutture del teatro ellenistico. Nella parte bassa sono disposte tre file di gradinate (circa 200 posti) per gli spettatori di spettacoli e concerti da ospitare su strutture temporanee amovibili. Finalità della soluzione architettonica, si legge nella relazione tecnica dei progettisti, “è ricreare un luogo ampiamente condiviso con il contesto paesaggistico, fruibile in tutte le sue parti, capace di segnare la continuità tra il fascino delle rovine nell’idea dei viaggiatori europei del Settecento e la necessità di dialogare con gli elementi del paesaggio e del territorio costiero”.
Il Parco Valle dei Templi lavorava da tempo a un progetto di complessiva rilettura del sito archeologico per assicurare la sua conservazione e fruizione entrando in dialogo con l’ambiente circostante. Tre anni fa, l’ente eseguì con fondi propri interventi manutentivi di somma urgenza, insieme con uno studio propedeutico sui luoghi e lo stato dei monumenti. “L’intera Eraclea Minoa deve essere sottoposta a un imponente restauro che la protegga dal tempo e dall’uomo” dice il direttore Roberto Sciarratta, che, sin dal suo insediamento, ha lavorato al bando di concorso internazionale per il restauro bandito nel 2023 con il coinvolgendo dell’Ordine degli Architetti di Agrigento.
Riguardo all’intervento nell’area delle abitazioni ellenistiche, il progetto prevede la sostituzione della vecchia copertura con strutture leggere che ne ripropongono i volumi, illuminandole dall’alto. Una soluzione leggera e removibile finalizzata a ricostruire in parte gli ambienti e gli spazi originari e a liberare la vista sul teatro e il paesaggio costiero. Si interverrà contestualmente anche sulla sistemazione degli ingressi all’area archeologica e al parcheggio, che avrà spazi anche per gli autobus turistici); e sulla predisposizione di spazi per gli uffici amministrativi e i servizi al pubblico. Tra questi un nuovo bookshop e un punto di ristoro.
Per il riallestimento dell’Antiquarium, previsti contenitori espositivi a giorno nonché pannelli didattici multimediali e interattivi, oltre a un’area per esposizioni temporanee e conferenze. “L’accessibilità è un perno di questa nuova progettazione – spiega Sciarratta – . Saranno infatti ridisegnati percorsi pedonali accessibili e verrà attivato anche un piccolo ascensore per raggiungere la zona alta dell’area archeologica; inoltre l’illuminazione a led permetterà la fruizione notturna del sito”. Prevista anche un’ambientazione virtuale e interattiva per raccontare Eraclea Minoa con linguaggi contemporanei.
“Dopo decenni di oblio abbiamo finalmente intrapreso il percorso di valorizzazione di uno dei siti più incantevoli, ma anche più fragili e compromessi della Sicilia – ha detto l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato – . Abbiamo optato per un restauro che rispetti pienamente l’integrità del sito, ma, soprattutto, che protegga il teatro dagli effetti del tempo e dall’azione dell’uomo”.
Questo dello studio Cellini è un progetto selezionato a seguito di un concorso di idee che, riprende Sciarratta “è diventato strada facendo un concorso di progettazione di primo livello: quello su cui il Parco della Valle dei Templi ha puntato sin dal mio insediamento. Un iter avviato con uno studio morfologico del sito, purtroppo bloccato nel 2020 dal Covid. Abbiamo ripreso in mano la progettazione due anni fa con un approfondimento scientifico sulla pietra con cui il teatro è costruito. Successivamente abbiamo avviato la procedura di selezione dei progetti, mettendo a disposizione le risorse del parco. Fino a giungere al passaggio finale della selezione di 4 progetti negli scorsi mesi, che ha esitato la vittoria del piano proposto dal professore Cellini”. La classifica del concorso di idee vede al secondo posto il progetto dello studio Orliac-Battle, seguito da quelli dello studio Camerana – Orbyta Engineering e dello studio Luca Giardino: tutte proposte dal basso impatto ambientale e visivo ma reputate dalla commissione valutatrice non soddisfacenti sotto il profilo della tutela dei resti antichi dall’azione degli agenti atmosferici.
L’iter di avvicinamento all’attuale punto di svolta è stato problematico. Nel 2021, il tribunale di Agrigento aveva disposto il sequestro preventivo del sito di Eraclea Minoa perché in base agli accertamenti di carabinieri, vigili del fuoco e consulenti incaricati dalla Procura, la struttura in tubi e lamiera zincata venne ritenuta pericolosa per la pubblica incolumità. Provvedimento revocato nell’aprile del 2022 a seguito dell’aggiudicazione dei lavori urgenti di manutenzione della copertura di protezione somigliante a un sarcofago.
D’ora in avanti la nuova prospettiva è valorizzare l’area archeologica di Eraclea Minoa armonizzandola con la fruizione della contigua Riserva della Foce del Fiume Platani, il cui accesso più suggestivo è costituito proprio dal sentiero che si snoda sui crinali di Punta Bianca, sotto le rovine del Teatro e della città greca. Un’area naturalistica di eccezionale bellezza che nei suoi 206 ettari include circa 5 chilometri di spiaggia solitaria e un affascinante sistema dunale, dietro il quale i colori della macchia mediterranea e di una fitta pineta contrastano con quello turchino del mare e con il bianco abbacinante delle falesie di marna. In mezzo, la foce del quarto corso d’acqua più lungo della Sicilia e il secondo, dopo il Simeto, per ampiezza di bacino idrografico: il Platani, fiume salato, per via dei minerali che trasporta a causa del contatto nel suo percorso con rocce ricche di sali gessi e marna formatesi 6 milioni di anni quando il Mediterraneo, allora separato dall’Atlantico, evaporò.
Una strategica via commerciale navigabile, legata al traffico del sale sin dal periodo pre-greco, come dimostrano i reperti della necropoli di Sant’Angelo Muxaro, territorio solcato dal Platani: non autoctoni, ma da relazionare a navigatori arrivati, attraverso il fiume, da altre zone del Mediterraneo: forse i Micenei? Misteri e mitologia che dal teatro di Eraclea Minoa, finalmente prossimo a una efficace salvaguardia, manderanno messaggi all’uomo contemporaneo.