Viaggio nell’ospedale abbandonato che aspetta di rinascere

L’ex nosocomio Regina Margherita attende da tempo una riqualificazione. Chiuso da anni, frequentato da vandali e senzatetto, la Regione ha intenzione di trasformarlo in un polo culturale

15 Marzo 2022

L’ex nosocomio Regina Margherita di Messina attende da tempo una riqualificazione. Chiuso da anni, frequentato da vandali e senzatetto, la Regione ha intenzione di trasformarlo in un polo culturale

di Ruggero AltavillaLa pandemia, che ormai sembra allentare la morsa, lascerà per sempre scolpite nella memoria le immagini degli ospedali trasformati in trincee. Interi reparti riadattati per l’emergenza, carenza di posti letto, terapie intensive al tracollo. Una fotografia che stride con i corridoi dell’ex ospedale Regina Margherita di Messina, da molti anni in abbandono e in attesa di rinascere nel segno della cultura.

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Scalinata interna (foto Ascosi Lasciti – Liotrum)

Il grande edificio neoclassico, progettato negli anni Trenta del secolo scorso dall’ingegnere Adolfo Bianco, chiuse i battenti quasi totalmente nel 1999 e attende da tempo una riqualificazione. Da anni, cittadini e associazioni denunciano lo stato di abbandono della storica struttura, diventata rifugio per vagabondi, mentre in più occasioni sono divampati incendi per l’uso improprio di fonti di riscaldamento e dei rifiuti accatastati all’interno, roghi che hanno messo a rischio la tenuta della stessa struttura.
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Il prospetto (foto Ascosi Lasciti – Liotrum)

Nel 2016 l’ex complesso ospedaliero era stato concesso in comodato d’uso per 99 anni dall’Asp provinciale alla Regione per essere riqualificato. Da allora, solo silenzio, mentre la costruzione è andata sempre più in abbandono. Inoltre, nel 2020, nella prima ondata della pandemia, si erano susseguiti diversi appelli per riconvertire l’ex ospedale in struttura da adibire ai pazienti colpiti dal Covid, dotandolo di posti letto e attrezzature per la rianimazione, affidandone la realizzazione al direttore generale dell’Asp.  La sua storia inizia nel 1909, con una sottoscrizione promossa dal prefetto di Messina, era stato realizzato dapprima in baracca e poi in muratura. I primi anni sono difficili, capace solo di 60 posti letto, fu chiuso nel 1923 per carenza d’igiene e problemi finanziari. Fino a quando venne rilanciato nel 1933 ampliando posti letto e superficie. Originariamente contava, su una superficie di 14.000 metri quadrati e di centoquaranta posti letto, – si legge sul sito messinamedica.it – manteneva i servizi del vecchio ospedale, pronto soccorso, cardiologia, anestesia e rianimazione, emodialisi, ed inoltre garantiva la presenza di diversi reparti. Venne ulteriormente ampliato e nel 1938 poteva arrivare fino a 42.000 giorni di degenza.
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L’ex ospedale Regina Margherita (foto Ascosi Lasciti – Liotrum)

Il Regina Margherita è stato, con alterne vicende, per oltre 110 anni, l’ospedale al servizio dei quartieri popolari e dei villaggi della zona nord di Messina, nonché dei comuni vicini della provincia. Recentemente la Regione Siciliana ha annunciato di voler ristrutturare alcuni padiglioni della struttura per ospitare il Museo archeologico, il Museo del terremoto del 1908, la Biblioteca regionale e gli uffici della Soprintendenza per i Beni culturali. Saranno riqualificati – hanno fatto sapere dalla Regione – i padiglioni uno, due, tre e dieci. Parte delle risorse era già stata stanziata con il Patto per il Sud, gli altri fondi necessari a completare le opere erano stati deliberati dalla giunta regionale. Ad aggiudicarsi l’incarico da parte della Regione, di predisporre il progetto definitivo per la rifunzionalizzazione dell’ex ospedale – secondo quanto hanno riportato diversi quotidiani – è stato l’architetto Alfonso Femia, fondatore di Atelier(s), noto studio internazionale di progettazione con sede a Genova.
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Corridoi vandalizzati dell’ex ospedale (foto Ascosi Lasciti – Liotrum)

Recentemente, l’ex ospedale è stato immortalato in un reportage fotografico realizzato da Ascosi Lasciti, associazione culturale che da anni si dedica all’urbex, esplorazione urbana di luoghi abbandonati. “La deospedalizzazione è iniziata da tempo in Italia e sul suolo siciliano, ma fa sempre un certo effetto visitare un ospedale abbandonato, soprattutto dopo questi ultimi anni nei quali, giornalmente, abbiamo vissuto una penuria di posti letto – racconta a Le Vie dei Tesori, Cristiano La Mantia, presidente di Ascosi Lasciti – . Un luogo spettrale anche se visitato in pieno giorno; lungo i corridoi bui che collegano le stanze vuote sembra di sentire ancora i lamenti dei malati che qui vivevano la loro tragedia. La struttura è molto grande, completamente vuota e vandalizzata. La nostra speranza è che si riesca, soprattutto nei casi come questo, a riconvertire il luogo per riuscire a dare risposte adeguate alla comunità”.(Foto Ascosi Lasciti – Liotrum)