Viaggio tra i luoghi di Enea in Sicilia, l’itinerario riconosciuto dal Consiglio d’Europa

Dalle terre dei ciclopi a quelle degli elimi, il mitico viaggio dell’eroe troiano diventa il 45esimo itinerario culturale riconosciuto a livello europeo

di Giulio Giallombardo

22 Maggio 2021

Un viaggio nel mito, dal fuoco dell’Etna alle terre degli elimi. Echi di un Mediterraneo antico che risuonano tra le tappe di un cammino che unisce oriente e occidente. Crocevia, come sempre, è la Sicilia, teatro di fughe precipitose, tra ciclopi e fiumi di lava incandescente. È il cammino leggendario di Enea, l’eroe cantato da Virgilio, che, in cerca di una nuova terra, parte da Troia distrutta dagli achei, per arrivare alle coste del Lazio, dove getterà il seme per la fondazione di Roma.

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Adesso la Rotta di Enea è diventata il 45esimo itinerario culturale certificato dal Consiglio d’Europa. Un percorso che attraversa cinque Paesi (Turchia, Grecia, Albania, Tunisia e Italia), suddiviso in 21 tappe principali che toccano sei siti Unesco, tre parchi nazionali, per terminare a Roma. La Sicilia è tra le cinque regioni italiane che fanno parte dell’itinerario, promosso nel 2018 dall’associazione Rotta di Enea, in collaborazione con il Comune di Edremit in Turchia, con la fondazione Lavinium e con altri enti e istituzioni a livello internazionale.

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Le tappe dell’avventura di Enea in Sicilia iniziano dalle Isole Ciclopi, al largo di Aci Trezza, che, leggenda vuole, sarebbero i massi scagliati da Polifemo, accecato, contro Ulisse ed i suoi compagni in fuga. La flotta dell’eroe, superati i vortici di Cariddi, approda sul lido dei Ciclopi, dominato dall’Etna, che minaccia un’eruzione. Rifugiati in un bosco Enea e i suoi compagni assistono allo spettacolo di lava e boati a cui il vulcano ci ha ormai abituati. “Frattanto il vento e il sole ci lasciano stanchi, e ignari della rotta arriviamo alle spiagge dei Ciclopi – scrive Virgilio nel terzo libro dell’Eneide – . Il porto, al riparo dei venti, è immoto e vasto; ma accanto l’Etna tuona di orrende rovine, e talvolta vomita nel cielo una nera nube, fumante d’un turbine di pece e di ardenti faville, e solleva globi di fiamme e lambisce le stelle talvolta scaglia eruttando rocce e divelte viscere del monte, e agglomera con un mugghio nell’aria pietre liquefatte, e ribolle dall’infimo fondo”.

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L’indomani, all’alba, i troiani si imbattono in Achemenide, compagno di Ulisse rimasto in Sicilia, che li esorta a fuggire rievocando la mostruosa crudeltà di Polifemo. Neanche a dirlo, appare il ciclope, “mostro orrendo, difforme e smisurato, che avea come una grotta oscura in fronte, in vece d’occhio, e per bastone un pino”, canta Virgilio. Così Enea e i suoi salgono di corsa sulle loro navi, veleggiando lungo la costa sud-occidentale della Sicilia. Superando via via Camarina, Gela, Agrigento, Selinunte, le navi sorpassano Lilibeo ed entrano nel porto di Drepanon (antico nome di Trapani) dove muore Anchise, il padre di Enea. “Di qui mi accoglie il porto e la spiaggia che non dà gioia di Drepano – scrive Virgilio – . Qui spinto da tante bufere di mare, ahimè, perdo il padre, sollievo di ogni affanno e sorte, Anchise”.

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L’anno successivo, dopo la lunga sosta a Cartagine, i troiani tornano in Sicilia, approdando ancora a Drepanon, dove vengono celebrati i giochi in memoria di Anchise. Intanto un gruppo di donne, stanche del lungo viaggio, istigate da Giunone, incendia alcune delle navi: Enea decide così di lasciare in Sicilia quanti non vogliono proseguire, tra cui anziani, donne e bambini, e per loro viene fondata la città di Acesta (nome originario di Segesta) e un tempio dedicato a Venere Ericina, a Erice, nel punto dove oggi sorge il castello normanno.

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Le tappe della Rotta di Enea in Sicilia sono formalmente due – Etna Scogli dei Ciclopi e Trapani Erice Segesta – anche se i luoghi che rientrano nel circuito sono molti di più. L’idea dell’associazione è stata quella di creare un itinerario alla scoperta di un patrimonio di testimonianze archeologiche, religiose, artistiche e siti naturalistici, su cui adesso ha messo il suggello il Consiglio d’Europa.

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“La decisione all’unanimità di conferire all’itinerario Rotta di Enea la certificazione del Consiglio d’Europa – ha dichiarato Giovanni Cafiero, presidente dell’associazione Rotta di Enea – premia un lavoro di oltre tre anni della nostra associazione che è riuscita a creare una rete allargata di aderenti e sostenitori, grazie all’impegno dei volontari che hanno messo a disposizione grande competenza e passione. La Rotta di Enea unisce oggi le sponde della Turchia, della Grecia, della Tunisia, dell’Albania e dell’Italia con i loro territori simbolo della ricchezza dell’identità Europea. Essa può promuovere una ripresa del turismo e degli scambi economici e culturali come occasione di conoscenza, d’incontro, di consolidamento dei valori europei e universali valorizzando la ricchezza delle diversità”.