Lo spettacolo dell’Etna: un pomeriggio di fuoco tra lapilli e cenere
Violenta eruzione con colate di lava dal cratere di sud est. Secondo gli esperti si tratta di attività del vulcano che non desterebbero preoccupazioni
di Ruggero Altavilla
17 Febbraio 2021
Uno spettacolo di lava, fumo e lapilli. Attore protagonista è l’Etna, che ieri pomeriggio ha fatto da mattatore con un monologo infuocato. A fare da scena, il cielo di Catania, coperto da una gigantesca nube colorata dalle sfumature del tramonto. Con un tempismo perfetto, la “Montagna” ha scelto la luce migliore per andare in scena. Un’eruzione violenta, ma per fortuna breve, che ha tenuto tutti col fiato sospeso.
La lava è fuoriuscita dal cratere di sud est e lungo la parete occidentale della Valle del Bove, dove il fronte di fuoco ha raggiunto i duemila metri. Una pioggia di lapilli è ricaduta su Catania, Nicolosi, Mascalucia e altri centri vicini, che oggi si sono svegliati coperti da uno strato di cenere. L’aeroporto di Fontanarossa è rimasto chiuso per sicurezza, con diversi voli, tra arrivi e partenze, cancellati o dirottati. Lo scalo è tornato operativo da questa mattina, dopo che le operazioni di pulizia della pista sono andate avanti per tutta la notte. Inoltre, il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, ha firmato ieri un’ordinanza che vieta temporaneamente la circolazione dei mezzi a due ruote imponendo un limite massimo di velocità delle automobili e degli autocarri a 30 chilometri orari.Le fontane di lava dal cratere di sud est sono andate avanti fino alle prime ore della sera, per poi diminuire gradualmente fino a spegnersi quasi del tutto, con una “tendenza al decremento” che era stata osservata dagli esperti dell’Osservatorio etneo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Il flusso lavico principale si è diretto verso la parte centrale della Valle del Bove, mentre le altre piccole colate laviche che si sono sviluppate verso nord e verso sud, avanzando lentamente, hanno raggiunto una quota di circa 2.900 metri.Ma l’eruzione di ieri non preoccupa i vulcanologi. “Niente di drammatico e niente di pericoloso. L’Etna ci ha già abituato a queste cose, le ha fatte tante volte”. Ha detto Mario Mattia, vulcanologo dell’Ingv di Catania, intervistato dall’Adnkronos dopo l’eruzione. “Quanto avvenuto ieri sul Vulcano – aggiunge – rientra nel quadro di un periodo caratterizzato di attività stromboliana da tutti i crateri sommitali, in particolare da quello di sud-est che in qualche fase può evolvere in quelle che comunemente vengono chiamate fontane di lava”.Il vulcanologo Mattia, ripercorrendo quanto avvenuto ieri, ha ricordato come “l’attività dell’Etna è iniziata intorno alle 16 con incremento repentino del tremore, con la frana di una piccola porzione del cratere di sud-est e l’inizio, intorno alle 16.10, di una fontana di lava di una certa imponenza che ha prodotto un grosso ‘pennacchio’ carico di cenere e lapilli che si è spostato velocemente verso i quadranti meridionali del vulcano, la zona sud dello stesso per intenderci – ha proseguito Mattia – dove si trovano la città di Catania ed i centri come Nicolosi e Mascalucia che in breve tempo sono state raggiunte da questi lapilli anche di grosse dimensioni”.“Tutto questo – ha infine sottolineato all’Adnkronos il vulcanologo dell’Ingv – ha procurato disagio e paura così come, in particolare, la visione della colata lavica, dal cratere di sud est e riversatasi sulla parete occidentale della Valle del Bove, ha generato maggiore apprensione, dando a molti l’impressione di un qualcosa di vicino tanto da poter minacciare anche le zone abitate, ma ovviamente non è così”.(La prima foto grande in alto è di Simone Pulvirenti)