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Il sogno di Guglielmo diventa museo: a Monreale apre un nuovo percorso immersivo e multimediale
Esteso per 1500 metri quadrati lungo tre gallerie dell’abbazia benedettina, nasce uno spazio espositivo interattivo che racconta le origini e la fondazione del Duomo normanno e dell’Arcidiocesi. Un progetto dalla lunga gestazione che adesso è pronto alle visite
di Giulio Giallombardo
4 Dicembre 2024
Nel buio di una piccola sala si staglia un grande albero dai tratti onirici, su cui piove una luce dall’alto, mentre una voce racconta il mito fondativo di una delle chiese più belle del mondo. È l’anticamera del nuovo museo interattivo all’interno dell’abbazia benedettina Santa Maria La Nova a Monreale. “La Fabbrica di Guglielmo” è un grande spazio immersivo, presentato ieri in anteprima, che si estende per circa 1500 metri quadrati lungo tre gallerie del complesso monumentale, e che prima di Natale sarà aperto al pubblico.
È la suggestione del sogno ad accompagnare tutto il percorso espositivo, tra i primi e più estesi musei multimediali del Mezzogiorno. E il sogno è quello di Guglielmo II: il sovrano normanno – leggenda vuole – mentre era a caccia si addormentò sotto un albero di carrubbo. Allora apparve in sogno la Madonna che gli indicò un tesoro con il quale, una volta riportato alla luce, avrebbe costruito una grande chiesa, intorno a cui sarebbe sorta Monreale. È la genesi leggendaria del Duomo normanno più celebre al mondo, attorno a cui è costruita la narrazione di tutto il nuovo museo, che spazia tra storia, arte e architettura.
Uno spazio espositivo che si inaugura dopo una lunga gestazione, iniziata nel 2008, e su cui finora – dicono dall’amministrazione comunale di Monreale – sono stati spesi 4,2 milioni di euro con un altro milione impegnato per il completamento della pinacoteca, della caffetteria con la terrazza e del bookshop.
Il museo si snoda lungo le tre gallerie orientali del complesso monumentale, suddivise in temi che esplorano il regno normanno, la fondazione dell’abbazia benedettina e del vescovado di Monreale. La visita inizia nel vestibolo, dove troneggia “L’Albero dell’origine”, un’installazione che evoca il carrubo della leggenda di Guglielmo. Da lì si accede alle tre gallerie narrative: tra buio, luci e proiezioni, un racconto tra immagini e parole del Duomo di Monreale e del regno normanno in Sicilia, che si incrocia con la storia della Diocesi. La prima area tematica è dedicata alla Cattedrale, con i suoi dettagli artistici, a partire dai celebri mosaici, e simbolici: come le “porte bronzee” che rappresentano l’accesso al paradiso. Un fascio di luce verticale, attraversandole, evoca il concetto di axis mundi, l’asse dell’universo, dove, secondo la teologia benedettina, l’uomo può sentirsi parte del cosmo.
L’esperienza di visita svela progressivamente altre installazioni interattive, la cui parte materiale è stata realizzata da maestranze locali: dai “Leggii del Gravina”, che permettono di esplorare digitalmente l’iconografia dell’opera di Benedetto Gravina sul Duomo di Monreale, al “tavolo lenticolare”, uno strumento circolare che consente di navigare tra mappe antiche e testi tratti dal Libro di Ruggero di Edrisi, scritto nel 1154.
Lungo il percorso si possono aprire le ante degli “Armadi della Diocesi”, dove si illuminano documenti preziosi che si soffermano su aspetti storici come coltivazioni, casali, castelli e ritratti dei vescovi. Poi si scoprono sei bauli in legno con dentro riproduzioni virtuali di monete, pergamene, reliquiari e corredi reali. Spicca “Il Manto di Re Ruggero II”, una maestosa ricostruzione in seta rossa con ricami simbolici, che invita a immergersi nella storia e diventa una sorta di “abside laico” del museo. Tocchi interattivi permettono di esplorare anche antichi tari e sigilli storici. Giochi di luce, inoltre, esaltano la simbologia astronomica che ha accompagnato la progettazione della Cattedrale, come l’asse luminoso che, ogni 15 agosto, collega simbolicamente l’ingresso alla figura del Cristo Pantocratore. Quest’ultimo è protagonista di un momento centrale del percorso, arricchito da rimandi simbolici ispirati alla tradizione cristiana.
“I lavori in questo complesso partono anni fa – spiega il sindaco di Monreale, Alberto Arcidiacono – poi le amministrazioni si sono succedute ma non sono mai riuscite ad arrivare fino a questo punto. Negli ultimi anni, abbiamo dato un’accelerazione ai lavori per giungere fino all’apertura al pubblico. È un museo multimediale di ultima generazione che dà la possibilità ai visitatori di conoscere la storia di Monreale con schermi interattivi: una promenade attraverso gli spazi di questo complesso per vedere con gli occhi di Guglielmo II i fatti e apprendere le vicende legate a Monreale tra storia e leggenda. È un po’ come raccontare le nostre radici attraverso una favola. Sarà fruibile a tutti, anche a chi e diversamente abile”.
A progettare il nuovo spazio espositivo, voluto dal Comune di Monreale e finanziato con fondi regionali e nazionali, è stato un team multidisciplinare di architetti, ingegneri, storici dell’arte e tecnici. L’ideazione ed il progetto dell’allestimento museale sono degli architetti Giuseppe Di Benedetto, Giovanni Nuzzo, Sabina Di Cristina, lole Gini e degli ingegneri Pietro Faraone e Giovanni Pecorella. Il progetto multimediale e le videoinstallazioni sono di Studio Azzurro, con l’ideazione e la regia di Leonardo Sangiorgi e il coordinamento del progetto multimediale di Olivia De Muro. La consulenza per i contenuti museologici e testuali sono, invece, curati da Pietro Corrao, Serena Falletta e Giovanni Travagliato.
“Non è un museo che espone e mete in mostra collezioni, opere d’arte e documenti – dice Giuseppe Di Benedetto, docente di Composizione architettonica e urbana all’Università di Palermo – trova la sua ragion d’essere non nella materialità tangibile dei suoi contenuti da mostrare attraverso un allestimento, ma in due aspetti fondamentali che più di ogni altra cosa lo caratterizzano: un’importante storia da raccontare e uno straordinario luogo in cui mettere in scena questo racconto. Si avvale di una varietà di nuovi elementi, mezzi di comunicazione elettronici ed interattivi che hanno il compito di coinvolgere il visitatore in prima persona trasformandolo in un ‘io narrante’ che decide in che modo, dove e quando venire a conoscenza delle informazioni ‘messe in scena’ nel museo”.
(Foto Giulio Giallombardo)