◉ CULTURA

La sinagoga di Palermo nell’antico oratorio: un’attesa che sta per finire

Firmato un nuovo protocollo d’intesa tra Comune, Arcidiocesi e comunità ebraiche che porterà al restauro della chiesa di Santa Maria del Sabato, nel cuore della città, dove un tempo si trovavano gli antichi borghi ebraici della Guzzetta e della Meschita. I lavori di adeguamento inizieranno nel 2025

di Giulio Giallombardo

10 Dicembre 2024

Torna ad accendersi la speranza della comunità ebraica di Palermo. Questa volta non sembrerebbero esserci più ostacoli per l’apertura dell’attesa sinagoga nell’oratorio di Santa Maria delle Grazie, o “del Sabato”, dove un tempo si trovavano gli antichi borghi ebraici della Guzzetta e della Meschita, tra via Maqueda e via Roma. Un protocollo d’intesa è stato firmato nei giorni scorsi dall’amministrazione comunale, insieme con l’Arcidiocesi di Palermo, l’Unione delle comunità ebraiche italiane e la comunità ebraica di Napoli.

L’arco in via dei Calderai che conduce all’oratorio del Sabato

La chiesa, nel 2017, era stata concessa dall’Arcidiocesi in comodato d’uso alla comunità ebraica di Napoli, ma per mancanza di fondi non si potè procedere al restauro. Adesso, come sottoscritto nel protocollo, la stessa comunità campana, che ha giurisdizione su quella di Palermo, si è impegnata a rinunciare all’assegnazione. Un atto che consentirà all’Arcidiocesi di stipulare un nuovo contratto di comodato d’uso gratuito in favore del Comune di Palermo, che procederà nel 2025 a riqualificare l’oratorio del Sabato e adeguarlo per trasformarlo in sinagoga.

A sua volta – secondo quanto previsto dal protocollo – l’amministrazione comunale, attraverso un atto formale di comodato, consentirà gratuitamente alla comunità ebraica locale lo svolgimento delle proprie attività di religione e di culto, mentre la Comunità ebraica di Napoli, in accordo con la sezione di Palermo, si occuperà della custodia dell’edificio e della promozione di iniziative culturali.

La firma del protocollo

Alla firma del protocollo nei locali della Curia hanno preso parte, per il Comune di Palermo, il sindaco Roberto Lagalla; per la Curia l’arcivescovo Corrado Lorefice; per l’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, e per la Comunità ebraica di Napoli, la presidente Lydia Schapirer. Per l’occasione è stata ricordata Evelyne Aouate, per anni anima della comunità ebraica in Sicilia, fondatrice dell’Istituto siciliano di studi ebraici, scomparsa nel 2022.

“La firma del protocollo – afferma il sindaco Roberto Lagalla – imprime una spinta decisiva dal punto di vista operativo per la realizzazione di una sinagoga a Palermo, ma ha, senza dubbio, anche un forte valore simbolico, specie in questo delicato momento di conflitto internazionale, con l’auspicio che possa concludersi in tempi brevi. Con questa intesa, da Palermo vuole partire un ulteriore messaggio di pace, in una città che, da sempre, è luogo di incontro di culture e religioni diverse.

L’iscrizione in italiano, ebraico e arabo del vicolo Meschita

“Il protocollo d’intesa è un passaggio importante per riavvicinare la città alla comunità ebraica – dice l’assessore al Turismo Alessandro Anello, presente in Curia alla firma del protocollo – in un periodo segnato purtroppo da un antisemitismo in crescita, in particolare dopo il 7 ottobre 2023 con l’attacco di Hamas a Israele. Palermo ha sempre dimostrato come sia fondamentale il rispetto reciproco fra comunità e la collaborazione fra il Comune, la Curia e l’Ucei segna un nuovo percorso di collaborazione per dare ulteriore vita alla città”.

“Siamo molto contenti. Per diverso tempo questo ‘dono’ era rimasto in sospeso, in attesa della possibilità di avviare il restauro. Ciò diventa oggi possibile grazie all’intervento del Comune – ha detto Noemi Di Segni, come riporta Moked, il portale dell’ebraismo italiano – . In raccordo con il rabbinato italiano, si procederà per far sì che questo spazio diventi luogo non solo di culto, ma anche di cultura ebraica. Un polmone che questa città merita di avere, perché non bisogna mai dimenticare che è la cultura a generare convivenza e dialogo”.

L’interno dell’oratorio del Sabato (foto Stendhal55, licenza CC BY-SA 4.0)

Il portale d’ingresso dell’oratorio del Sabato, appare superando un arco che si affaccia sulla via dei Calderai, non distante dalla chiesa di San Nicolò da Tolentino, nel cuore dell’antico quartiere dove un tempo sorgeva la grande sinagoga. La chiesa, decorata a stucco nel 1740 da Procopio Serpotta, è stata temporaneamente riaperta alle visite nel 2018, in occasione della biennale d’arte Manifesta 12 e del festival Le Vie dei Tesori.