◉ MESSINA

Riapre la Villa Romana di Patti Marina, scrigno di storia e bellezza sul Tirreno

Scoperta nel 1973 durante la costruzione dell’autostrada Messina-Palermo, il sito archeologico è diventato negli anni un punto di riferimento per gli studi sul tardo Impero romano in Sicilia e rappresenta un importante esempio di residenza aristocratica dell'epoca. Durante la chiusura, durata quattro mesi, sono stati svolti alcuni lavori di manutenzione

di Marco Russo

17 Giugno 2025

Dopo quattro mesi di chiusura, la Villa Romana di Patti Marina torna ad accogliere i visitatori. A partire da oggi, il sito archeologico affacciato lungo la costa tirrenica messinese riapre i cancelli, grazie al completamento dei recenti interventi di manutenzione straordinaria. A comunicarlo è il Parco archeologico di Tindari, diretto dall’architetto Giuseppe Natoli, che conferma anche gli orari di visita: da martedì a domenica, festivi inclusi, dalle 9 alle 19. Rimane temporaneamente chiuso l’Antiquarium, ancora oggetto di lavori.

La riapertura del sito rappresenta un momento di grande valore culturale per il territorio e un’occasione per riscoprire uno dei più preziosi tesori dell’archeologia tardoantica in Sicilia. La Villa di Patti Marina è un esempio importante di architettura residenziale romana, testimonianza della ricchezza artistica e sociale che caratterizzava le élite urbane nel cuore del IV secolo dopo Cristo, durante l’epoca della tarda romanità.

L’interno della villa (foto Effem, licenza CC BY-SA 4.0)

La storia di questa domus affonda le radici nella tarda antichità, quando, in un momento di relativa stabilità politica e prosperità economica sotto l’imperatore Costantino, le classi agiate dell’Impero fecero costruire sontuose residenze suburbane. A Patti Marina, sulla fascia costiera ai piedi delle colline dove oggi si sviluppa la moderna cittadina di Patti, una di queste famiglie scelse di edificare la propria dimora su un impianto abitativo più antico, verosimilmente risalente al II secolo. Ma fu solo nel 1973, durante i lavori per la costruzione dell’autostrada Messina-Palermo, che la villa fu scoperta.

L’impianto architettonico si articola attorno a un grande peristilio quadrangolare, il cuore pulsante della residenza, intorno al quale si dispongono in modo razionale gli ambienti della vita privata e pubblica: stanze di rappresentanza, sale per il soggiorno e il ricevimento degli ospiti, ma anche ambienti di servizio e spazi destinati alla servitù. Il peristilio, definito da un elegante quadriportico, è impreziosito da un raffinato mosaico pavimentale policromo. Le tessere, disposte con maestria, formano una complessa trama di festoni d’alloro, intrecci, meandri spezzati e motivi geometrici che accompagnano lo sguardo verso il centro della corte interna, un tempo adibita a giardino.

Sul lato meridionale del peristilio si apre la sala più rappresentativa della villa: un grande triclinium triabsidato, destinato ai banchetti e alla vita conviviale dell’aristocrazia romana. Qui l’articolazione decorativa del pavimento musivo raggiunge un livello di complessità e raffinatezza che testimonia il prestigio del proprietario e il ruolo della villa come luogo di autorappresentazione del potere e della cultura del dominus.

La Villa Romana di Patti Marina (foto Effem, licenza CC BY-SA 4.0)

Non mancava, naturalmente, l’edificio termale, componente essenziale nelle dimore patrizie romane. Le strutture termali della Villa di Patti Marina mostrano ancora oggi i resti dei pavimenti sospesi su piletti in laterizio (suspensurae), utilizzati per far circolare aria calda prodotta da un fornello (praefurnium), oltre a canalizzazioni e vasche per il bagno. L’impianto riflette i fasti delle terme romane, ma adattati alla dimensione privata e al piacere domestico, in un equilibrio perfetto tra funzionalità e lusso.

Nel contesto più ampio dell’archeologia siciliana, la Villa Romana di Patti Marina si inserisce in un ricco panorama di insediamenti residenziali tardoimperiali che, dal celebre esempio della Villa del Casale di Piazza Armerina fino alla meno conosciuta Villa del Tellaro, delineano una Sicilia intensamente romanizzata, ma anche crocevia di culture e influenze artistiche.