Gli affreschi ritrovati nei depositi dell’Archivio di Stato di Catania
21 Dicembre 2021
Presentato alla città il capolavoro rinvenuto nell’ex convento di Santa Caterina da Siena al Rosario e restaurato con i fondi dell’8 per mille dell’Irpef
di RedazioneNon è solo la scoperta di un’opera d’arte venuta alla luce dopo oltre quattrocento anni di storia; è la restituzione alla collettività di un capolavoro pittorico che racconta l’excursus culturale di un edificio che, attraverso la sua intricata evoluzione istituzionale e architettonica, è oggi testimonianza di memoria: dal periodo post-sismico ai bombardamenti bellici, passando per la secolarizzazione dei beni ecclesiastici, passati in mano allo Stato per “fini di pubblica utilità” con l’avanzare della modernità.
È questa la storia dell’affresco settecentesco inaugurato nei giorni scorsi all’Archivio di Stato di Catania, rinvenuto fortuitamente nei depositi al piano terra dell’edificio di via Vittorio Emanuele, che dal 1868 ospita scaffalature contenenti volumi, carte sciolte, pergamene, mappe. La nuova sala degli Affreschi – che raffigura personaggi cari alla tradizione domenicana, insieme alla Madonna, a Sant’Agata e Santa Lucia – è stata dedicata a Matteo Gaudioso, storico, professore universitario e direttore dell’Archivio di Stato di Catania. A partire da giovedì 22 dicembre la sala verrà aperta ai visitatori e ai turisti.“Era il 2008 e proprio in questa sala, nella penombra, da un pezzo di muro scrostato apparve lo sguardo mite e luminoso della Madonna in preghiera – ha sottolineato la direttrice dell’Archivio, Maria Nunzia Villarosa – da quel momento in poi si spalancò una finestra sul culto e la cultura catanese. Quel locale, infatti, era la ‘chiesa nella chiesa’ del convento domenicano di Santa Caterina da Siena, primitivo sito di preghiera della congregazione del Santissimo Rosario. L’opera d’arte, unica nel suo genere, è venuta interamente alla luce e restaurata grazie ai fondi dell’8 per mille dell’Irpef a diretta gestione della presidenza del Consiglio dei ministri”.Al momento l’autore più accreditato degli affreschi – paragonabili per bellezza e interezza solo a quelli della chiesa di San Benedetto – sembra essere il pittore messinese Vincenzo Tuccari, del quale è assolutamente certo il quadro datato 1709, che si trova nella chiesa di Santa Domenica a Taormina e che raffigura la Madonna della Lettera, i cui tratti presentano incredibili rassomiglianze con la Madonna della Sala degli Affreschi.“È un giorno molto importante per la città di Catania – ha sottolineato il sindaco Salvo Pogliese in occasione dell’inaugurazione – perché si restituisce alla collettività un patrimonio d’inestimabile bellezza, attraverso un percorso sinergico fra le varie istituzioni coinvolte. Un tassello aggiuntivo dello splendido mosaico che è il patrimonio culturale e artistico della nostra città; un’opera carica di quel fervore artistico e religioso post-sismico che è parte della nostra memoria cittadina”. La sovrintendente di Catania, Donatella Aprile, ha parlato di un ritrovamento importante per la città, “ma anche per l’arte italiana e per il restauro, che consente – com’è avvenuto in questo caso – di recuperare e valorizzare beni culturali ereditati da un glorioso passato”.“Culto e cultura devono camminare insieme, armonicamente, pur nella loro legittima e necessaria autonomia – ha concluso l’arcivescovo di Catania, Salvatore Gristina – la Chiesa è lieta di aver potuto consegnare quest’immagine divina, mi auguro che possa continuare questa sinergia tra le diverse anime della città”.