◉ PALERMO
La Kalsa si fa bella, presentati i restauri di quattro palazzi storici
Dai palazzi Butera, Petrulla e Piraino, dove nascerà un centro studi e una scuola dei mestieri legati all’edilizia, fino al giardino e porticato dello Steri, da dieci anni l’antico quartiere è al centro di interventi di risanamento, alcuni completati, altri ancora in corso
di Ruggero Altavilla
11 Luglio 2024
Un quartiere che cambia volto grazie al restauro dei suoi palazzi storici. Accade alla Kalsa di Palermo, culla della città, un tempo roccaforte dell’emiro e oggi vivace labirinto di vicoli e piazze su cui si affacciano chiese e monumenti. Negli ultimi dieci anni il quartiere è al centro di interventi di restauro e valorizzazione di quattro palazzi storici, alcuni completati, altri in corso: Palazzo Butera, che il collezionista Massimo Valsecchi ha acquistato e trasformato insieme alla moglie Francesca Frua de Angeli, in un grande polo espositivo; poi l’adiacente Palazzo Piraino, dove nascerà un centro studi e una scuola dei mestieri legati all’edilizia e al recupero conservativo; Palazzo Petrulla e anche il trecentesco giardino e porticato dello Steri.
I lavori effettuati e quelli in corso sono stati presentati ieri durante una visita ai cantieri in corso e ai palazzi restaurati, a cui erano presenti, tra gli altri, lo stesso Valsecchi, e diversi professionisti e maestranze che collaborano col collezionista, tra cui l’architetto Giovanni Cappelletti; Mario Puglisi, titolare della ditta Emmecci srl di Gangi, che ha realizzato i lavori, insieme a Gaetano Alaimo, il responsabile dei cantieri.
Quella del recupero dei palazzi Butera, Petrulla, Pirajno e del giardino dello Steri, è una storia che va oltre i numeri, anche se le cifre possono dare un’idea dello sforzo compiuto in questi anni. I lavori di ristrutturazione dei Palazzi Butera ammontano a quasi 12 milioni, quelli di Palazzo Petrulla a 5 milioni, quelli di Palazzo Piraino a più di 1,5 milioni, mentre i lavori di recupero e restauro del giardino e del porticato dello Steri ammontano a 360mila euro. Se si considera l’indotto, si arriva a cifre ben superiori ai 20 milioni di euro, investite per la rinascita della Kalsa.
“Quello che mi interessa è un progetto che aiuti la Sicilia a ritornare quel grande centro di scambi internazionali che è stato nel passato – afferma Massimo Valsecchi – . Fino al ‘700 tutto il mondo passava da qui, poi improvvisamente tutto e finito. Ma questo non l’ho visto e non lo vedo solo come un limite. Palermo e la Sicilia sono state in un certo modo ‘protette’, non sono state contaminate da quell’eccesso di tecnologia e disumanizzazione che altrove imperversa. Qui esiste ancora una grande capacità di artigianalità, di manualità che sono la vera scommessa per il futuro”.
“In questi anni – aggiunge Mario Puglisi – abbiamo scritto una bella storia per la Kalsa di Palermo. Ne siamo profondamente orgogliosi. Quindici anni fa eravamo una piccola azienda con una ventina di dipendenti, oggi siamo una squadra di 240 persone con un fatturato di oltre 43 milioni di euro e circa 60 cantieri attivi in tutta Italia. Dietro queste cifre in realtà ci sono il sudore, la fatica e le mani preziose delle nostre maestranze. Parliamo di uomini, donne e giovani siciliani che, grazie al loro mestiere, hanno potuto evitare di fare la valigia e non tornare più. Noi speriamo di far sì che ognuno dei nostri collaboratori, attraverso il lavoro onesto, riesca ad essere libero da ogni bisogno e realizzi prima sé stesso e poi contribuisca alla crescita della nostra comune impresa”.
Nel cantiere in corso a Palazzo Petrulla, antica dimora del 1629 in via Butera, sono state recuperate le facciate ed è stato effettuato un intervento di risanamento strutturale dell’intero edificio, che versava in condizioni critiche. Sotto l’attento occhio della Soprintendenza è stato anche effettuato il recupero dei preziosi affreschi. Infine è stato eseguito un lavoro per l’abbattimento delle barriere architettoniche con inserimento di due ascensori.
Appartenuto alla famiglia Gioeni, che vi abitò fino ai primi del Novecento, poi, per via ereditaria, il palazzo passò per due generazioni ai principi Pignatelli, successivamente venne trasferito ai fratelli Lagrutta. Fino ai nostri giorni con l’acquisto di un gruppo di investitori, palermitani e non, che sono i protagonisti dell’attuale restauro. I lavori nelle parti comuni sono ormai completati, l’edificio avrà una destinazione prevalentemente residenziale, tranne i corpi bassi che potranno avere destinazioni diverse, come ad esempio la cavallerizza che si presta ad usi culturali.
A Palazzo Butera, si ricorda il restauro dei tetti, grazie a cui sono state salvate tutte le capriate e i coppi antichi sono stati ricollocati su una struttura moderna. Poi, i lavori di ripristino delle facciate, della copertura, la sistemazione della terrazza, e interventi sul cortile. Anche a Palazzo Piraino, si sta procedendo a un restauro conservativo generale, con interventi sui travi e capriate, risanamento degli intonaci, degli affreschi e degli stucchi, l’installazione di nuove pavimentazioni e nuovi impianti idrici, elettrici, termici. Allo Steri, infine, è stato recuperato e restaurato il porticato e il giardino, nell’area che un tempo ospitava il viridarium chiaramontano. Inoltre, un’ampia campagna di scavi archeologici ha portato alla luce elementi trecenteschi che completano la configurazione originaria del palazzo.