◉ PALERMO

La misteriosa cisterna nascosta nella Favorita: un tunnel di 20 metri sepolto nel verde

A pochi metri dall’Ulivo millenario c’è una grande vasca sotterranea che probabilmente faceva parte dell’antico sistema d’irrigazione borbonico. Un manufatto poco conosciuto, ma censito come bene storico, che sarà inserito nel piano di fattibilità per la conservazione, gestione e valorizzazione del Parco

Di Giulio Giallombardo

22 Febbraio 2024

È quasi del tutto inghiottita dal verde. Arbusti e fichi d’india hanno messo radici sul tetto, lasciando scoperto solo un piccolo passaggio che sprofonda nel buio. Sotto quel fitto tappeto di vegetazione si nasconde un’enorme cisterna lunga oltre venti metri che sembra un tunnel o un bunker segreto. È una delle sorprese in cui ci si può imbattere, camminando nel parco della Favorita, storico polmone verde di Palermo, 250 ettari di meraviglie che non smettono mai di stupire. Un’oasi naturalistica dalle potenzialità enormi, finora mai davvero valorizzata.

Il pozzetto con il catuso

Quella che sembra essere un’antica cisterna di epoca borbonica, appare a metà strada tra l’ulivo Patriarca della Favorita e i campi Malvagno. Apparentemente ricorda un dammuso, di cui si intravede la copertura leggermente curva probabilmente per convogliare le acque piovane all’interno. Ma attraversando il varco lasciato aperto, percorrendo un piccolo scivolo, ci si trova davanti a un imponente ambiente semi-ipogeo, con le volte in pietra e le pareti intonacate che riportano ancora i segni dell’acqua. Dal lato opposto, un cono di luce lascia intravedere un pozzo con un catuso che serviva verosimilmente a convogliare l’acqua nella cisterna.

L’esterno della cisterna

“Anche se è un sito già censito nel piano d’uso del Parco come manufatto storico, poco conosciamo della sua storia. Da un primo sopralluogo, riteniamo possa trattarsi di una cisterna risalente all’epoca borbonica, successivamente adattata ad altri usi, magari come ricovero per animali o magazzino”. Sono ipotesi di Giovanni Provinzano, direttore della Riserva di Monte Pellegrino, coinvolto nel gruppo di lavoro interdisciplinare recentemente istituito dal sindaco Roberto Lagalla e presieduto dall’agronomo Giuseppe Barbera (ve ne abbiamo parlato qui). Una squadra che coinvolge esperti con diverse competenze, che insieme stanno elaborando un piano di fattibilità per la conservazione, gestione e valorizzazione della Favorita.

La cisterna, lunga oltre 25 metri, larga quattro e alta circa tre e mezzo, sembrerebbe far parte degli antichi sistemi di irrigazione della Favorita, anche se molto diversa rispetto alle altre vasche presenti nel parco. Adiacente alla parete posteriore, nascosto tra i rovi, c’è anche un pozzo nel cui fondo si apre un tunnel ancora da esplorare, forse un canale idrico, che potrebbe essere collegato a un altro passaggio presente vicino ai campi Malvagno.

Pozzo adiacente alla cisterna

“L’utilizzo idrico è confermato dalla presenza di intonaci che impermeabilizzavano la vasca e dalla presenza di catusi che portavano l’acqua all’interno della cisterna, – prosegue Provinzano – . Questo sarà uno dei siti che certamente inseriremo nel progetto di recupero di rifunzionalizzazione del parco, perché rientra in un circuito monumentale che stiamo ipotizzando di valorizzare”.

Una struttura sconosciuta perfino per Pietro Todaro, geologo tra i maggiori esperti del sottosuolo della città: “Non ho mai visto questo manufatto – precisa Todaro – dalle immagini sembrerebbe essere più uno stagnone che una cisterna, ma per una valutazione corretta, occorrerebbe fare un sopralluogo nel sito”.

La vasca della cisterna

La grande vasca ha stupito anche Giuseppe Barbera, che l’ha scoperta insieme a Giovanni Provinzano e al dirigente regionale del Servizio 3 Aree Naturali protette, Francesco Picciotto. “È una delle sorprese che riserva la Favorita – dice Barbera – in ogni angolo ce n’è una, tra manufatti e scorci bellissimi su Monte Pellegrino, sui boschi e sugli agrumeti che sono straordinari. Mettere insieme tutto questo è l’obiettivo del piano di fattibilità che stiamo redigendo”. La sfida è impiegare nel miglior modo possibile i 10 milioni di euro previsti dal Pon Metro e destinati ala Favorita, con interventi che vanno dalla manutenzione al ripristino dei beni monumentali, come le statue e le fontane, i giardini storici e il recupero dei frutteti. “Sicuramente anche la valorizzazione della cisterna rientra tra questi interventi e l’intenzione è di renderla fruibile, anche se – conclude Barbera – è ancora presto per dire quale sarà il suo utilizzo”.

(Foto e video: Giulio Giallombardo)