Recuperate quattro antiche anfore nel mare di Mazara del Vallo

I reperti erano stati avvistati nel basso fondale dei lidi Tonnarella e sono stati prelevati dai sub della Soprintendenza del Mare

di Redazione

4 Luglio 2022

Affiorano nuovi reperti archeologici dai mari siciliani. Quattro anfore sono state recuperate al largo di Mazara del Vallo, nelle acque di Tonnarella, dal nucleo subacqueo della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana. La presenza dei reperti, avvistati nel basso fondale dei lidi balneari della zona, era stata segnalata dalla subacquea mazarese, Francesca Maggio.

 width=

Una delle anfore recuperate (foto Salvo Emma)

Le operazioni di recupero – fanno sapere dalla Regione – si sono svolte con la collaborazione della Capitaneria di Porto di Mazara, comandata dal capitano di Fregata, Enrico Arena. I subacquei della Soprintendenza del Mare, Salvo Emma e Nicolò Bruno, hanno effettuato il recupero di quattro anfore e di altri frammenti di materiale anforaceo. Fondamentale la collaborazione di Walter Marino, della “Scuba School” di Mazara, profondo conoscitore dei fondali mazaresi, al quale sono stati temporaneamente affidati i reperti nella sede della Lega Navale Italiana di Mazara.
 width=

Il team che ha partecipato alle operazioni di recupero dei reperti

Le anfore sono state subito sottoposte al primo intervento di desalinizzazione su indicazioni dei tecnici della stessa Soprintendenza. Il sito subacqueo è stato documentato e rilevato e già nella zona di Tonnarella sono state messe in atto le procedure per verificare la possibile presenza di altre evidenze archeologiche “Ancora una volta – sottolinea l’assessore regionale ai Beni culturali, Alberto Samonà – il fondamentale e tempestivo supporto dei sub locali ha consentito il recupero di importanti reperti; la tempestiva segnalazione alla Capitaneria di Porto e alla Soprintendenza del Mare ha permesso, infatti, di individuare e recuperare le anfore che si trovavano in evidente pericolo di trafugamento. Si tratta di una zona molto interessante, già in passato oggetto di ritrovamenti e di scavi archeologici, dove si potranno avviare ulteriori indagini”.
 width=

Il recupero di una delle anfore (foto Vito Licari)

Le anfore recuperate sono di quattro tipologie diverse: un’anfora romana del tipo “Lamboglia II” di età tardo repubblicana e altre tre, frammentate, di età più tarda. “La collaborazione tra istituzioni – dichiara il soprintendente del Mare, Ferdinando Maurici – ancora una volta ha consentito di porre in essere quelle azioni di tutela fondamentali per la protezione del patrimonio culturale subacqueo. Il consolidato rapporto con la Guardia Costiera, che ci fornisce supporto con uomini e mezzi, è per noi di fondamentale importanza; una collaborazione che porta sempre a risultati eccellenti”.