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San Nicolò l’Arena torna a splendere: restauro al via nella chiesa più grande della Sicilia

Grazie a un finanziamento di oltre 800 mila euro previsto dal Pnrr, parte il cantiere nel monumentale edifico barocco di Catania. L’accordo tra Ministero, Soprintendenza e Comune permetterà il recupero di cappelle, sacrestia e coperture, con l’obiettivo di rendere il sito più accessibile e valorizzato entro il 2026

di Redazione

17 Luglio 2025

Un investimento da oltre 800 mila euro darà nuova vita alla chiesa di San Nicolò l’Arena, a Catania. I lavori, finanziati nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, rientrano nel piano di interventi per la valorizzazione del patrimonio appartenente al Fondo edifici di culto (Fec), e sono stati definiti grazie a un accordo tra il ministero dell’Interno, la soprintendenza per i Beni culturali e il Comune di Catania.

Un capolavoro barocco da tutelare

Camminamento di San Nicolò l’Arena

Il complesso monumentale di San Nicolò l’Arena, che fa parte dell’imponente monastero benedettino inserito nella lista del patrimonio mondiale Unesco dal 2002, è tra i più vasti d’Europa. Simbolo dell’eredità storica e artistica della Sicilia barocca, la chiesa rappresenta un punto di riferimento culturale e religioso per l’intera regione. La sua maestosa struttura e la ricchezza decorativa la rendono una delle espressioni più compiute dell’architettura settecentesca del Sud Italia.

Cosa prevede l’intervento

L’intervento –  spiegano dalla Regione – si concentrerà sul risanamento di parte della copertura e su opere di drenaggio delle acque, fondamentali per la conservazione del monumento. In programma anche il restauro di due cappelle e della sacrestia, che presentano segni di degrado e richiedono un recupero filologico. È previsto inoltre un miglioramento dell’accessibilità, con l’obiettivo di rendere il sito più fruibile e integrato nella rete dei luoghi della cultura regionale. I lavori saranno completati entro il 30 giugno 2026, rispettando la scadenza fissata dai fondi europei.

Un esempio di sinergia istituzionale

L’altare della chiesa

“Questa intesa rappresenta un esempio virtuoso di cooperazione istituzionale – ha dichiarato l’assessore regionale ai Beni culturali Francesco Paolo Scarpinato –. La Sicilia dimostra ancora una volta la sua capacità di utilizzare in modo efficace e progettuale le risorse nazionali ed europee, al fine di valorizzare la propria identità e i propri luoghi della memoria”.

La grandiosità incompiuta della facciata

A rendere ancor più suggestiva la chiesa è la sua facciata, rimasta incompiuta: una struttura che, pur priva di decorazioni definitive, comunica un’austera maestosità. L’interno, invece, sorprende per le sue proporzioni: con una lunghezza di 105 metri e una cupola che raggiunge i 66 metri d’altezza, San Nicolò l’Arena è considerata la chiesa più grande della Sicilia. La sua planimetria rivela l’ambizione di un’architettura che fonde spiritualità e potenza scenica, con una navata centrale ampia e luminosa e cappelle laterali ornate da marmi e stucchi.

L’organo monumentale e la cupola simbolo

La navata di San Nicolò con le candelore

Tra gli elementi di maggiore pregio all’interno della chiesa spicca il monumentale organo realizzato da Donato Del Piano. Costruito con 2.378 canne in legno e lega di stagno, sei mantici, cinque tastiere e settantadue registri, lo strumento era progettato per riprodurre l’intero spettro sonoro degli strumenti musicali dell’epoca. Poteva essere suonato da tre organisti contemporaneamente, a dimostrazione della sua complessità tecnica e della ricercatezza acustica del progetto originario.

La cupola, progettata per essere visibile da ogni punto della città, rappresenta il cuore simbolico dell’edificio. Non solo elemento architettonico dominante, ma anche segno tangibile della vocazione spirituale del luogo, capace di evocare protezione e centralità per l’intera comunità catanese.

La casa delle candelore

Le candelore all’interno di San Nicolò L’Arena

La chiesa dal 2020, il Museo delle candelore, luogo che racconta la tradizione secolare legata alla festa di Sant’Agata (ve ne abbiamo parlato qui). Custodisce i grandi ceri adornati con decorazioni artigianali, angioletti in legno dorato, figure di santi, fiori e bandiere, che rappresentano le corporazioni delle arti e dei mestieri della città. Le candelore ancora oggi sfilano davanti al fercolo durante la processione di febbraio, anticamente, in assenza di illuminazione elettrica, avevano il compito di fare luce durante il cammino.