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San Nicolò l’Arena, la chiesa-gigante di Catania diventata casa delle candelore

L’imponente edificio barocco, con la sua caratteristica facciata incompiuta, ospita dal 2020 il museo delle preziose sculture barocche che sfilano ogni anno durante i festeggiamenti in onore di Sant’Agata. Ceri, adornati con angeli, santi e fiori, che illuminavano le strade della città prima dell’avvento della luce elettrica

di Redazione

26 Febbraio 2025

È la casa delle candelore, che hanno da poco sfilato per le strade di Catania, celebrando Sant’Agata. Nell’imponente chiesa di San Nicolò l’Arena, considerata la più grande della Sicilia, resa ancor più affascinante dalla facciata incompiuta, sono custodite le grandi sculture di legno, portate in processione durante i festeggiamenti in onore della patrona, che si svolgono ogni anno dal 3 al 5 febbraio. Svettanti come torri, queste strutture, realizzate in legno e arricchite con decorazioni in stile barocco, rappresentano le corporazioni delle arti e dei mestieri della città, ciascuna con il proprio stile e la propria storia.

Le candelore all’interno di San Nicolò l’Arena

Allestito nel 2020, il Museo delle candelore è il luogo che racconta la tradizione secolare legata alla festa di Sant’Agata. I grandi ceri adornati con decorazioni artigianali, angioletti in legno dorato, figure di santi, fiori e bandiere, sfilano davanti al fercolo durante la processione di febbraio, poiché in passato, in assenza di illuminazione elettrica, avevano il compito di fare luce durante il cammino. Vengono trasportate a spalla da un gruppo di portatori, il cui numero varia da 4 a 12 uomini, a seconda del peso del cero.

Ognuna delle candelore, il cui numero è variato nei secoli e oggi sono quindici, ha una precisa identità e si compone di diversi elementi: la forma distintiva del cero, il modo in cui viene mosso e oscillato, e la scelta di una marcia come accompagnamento musicale. I ceri sfilano sempre seguendo un ordine prestabilito. Ad aprire la processione è il piccolo cero di monsignor Ventimiglia. Il primo grande cero rappresenta i residenti del quartiere di San Giuseppe La Rena e fu realizzato all’inizio dell’Ottocento. Segue quello dei giardinieri e dei fiorai, in stile gotico-veneziano. Il terzo in ordine di apparizione è quello dei pescivendoli, in stile tardo-barocco, decorato con figure sacre e piccoli pesci. Il suo passo caratteristico gli ha valso il soprannome di “bersagliera”. Il cero successivo è quello dei fruttivendoli, che si distingue per un’andatura elegante ed è per questo chiamato la “signorina”. Quello dei macellai, invece, ha la forma di una torre a quattro livelli.

Il cereo dei pastari durante le celebrazioni di Sant’Agata (foto Effems, licenza CC BY-SA 4.0)

La candelora dei pastai è un semplice candeliere settecentesco, privo di decorazioni elaborate. Quella dei pizzicagnoli e dei bettolieri è in stile liberty, mentre quella dei panettieri è la più pesante, arricchita con grandi angeli e soprannominata la “mamma” per il suo ritmo cadenzato. A chiudere la processione è la candelora del circolo cittadino di Sant’Agata, introdotta dal cardinale Dusmet. In passato, le candelore erano più numerose: esistevano quelle dei calzolai, dei confettieri, dei muratori, arrivando in alcuni periodi a contarne ben ventotto.

La navata di San Nicolò con le candelore

Le candelore oggi si possono ammirare tutto l’anno tra le navate di San Nicolò, una delle chiese più importanti della città, che domina la scenografica piazza Dante. La facciata, rimasta incompiuta, è un esempio di maestosità sobria, mentre l’interno colpisce per le sue dimensioni imponenti: con una lunghezza di 105 metri e un’altezza di 66 metri alla cupola, San Nicolò l’Arena è considerata la chiesa più grande della Sicilia. La sua struttura riflette l’opulenza e la spiritualità del barocco siciliano, con una navata centrale ampia e luminosa, affiancata da cappelle laterali riccamente decorate.

L’altare della chiesa

L’interno della chiesa è un trionfo di marmi policromi, stucchi e affreschi. Tra gli elementi più significativi spicca il grande organo, realizzato dal celebre organaro Donato Del Piano, un enorme strumento con 2.378 canne in legno e lega di stagno, sei mantici, cinque tastiere e settantadue registri, che poteva riprodurre qualsiasi strumento musicale ed essere suonato in contemporanea da tre organisti. La cupola, che domina l’edificio, è stata progettata per essere visibile da ogni angolo della città, a evocare la protezione divina su Catania.