Viaggio nella storia di Noto con Le Vie dei Tesori
Sette luoghi per un’edizione gioiello che guarda ai ruderi della città antica, tra chiese dimenticate, conventi segreti e palazzi nobiliari
di Redazione
29 Settembre 2020
L’unico modo per capire Noto è lasciarsi andare e vagare senza meta, scoprire per angoli questa elegante e nobile città che al tramonto si tinge di rosa. Mai come quest’anno il Val di Noto è stato tra le mete più amate dagli italiani, e questo, nonostante le inevitabili paure dovute alla pandemia. Ma i turisti – soprattutto italiani – sono timidamente tornati e un festival come Le Vie dei Tesori non è altro che un’ulteriore spinta per “rinascere nella bellezza” che è poi il claim scelto per queste edizione. Il festival che “racconta” l’Isola, dal 3 al 18 ottobre, ritorna dunque a Noto per la seconda volta, forte del “tesoretto” dello scorso anno: ottomila presenze e una ricaduta sul territorio di 119.360 euro. La capitale del barocco si potrà visitare con coupon validi anche a Ragusa e Scicli, trasformate così in un unico museo diffuso.“È la seconda volta per Noto in questo prestigioso Festival – ha detto l’assessore al Turismo del Comune di Noto, Giusi Solerte, durante la conferenza stampa di questa mattina – e mi preme innanzitutto ringraziare le varie associazioni e cooperative che apriranno le porte dei tesori nascosti della nostra città ai visitatori. Noto non poteva mancare, a dimostrazione che il messaggio lanciato con la nostra Infiorata speciale di quest’anno ‘La Bellezza è più forte della Paura’ sia faro illuminante in questo periodo storico difficile in cui ci ritroviamo a combattere contro un virus antipatico. Noto è pronta con i suoi 7 luoghi speciali, un’atmosfera elegante e con l’occasione irripitebile di andare ben oltre l’essenza della bellezza architettonica vivere nuove esperienze, artistiche e, perché no, anche sentimentali”. “Una manifestazione un po’ eretica, ma che crede nella rete, nelle sinergie tra associazioni, istituzioni, anche semplici appassionati – dice Laura Anello, presidente dell’associazione Le Vie dei Tesori onlus – .Quest’anno ci abbiamo pensato a lungo ma siamo convinti che, mai come di questi tempi, sia importante rinascere con la bellezza, come recita il nostro claim. E il nostro staff ha lavorato a lungo per studiare norme che ci permettano di lavorare in sicurezza”.
Senza le scuole, il festival, quest’anno, sceglie il sabato e la domenica, per tre settimane, dal 3 al 18 ottobre. Tutto il Val di Noto è segnato dal terribile terremoto del 1693 che rase le città e provocò 60 mila morti. Noto antica fu rasa al suolo e ricostruita a distanza. Oggi molte delle visite del festival sono legate, in maniera diversa, proprio ai ruderi che saranno riportati in vita tramite una passeggiata interattiva in realtà aumentata (qui per prenotare). Ma ognuno troverà il suo percorso privilegiato attraverso i sette luoghi in programma (qui per scoprirli tutti): si può andare in cerca di Madonnine: quella Bianca o della Neve, che ha un nome bellissimo, arriva da Noto Antica ed è attribuita al Gagini, come anche l’acquasantiera della piccola San Michele Arcangelo: la madonnina la troverete nella chiesa del Santissimo Crocifisso dove è anche la cappella rosa e celeste dei Landolina; sempre dai ruderi arriva la scultura in marmo della Madonna col Bambino dei palermitani Giovanni e Paolo de Battista della Badia Nuova. A Santa Maria dell’Arco, invece, che è stata la prima Chiesa Madre, si scoprono i balconi sul Presbiterio da cui i monaci del vicino convento dei Cistercensi, seguivano la funzione. Dal neoclassico Palazzo Landolina di Sant’Alfano che, tra il 1838 e il 1844, ospitò tre volte Ferdinando II di Borbone e Maria Teresa d’Austria, si passa al delicatissimo Palazzo Trigona che per metà appartiene ancora all’ultima marchesa di Canicarao (ed è da lei gelosamente preservato). Fuori porta, si aggiunge quest’anno il neonato Parco dell’Anima dove si indaga la biodiversità e si coltivano i grani antichi, ma ci si muove anche tra opere d’arte en plein air. Le due esperienze in programma condurranno i visitatori all’ex convento di Santa Chiara, oggi prestato all’arte, che ospita al suo interno il Museo Civico. Sarà un’edizione diversa, di riscoperta non solo del territorio, ma del senso di comunità più autentico (qui una guida pratica del Festival). Un progetto complessivo – che si muove con il sostegno di UniCredit e, a Noto, anche del Comune – che mira al rilancio sì, ma in completa sicurezza. Il festival che per primo nell’Isola ha spinto verso modalità 4.0, oggi insiste e rilancia; prenotazioni ovunque caldamente consigliate, distanziamento, acquisto dei coupon on line. Un lavoro durato mesi ha portato ad una scelta certosina, luogo dopo luogo, ma senza perdere quello che è il vero marchio di fabbrica del festival: il racconto appassionato per storie, aneddoti, personaggi. Dove non sarà possibile farlo di presenze, ci si affiderà a audioguide d’autore, registrate da storici dell’arte, archeologi, studiosi del paesaggio, esperti della città e curate dagli Amici delle Vie dei Tesori, il neonato club di appassionati che scelgono di restare accanto a Le Vie dei Tesori tutto l’anno, usufruendo di una serie di agevolazioni. Con Noto, insieme a Ragusa e Scicli, ma anche con Palermo, Monreale, Catania e Sciacca; il Festival dà il via alla seconda fase, forte di una prima tranche che ha già dimostrato con forza che i visitatori hanno un grandissimo desiderio di riappropriarsi dei luoghi: è già successo a Bagheria, Trapani, Marsala, Mazara, Messina, Caltanissetta, Sambuca e Naro, dove la prima parte del festival si è appena conclusa. Per tutte le informazioni e prenotazioni visitare il sito www.leviedeitesori.com. È attivo, inoltre, il centro informazioni del Festival al numero 0918420000, aperto tutti i giorni dalle 10 alle 18, compresi il sabato e la domenica.