Il Salinas si prepara al futuro, tra tecnologia e tradizione
Presto i lavori che miglioreranno l'offerta del museo archeologico. Nuovi allestimenti tra sale immersive e percorsi di visita personalizzati
di Giulio Giallombardo
23 Novembre 2020
Se guarda indietro vede due secoli di vita, ma il presente lo trova ringiovanito come un ragazzino che si affaccia alle avventure del futuro. Il museo archeologico Salinas di Palermo si prepara a scrivere nuove pagine della sua lunga storia. Con la firma del contratto d’appalto si è concluso un lungo iter burocratico per i lavori che porteranno all’attesa apertura del primo e secondo piano. Anche se non c’è ancora una data precisa per il via, ormai la gara è stata espletata e – fanno sapere dalla Regione – a breve avverrà la consegna dei lavori all’impresa aggiudicataria, per un importo di 1.357.515 euro.
Il progetto, che sarà realizzato dalla Repin srl, un’impresa siciliana, riguarderà in particolare gli allestimenti delle nuove sale espositive degli altri piani attualmente chiusi, anche se non mancheranno interventi al piano terra. Così, tra le insidie della pandemia, a un anno dalla pubblicazione del bando di gara, si è chiuso un capitolo importante, che ne aprirà adesso un altro ancor più decisivo per il museo palermitano. La sfida è di mantenere inalterata la linea stilistica espressa al pianterreno anche nelle altre sale, pur aprendosi alle tante innovazioni tecnologiche previste.“È un lavoro molto complesso che dura da tempo – spiega a Le Vie dei Tesori News la direttrice del museo Caterina Greco – adesso entreremo nel vivo dell’allestimento dei due piani che mancano, affiancando alla parte espositiva ancora da mettere in piedi, la realizzazione di un sistema multimediale di gestione, presentazione e comunicazione dei dati che dovremo realizzare interamente e riguarderà anche la parte del museo già aperta al pubblico”.Simulazioni, sale immersive, collegamenti virtuali che metteranno in relazione il museo col territorio, e ancora percorsi di visita personalizzati e impianti multimediali interattivi di supporto agli apparati didattici e didascalici. Saranno queste alcune delle novità, che più nel dettaglio, riguarderanno la sala dove è esposto il cosiddetto Torso di Mozia, con la videoproiezione su due pareti della ricostruzione dell’isoletta di San Pantaleo, dove è stato rinvenuto il reperto. E ancora, in una stanza sarà realizzata la ricostruzione virtuale della Tomba Regina con un sistema multimediale immersivo che prevede videoproiezioni che occuperanno tre pareti. Poi, nell’ambiente dove saranno esposti i pannelli provenienti da Solunto, verrà virtualmente ricostruito, con un sistema multimediale comprensivo di un tappeto interattivo, il Triclinium che decoravano.“La nostra idea – prosegue Greco – è di rispettare anche nell’esposizione la connotazione e la personalità del Salinas, un edificio storico, che ha un’impronta molto classica. La stessa linea stilistica del pianterreno sarà riproposta anche negli altri piani. Un modulo espositivo chiaro, pieno di luce naturale, senza effetti speciali. Siamo orgogliosi di un museo che si trova nella stessa sede da secoli. Ci saranno certamente le implementazioni multimediali, ma saranno sempre funzionali alla presentazione dei materiali esposti, così da facilitare la lettura da parte dei visitatori. Le innovazioni tecnologiche sono importanti, ma col tempo finiscono col passare rapidamente di moda, noi faremo un museo che durerà, che diventerà uno dei più grandi del Sud Italia”.Un progetto ambizioso che punta alla coralità, con l’impegno degli esperti che lavorano all’interno della struttura, anche con la collaborazione attiva di specialisti del settore ed in particolare degli istituti di ricerca e delle università, alcuni dei quali hanno già contribuito allo studio delle collezioni del museo. Arricchiranno l’esposizione anche rilievi e disegni di reperti, documentazioni fotografiche, brevi video, oltre che e-book, prodotti editoriali multimediali e guide monografiche. “È un museo affascinante il nostro, molto diverso dagli altri musei archeologici siciliani – puntualizza Greco – se, ad esempio, a Siracusa o Agrigento ci sono bellissimi musei molto legati ai territori d’appartenenza, che esprimono compiutamente le vicende storiche che quei territori hanno attraversato nei secoli, il Salinas è qualcos’altro. Racconta la storia dell’archeologia a partire dall’Ottocento, diventando, da un lato, specchio della ricerca militante che si svolge in Sicilia a partire dagli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, fino ai nostri giorni; dall’altro, è un polo espositivo, dove non si è mai spezzata la dinamica tra conservazione e ricerca scientifica”.Adesso che i musei e i luoghi della cultura sono di nuovo chiusi, il Salinas però non si ferma. In attesa dell’avvio dei lavori di allestimento che dureranno un anno e della riapertura al pubblico, ancora senza una data precisa, l’attività si sposta sul web, soprattutto sulla vivacissima fanpage di Facebook, sempre piena di spunti e storie sulle collezioni del museo. “Abbiamo sempre puntato molto sulla comunicazione e oggi, a maggior ragione, abbiamo moltiplicato la nostra presenza sui social con post e video, nonostante tante difficoltà. Continueremo su questa strada con piccoli momenti di comunicazione con restauratori, archeologi, esperti che racconteranno il Salinas. Ci stiamo attrezzando – conclude la direttrice del museo – anche per dirette dal museo e cercheremo di raccontare i dietro le quinte, le curiosità, le storie e gli aspetti inediti, per rendere più accessibile il nostro patrimonio”.