◉ BENI CULTURALI
Scoperto un relitto arcaico nel mare del Ragusano
Nel corso di una campagna di scavi subacquei condotta dalla Soprintendenza del Mare è stata individuata un'imbarcazione risalente al Quarto secolo avanti Cristo, insieme a quattro ancore di pietra e due in ferro. Grazie alla fotogrammetria subacquea, è stato possibile generare un modello tridimensionale dello scafo
di Redazione
9 Dicembre 2024
È sepolto da sabbia e massi, a sei metri di profondità. Un antichissimo relitto, risalente al Quarto o Quinto secolo avanti Cristo, insieme a quattro ancore di pietra e due in ferro, è stato ritrovato nelle acque di Santa Maria del Focallo, nel Comune di Ispica, nel Ragusano. La scoperta è avvenuta nel corso di una campagna di scavi subacquei condotta dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, in collaborazione con il dipartimento di Studi umanistici e del Patrimonio culturale dell’Università di Udine.
Lo scafo – fanno sapere dalla Regione – è stato costruito con la tecnica “su guscio”, caratterizzata dall’uso di tavole del fasciame collegate tramite incastri (tenoni e mortase), che conferivano alla struttura una funzione autoportante. A pochi metri dal naufragio sono stati individuati due nuclei di ancore: due in ferro del tipo a “T” rovesciata, probabilmente risalenti al Settimo secolo dopo Cristo, e quattro litiche, di probabile epoca preistorica.
La campagna di scavi – durata tre settimane e conclusa nello scorso mese di settembre – ha visto il coinvolgimento del Nucleo sommozzatori della Guardia costiera di Messina e della Capitaneria di porto di Pozzallo, che hanno garantito supporto tecnico e logistico alle operazioni. Grazie alla fotogrammetria subacquea, è stato possibile generare un modello tridimensionale del relitto, mentre i campioni prelevati consentiranno ulteriori analisi paleobotaniche per approfondire lo studio dei materiali utilizzati.
Questa attività di ricerca è stata condotta nell’ambito del “Kaukana Project”, alla sua quinta campagna di scavo effettuata come approccio integrato per la valorizzazione del patrimonio culturale sommerso della Sicilia. Il progetto, nato nel 2017, prosegue con l’obiettivo di ricostruire il paesaggio costiero e sommerso lungo il litorale compreso tra Ispica, Kaukana e Kamarina, in collaborazione con l’Università di Udine e con importanti enti di ricerca italiani e internazionali.
“Questa scoperta – commenta l’assessore ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato – rappresenta un contributo straordinario per la conoscenza della storia marittima della Sicilia e del Mediterraneo ed evidenzia ancora una volta il ruolo centrale dell’Isola nei traffici e negli scambi culturali dell’antichità. Il relitto, databile a un periodo cruciale per la transizione tra Grecia arcaica e classica, è un prezioso tassello del patrimonio culturale sommerso siciliano”.