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Nuove scoperte nell’antico teatro ellenistico di Agrigento

Conclusa la campagna di scavi condotta dall’Università di Catania con il Politecnico di Bari e il Parco della Valle dei Templi. Le indagini hanno rivelato inedite strutture di epoca repubblicana e tardoantica, confermando la complessità storica e urbanistica del sito. Il monumento, riscoperto nel 2016, si conferma luogo centrale della vita pubblica di Akragas e crocevia di trasformazioni nei secoli

di Marco Russo

25 Giugno 2025

Si è chiusa nei giorni scorsi l’ultima campagna di scavo che ha interessato l’area del teatro ellenistico di Agrigento, un sito cruciale per la comprensione dell’assetto urbanistico e culturale dell’antica Akragas. I lavori, condotti dall’Università degli Studi di Catania in collaborazione con il Politecnico di Bari e il Parco archeologico della Valle dei Templi, hanno rivelato nuovi elementi utili a definire non solo la struttura e la storia del teatro, ma anche le trasformazioni che l’area subì in età tardoantica e altomedievale.

I nuovi scavi – fanno sapere dal Parco archeologico della Valle dei Templi – si sono concentrati su tre settori principali del complesso: la summa cavea, ovvero la parte superiore delle gradinate; l’analemma occidentale, cioè il muro di contenimento posto ai margini del teatro; e l’area della fontana monumentale, un punto strategico dell’antica città che appare sempre più connesso funzionalmente con il vicino edificio teatrale.

Tra età repubblicana e imperiale: nuove certezze nella cavea

Archeologi al lavoro (Foto Parco archeologico della Valle dei Templi, su Facebook)

Le indagini nella zona della summa cavea si sono concentrate sull’individuazione dei tagli di fondazione dei muri, un’attività delicata che ha richiesto analisi stratigrafiche approfondite. I materiali emersi da questa porzione hanno permesso agli archeologi di ipotizzare con maggiore precisione una fase edilizia riconducibile alla tarda età repubblicana o ai primi decenni dell’età imperiale. Si tratta di un dato significativo, che conferma come l’area del teatro fosse in pieno uso e oggetto di interventi strutturali già prima della romanizzazione definitiva della città. Questa fase costruttiva, connotata da tecniche murarie e materiali specifici, si inserisce nel più ampio processo di riorganizzazione urbanistica che coinvolse molte città della Sicilia durante il passaggio dal dominio ellenistico a quello romano.

Colonne e nicchie nell’analemma occidentale

Un secondo fronte di scavo ha interessato l’analemma occidentale, dove sono emerse testimonianze di una frequentazione posteriore alla funzione teatrale originaria. Sulle strutture murarie sono state individuate piccole nicchie, forse legate a pratiche devozionali o a usi secondari dell’edificio, mentre il rinvenimento di rocchi di colonne ha suggerito la presenza di un porticato, probabilmente costruito in una fase di ristrutturazione o riutilizzo dell’area. Questi dati fanno ipotizzare che il teatro non sia stato abbandonato rapidamente, ma abbia conosciuto nel tempo usi diversificati, compatibili con una trasformazione del contesto urbano e con una diversa destinazione d’uso degli spazi monumentali.

Dalla fontana al teatro: un paesaggio urbano in continua trasformazione

Anche l’area della fontana monumentale, collocata in posizione strategica rispetto al teatro, ha restituito risultati rilevanti. Le ricerche si sono concentrate in due zone: a sud, per individuare l’originario accesso al monumento, e a est, dove si è cercato di chiarire il collegamento fisico e funzionale tra la fontana e le strutture teatrali. In questa seconda porzione di scavo, sotto uno spesso strato di crollo composto da coppi, tegole ed elementi architettonici, è emersa una realtà molto più complessa del previsto: un vero e proprio palinsesto edilizio, dove si sovrappongono fasi costruttive diverse e di difficile interpretazione. I ritrovamenti – tra cui monete, tessere musive, frammenti di marmo e laterizi – raccontano l’esistenza di un complesso tardoantico articolato e monumentale, impiantato su una preesistente struttura a terrazzamenti.

Questi ambienti, probabilmente distribuiti su più livelli e dotati di una funzione rappresentativa o pubblica, testimoniano come la zona del teatro non abbia perso la propria centralità neanche dopo la crisi del mondo antico. Al contrario, essa appare come uno snodo urbano ancora vitale, soggetto a trasformazioni continue, che riflettono i mutamenti culturali e sociali di Agrigento nel corso dei secoli.

Una storia ancora tutta da scrivere

Immagine aerea del sito archeologico (Foto Parco archeologico della Valle dei Templi, su Facebook)

Il teatro ellenistico di Agrigento, riscoperto nel 2016 dopo secoli di silenzio archeologico, rappresenta oggi uno dei luoghi più importanti per la ricerca nell’area della Valle dei Templi. Diversamente da quanto accade in altre città siciliane come Siracusa, Catania o Taormina, il teatro di Akragas era rimasto sepolto e poco indagato fino a tempi recenti. Le nuove campagne di scavo, supportate da analisi geomorfologiche e rilievi tridimensionali, hanno permesso di individuare la cavea scavata nella roccia, la scena, e alcune strutture di accesso, restituendo a questo edificio il suo ruolo centrale nella vita pubblica della polis.

Secondo le ricostruzioni finora proposte dagli archeologi, il teatro era orientato in modo da offrire una vista spettacolare sulla vallata sottostante, con lo sfondo del mare. La sua posizione, tra l’acropoli e la zona sacra, suggerisce una funzione non solo ludica ma anche politica e rituale, in linea con quanto accadeva in altri centri del mondo greco.

Le scoperte più recenti sembrano inoltre confermare l’ipotesi che il teatro, pur essendo costruito in età ellenistica, sia stato modificato e ampliato in epoca romana, adattandosi ai nuovi gusti scenografici e alle esigenze di un pubblico sempre più variegato. Alcune tecniche costruttive individuate, così come i materiali impiegati, parlano infatti di una continuità d’uso che attraversa almeno tre secoli, prima di cedere il passo a forme di riutilizzo e trasformazione tipiche del tardoantico.