L’antica Adranon che domina Sambuca, sito archeologico da riscoprire

Nell’area sono presenti le rovine di uno dei più importanti insediamenti greco-punici del Mediterraneo. Adesso rinasce grazie a una rassegna teatrale

di Lilia Ricca

4 Agosto 2021

Sono trascorsi due anni dai finanziamenti stanziati dalla Regione Siciliana, pari a cinquecentomila euro, per diverse campagne di scavo e restauro che hanno interessato alcuni dei siti archeologici siciliani, cosiddetti “minori”, con otto cantieri attivi nelle province di Palermo, Catania, Agrigento, Messina, Trapani, Enna e Ragusa. Due anni dall’istituzione degli altri 15 parchi archeologici siciliani mancanti per completare l’attuazione della legge regionale 20 del 2020.

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I magazzini sotto l’acropoli di Adranon

Le province scelte per i finanziamenti miravano a zone su cui finora era stata posta poca attenzione, ma la cui importanza archeologica non è affatto da meno rispetto ad altri siti siciliani più conosciuti. Tra gli obiettivi dell’assessorato regionale ai Beni Culturali, dare lustro al grande passato della Sicilia con programmi di studio già avviati e strutturati che avrebbero consentito di far ritornare nella propria terra grandi studiosi andati via, garantendo quella tradizione scientifica indispensabile per lo studio del nostro passato.
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La necropoli

Tra le aree interessate da questo grande intervento di rilancio non era, però, presente il sito archeologico di Monte Adranone, a Sambuca di Sicilia, nell’Agrigentino. Uno dei più alti e estesi siti archeologici del Mediterraneo, su cui l’amministrazione comunale e il Teatro l’Idea di Sambuca stanno lavorando già da tre anni. A circa mille metri sul livello del mare, pochi chilometri a nord dal centro abitato di Sambuca, al confine con le province di Trapani e Palermo sorge quella che Diodoro Siculo menzionava come Adranon, al tempo della prima guerra punica. Tra i siti archeologici più occidentali dell’Agrigentino, Adranone fu un insediamento indigeno occupato dai greci nel VI secolo avanti Cristo, colonia selinuntina, la cui storia si svolse nel contesto che derivava dal contatto tra l’area sicana ellenizzata e l’area elimo-punica, con una decisa prominenza punica riconoscibile nelle aree sacre, nell’impianto urbano e nelle opere di difesa, a partire dagli inizi del IV secolo, dopo il consolidarsi del predominio cartaginese nella Sicilia occidentale.
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Carta archeologica di Monte Adranone

Le ricerche fatte finora dimostrano una violenta distruzione della città intorno al 250 avanti Cristo ad opera dei romani, con sporadiche presenze, forse guarnigioni di controllo, anche nel corso della seconda guerra punica. I primi scavi risalgono al 1968, promossi da Ernesto De Miro e continuati da Graziella Fiorentini. Da allora alcune campagne hanno portato alla luce la necropoli, la poderosa cinta muraria e vasti settori della città e dell’area suburbana, in gran parte ancora inesplorata. Il perimetro della città è costituito da una possente cinta muraria, a valle, di circa 5 chilometri, che circoscrive l’area delle due colline su cui si estende l’intero abitato. Due gli accessi principali, conservati sul lato settentrionale e su quello meridionale.Gli scavi nella necropoli (a sud) hanno rivelato l’esistenza di sepolture distinguibili per tipologia e per tempo, in tombe a camera ipogeica, riferibili al VI-V secolo avanti Cristo, tombe a cassa con pareti costruite in blocchetti di marna e semplici sepolture terragne, del periodo ellenistico sovrapposte a quelle più antiche. Tra queste, la più importante, considerata tra le più interessanti tombe a camera della Sicilia è la tomba della Regina, costruita in conci squadrati in tufo, che definiscono una camera ipogeica lunga oltre due metri, con una copertura a falsa volta ed apertura preceduta da una breve “domos”, con accesso a pozzetto.
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Il tempio dell’acropoli

Al momento della scoperta di questa tomba, nel 1885, sembra essere stato rinvenuto un corredo con vasi di bronzo e in ceramica verniciata e figurata, purtroppo oggi disperso. Recenti campagne di scavo, nel 1985-1988 hanno arricchito la conoscenza sulla necropoli rivelando una sequenza di sepolture. Per esempio, le tombe a cassa in pietrame, con sarcofagi litici o fittili, ossuari, aree di cremazione e recinti, oltre a ricchi corredi di ceramica attica e indigena e suppellettili bronzee. Nel sito, che domina la contrada collinare di Adragna, zona di villeggiatura dei sambucesi, da dove nelle nitide giornate primaverili si scorge la sagoma dell’isola di Pantelleria, sono stati rinvenuti diversi importanti reperti custoditi all’interno del Museo archeologico di Palazzo Panitteri, a Sambuca, istituito nel 2013, già esposti nell’Antiquarium dell’ex Monastero di Santa Caterina, mentre altri resti fanno parte delle collezioni del Museo Salinas di Palermo e del Museo Pietro Griffo di Agrigento.
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Reperti di Adranon in mostra

Dall’interno di una tomba ipogeica è venuta fuori un’idria attica a figure rosse, con scena nuziale di significato funerario, oltre ad una padella bronzea con manico configurato “kouros”, che fu esposta nella grande mostra “I fenici” del 1988, curata dall’archeologo, studioso del mondo fenicio e punico Sabatino Moscati, a Palazzo Grassi a Venezia, oltre ad una brocchetta in bronzo di produzione etrusca. Reperti di Adranone, il colino bronzeo, lo strigile bronzeo, l’anfora e l’olpe bronzea sono stati esposti ad una mostra al National Museum di Pechino, in Cina, nel 2006, nella sezione “Continente Sicilia: 5000 anni di storia”, a cura dell’assessorato regionale ai Beni Culturali.Nell’area archeologica sono visibili la fattoria, un grandioso edificio a pianta rettangolare, con un vasto cortile al centro, intorno al quale si dispone regolarmente, sulle quattro ali dell’edificio, la serie di circa trenta ambienti principali, molti con ripartizioni interne mentre il cortile era originariamente pavimentato con lastre di pietra locale, sotto il cui livello affiorano in vari punti i resti delle strutture precedenti e alcuni ambienti di case del V secolo avanti Cristo.
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La cisterna dell’acropoli

Ancora il santuario delle divinità ctonie e la grande porta di accesso (sud) fiancheggiata da torrioni. Ci sono, poi, il santuario punico sotto l’acropoli e un grande edificio a pianta rettangolare, i magazzini sotto l’acropoli, aperti su un piazzale dove sono state rinvenute circa duecento monete in massima parte siculo-puniche, raccolte in un pavimento. L’acropoli si raggiunge attraversando la porta che si apre nella relativa cinta muraria delimitata da due torrette quadrangolari. Superando i resti di alcuni ambienti in pietrame, una rampa rocciosa conduce invece al piazzale sommitale detto “l’alto luogo”, su cui sorgeva il grandioso tempio punico. Un edificio a pianta rettangolare lunga 30 metri, con un grande recinto centrale a cielo aperto.
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L’ingresso dell’area archeologica

Negli ultimi anni, il Comune di Sambuca e il Teatro L’Idea hanno promosso una rassegna teatrale per far conoscere il sito ai curiosi e agli appassionati. Quest’anno Monte Adranone ospiterà la rassegna dal titolo “Lucciole e silenzio”, a partire da domenica 8 agosto. “Sono in programma tre spettacoli, due in più rispetto al 2019, anno in cui abbiamo dato il via ad una rassegna completamente dedicata al sito archeologico sambucese”, dichiara la presidente del Teatro L’Idea Costanza Amodeo, raccontando dell’iniziativa che vede per la prima volta una collaborazione con il Parco archeologico di Agrigento. Si parte domenica 8 agosto, con lo spettacolo al tramonto “Nel ventre”, e si continua giovedì 12 agosto sempre al tramonto con “Odissea Penelope”, due spettacoli dedicati all’Odissea di Omero. Il terzo e ultimo appuntamento “Vizi capitali” è per l’alba di venerdì 16 agosto, in scena alle 6.15, con la compagnia del Teatro Pirandello di Agrigento. Uno spettacolo organizzato in collaborazione con il Parco archeologico di Agrigento, a cui seguirà anche una colazione.