◉ TURISMO
Le Vie dei Tesori debutta a Corleone tra cascate, chiese e città fantasma
Il festival arriva per la prima volta nella cittadina del Palermitano, nei tre weekend dal 16 settembre all'1 ottobre. In programma visite a otto luoghi, tre esperienze e una passeggiata d’autore a Borgo Schirò. Si visita la grande mostra dedicata ai simulacri della processione del Corpus Domini, l’ex monastero arroccato da dove si domina la vallata, l’antico ospedale dimenticato e il centro di documentazione sulla mafia
di Redazione
12 Settembre 2023
Diciotto “santi”, le straordinarie sculture lignee un tempo ricoperte da foglia d’oro, datate tra ‘500 e ‘700, che erano tra i protagonisti della storica processione del Corpus Domini a cui “partecipavano” tutte le 44 statue provenienti dalle diverse chiese di Corleone; un corteo emozionante e molto sentito, ma che non si realizza più dal 1954. Un’occasione per riviverlo sarà data dalla grande mostra “Di seta e di legno”. Tessuti e simulacri delle chiese di Corleone nella Chiesa Madre e nel Tesoro di San Martino, che si è inaugurata ieri alla Matrice alla presenza dell’arcivescovo di Monreale, monsignor Gualtiero Isacchi. Mostra che sarà visitabile per il festival Le Vie dei Tesori: alle statue presenti nella Chiesa Madre se ne sono infatti aggiunte altre sette dalle chiese della città, tutte splendide realizzate da artigiani artisti nel corso degli ultimi quattro secoli. Nasce così un vero percorso devozionale e storico, che permetterà di entrare nel cuore della città. La mostra è curata da Lina Bellanca, Maria Concetta Di Natale, Rosalia Francesca Margiotta e Maurizio Vitella, ideata e curata da Giuseppe Puccio, è completata da paramenti sacri della stessa Chiesa Madre che finora non hanno fatto parte del percorso espositivo del Tesoro. Alcuni tessili sono capolavori ricamati dalle suore benedettine dell’antico convento di Santa Maria Maddalena.

Le Vie dei Tesori, la mappa delle città di settembre
Non c’era migliore occasione per Le Vie dei Tesori che quest’anno debutta a Corleone con visite a otto luoghi scelti con cura, tre esperienze imperdibili – tra cui appunto, la mostra – e una passeggiata d’autore alla ghost town di Borgo Schirò, il sogno fascista che avrebbe dovuto combattere il latifondo. Lo racconteranno i giovani della community Ascosi Lasciti.
“Ci fa piacere accogliere un festival che coglie la bellezza di un borgo colmo di storia. La Corleone sprofondata in un abisso invalicabile fino a pochi anni fa, è dimenticata in nome di un rinnovamento morale, etico e storico, un cambiamento dinamico che si propone alla comunità” dice il sindaco Nicolò Nicolosi mentre monsignor Gualtiero Isacchi ha approfittare dell’inaugurazione della mostra e del festival delle Vie dei Tesori, per parlare di un segno di devozione importante che ha attraversato i secoli. “Ho visitato la mostra con un bambino ‘speciale’ che spiegava le diverse statue a modo suo, ma l’unica parola che riuscivo a capire era ‘bello'”, ha detto l’arcivescovo. “Non ci interessa la bellezza fine a se stessa, noi non siamo esteti: i primi destinatari del nostro lavoro sono la comunità e cittadini stessi – interviene Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori, ma anche la riappropriazione di un luogo negato che da qui in poi viene raccontato”.

Cascata delle Due Rocche
A Corleone naturalmente il festival è tutto nuovo, ma i luoghi dove si entrerà per la prima volta, sono parecchi (qui il programma di Corleone). L’Animosa Civitas di re Alfonso il Magnanimo, fondata dai normanni, finita spesso al centro di diatribe nobiliari, “ricomprata” più volte dai suoi stessi abitanti, colma di conventi austeri – fino al 1866 i gesuiti possedevano gran parte delle terre e dei feudi – e di chiese preziose, che in tempi felici erano più di cento; negli oratori settecenteschi, nei simulacri “nascosti”, come nella magica cascata delle Due Rocche, a pochi passi dal centro; e nella sua storia più recente, che si è intessuta di un forte impegno antimafia. Si potranno sfruttare al massimo i coupon, validi nelle città all’interno della stessa provincia: quindi quelli di Corleone, saranno validi anche per Termini Imerese e Bagheria, e ad ottobre, Carini e Palermo.
Si parte sabato 16 settembre e si va avanti, sabato e domenica, fino all’1 ottobre; tre weekend per un nuovo festival di “riappropriazione della bellezza” che racconta l’intera Isola: dieci città in questa prima tranche (con Corleone, Termini Imerese, Messina, poiBagheria, Alcamo, Enna, Caltanissetta, Trapani, Marsala e Mazara del Vallo); dal 7 al 22 ottobre altre cinque città (Ragusa, Scicli e Noto; Sciacca e Carini); e Palermo e Catania per tutto il mese di ottobre. Un progetto che si anima della narrazione collettiva, della voglia di riappropriazione dei cittadini, della partecipazione di centinaia di giovani che si uniscono alla squadra di organizzatori, narratori, giornalisti. Le Vie di Tesori ogni anno generano una ricaduta economica, in termini di indotto turistico, nelle città che attraversano: come certifica l’Otie, Osservatorio turistico delle economie delle Isole: nell’ultimo anno (2022), la ricaduta è stata un indotto di oltre 6 milioni di euro.

Chiesa Madre di San Martino
Un festival che ha portato la cultura fuori da palazzi istituzionali e atenei, ha sperimentato, cercato, scoperto percorsi e siti. E costruisce reti: a Corleone, come nelle altre città, con Unicredit come main sponsor (“Sarà un’occasione in più per scoprire il borgo che mi ha accolto da direttore – dice Giuseppe Piraino, a capo della sede Unicredit di Corleone), il festival ha saputo creare sinergie e dialogo: con Comuni e Diocesi, con Regione, Atenei, gestori privati, istituzioni dello Stato, proprietari di palazzi nobiliari. Un progetto che tutto l’anno lavora per generare valore sociale intorno al patrimonio culturale con una costante attività di valorizzazione e di storytelling, con restauri e manifestazioni. E che, tra settembre e ottobre, vive la lunga stagione del Festival, trasformando le città in ecosistemi culturali integrati dove vengono abbattuti i paletti di titolarità dei luoghi del patrimonio. Quest’anno riaccoglie il progetto satellite Terre dei Tesori: apriranno cantine, vigneti, frantoi, caseifici, vivai, in collaborazione con l’Assessorato regionale all’Agricoltura.
IL PROGRAMMA

Una delle statue della mostra Di seta e di legno
L’intero programma del festival – costruito in stretta collaborazione con il Comune di Corleone e con la Diocesi, curato in particolare da Gianfranco Grizzaffi, assessore comunale alle Tradizioni popolari e Spettacolo, – è molto articolato e racchiude otto luoghi che raccontano profondamente la città, nella sua storia antica come in quella recente. La mostra Di seta e di legno permetterà di visitare la chiesa Madre, ammirando i diversi simulacri parte del percorso, ma non bisogna perdere la splendida Chiesa del Carmine, tutta bianca e oro: e si avrà subito una vertigine visiva appena si entra nell’adiacente oratorio di Maria Santissima del Carmelo dalla volta dipinta con colori accesi: c’è anche la copertura della cripta sotterranea dove venivano sepolti i confrati. Poi si passa alla trecentesca chiesa di Sant’Agostino: il vicino oratorio ha le pareti interamente coperte da affreschi, stucchi, quadri, e ospita la statua lignea della Madonna del Soccorso, conosciuta anche come Madonna della Mazza. Leggenda vuole che le donne che non riuscivano ad avere un bambino, si affidavano al demonio, ma subito dopo la nascita era la santa a scacciare il male dal neonato con il suo prodigioso bastone.
La Chiesa di Santa Rosalia, nata subito dopo il ritrovamento delle ossa della Santuzza sul Montepellegrino: possiede un campanile con la tipica grata a “petto d’oca” e una volta a botte interamente decorata a motivi floreali. E ancora, la cinquecentesca chiesa e l’oratorio dei Domenicani (che è in cattivo stato ma si vedono ancora gli arredi settecenteschi) con la cripta sotterranea.

Ospedale dei Bianchi
Saranno invece una vera scoperta altri due siti: l’ex Ospedale dei Bianchi, costruito a metà ‘500 grazie ai fondi privati dei nobili del paese, che si riunirono nella Compagnia dei Bianchi dello Spirito Santo, una delle confraternite più antiche di Corleone, tra le protagoniste dei riti del Venerdì Santo. È in condizioni precarie, affascinante fantasma in cui par di sentire il dolore dei malati nel corso dei secoli.
E il Monastero del Santissimo Salvatore, fondato a fine XIII secolo, grazie ad un generoso e ricco cavaliere, tal Salvatore, di cui non si conosce la storia, che voleva un ricovero per le suore benedettine, ma si scontrò con il provinciale dei Carmelitani, padre Alberto da Trapani, che invece voleva trasferirvi le suore Carmelitane. Vinsero le prime e continuarono a vivere nel convento fino al 1866, quando passò al demanio, divenendo istituto per poveri e orfanelle, poi pensione per anziani. Sarà anche possibile (con un’esperienza a parte) salire fin sulla cupola e da lassù lasciarsi affascinare dal bellissimo panorama su Corleone, sulle due “sentinelle”, la Torre dei Saraceni ed il vecchio carcere (eremo di San Bernardo); e sulla Cascata delle Due Rocche, un paradiso naturale straordinario, con il suo salto di 18 metri, e il canyon scavato nella roccia.
L’ultimo luogo è legato alla storia recente di Corleone, simbolo della sua voglia di rinascita nel segno dell’impegno antimafia: il Cidma, Centro internazionale di documentazione sulla mafia e sul movimento antimafia, nato nel 2000 nel complesso San Ludovico del XVII secolo: fu inaugurato dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, e dal vice segretario generale delle Nazioni Unite, Pino Arlacchi. Lo studio e la conoscenza del fenomeno mafioso si snoda attraverso i vari ambienti: importante la “stanza dei faldoni” con i documenti del Maxiprocesso (e le dichiarazioni del pentito Buscetta); e la “stanza del dolore” con le fotografie di Letizia Battaglia e della figlia Shobha. Nella “sala Carlo Alberto Dalla Chiesa”, si riconoscono i volti dei boss mafiosi: Totò Riina, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella.

Borgo Schirò
Tra le esperienze del festival, anche una curiosa degustazione guidata: siamo all’azienda Vescera che dagli anni ’70 nello storico stabilimento di Carlentini trasforma i grani antichi di Sicilia, ma che pochi mesi fa ha rilevato un pastificio artigianale a Corleone: qui vi spiegheranno la nuova produzione di pasta bio durante un’approfondita tasting & cooking class. Infine, Ascosi Lasciti condurrà alla scoperta di Borgo Schirò, in aperta campagna a una ventina di minuti da Corleone: il più grande dei “sogni” fascisti di riqualificazione del territorio, nato tra il 1940 e il 1942, intitolato a un giovane bersagliere arbëreshë, Giacomo Schirò che durante la festa del paese negli anni ’20 fu trucidato con 53 coltellate. E’ una vera ghost town con la scuola, una trentina di alloggi, chiesa e canonica, una piazzetta con una fontana, la rivendita tabacchi e un negozio di alimentari, l’ambulatorio medico e il laboratorio antimalarico. Edifici fantasma, completamente abbandonati.
Per informazioni visitare il sito www.leviedeitesori.com.