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Le Vie dei Tesori ritorna a Messina, tre weekend alla scoperta della città

Dal 16 settembre all'1 ottobre la settima edizione del festival nel capoluogo con ventisei luoghi, tantissime esperienze, passeggiate anche nei dintorni. Riapre la Prefettura, debutta il Seminario arcivescovile, si aprono le ville liberty, chiese inattese tra casali e villaggi. Si visita anche l’antica abbazia di Santa Maria di Mili

8 Settembre 2023

Aprirà eccezionalmente le porte il Seminario arcivescovile dove si formano i sacerdoti; e ritornerà visitabile l’appartamento presidenziale riservato al Capo dello Stato in Prefettura. Si potrà riscoprire l’antica abbazia di santa Maria di Mili voluta dal gran conte Ruggero, tra le più importanti testimonianze normanne in Sicilia: l’anno scorso riaprì al pubblico dopo dieci anni proprio per il festival; e ci si perderà tra villaggi e frazioni alla ricerca di chiese dimenticate che contengono opere d’arte inattese. Ventisei luoghi con numerosi siti inediti, passeggiate alla scoperta della città e dei dintorni, e tante esperienze tra cui quella con i “cocciulari” di Ganzirri. Sono i numeri delle Vie dei Tesori che ritornano a Messina per il settimo anno consecutivo e un’edizione da ricordare. È stata scelta la città dello Stretto per aprire il festival: si parte sabato 16 settembre e si va avanti, sempre sabato e domenica, fino all’1 ottobre  (qui il programma completo di Messina).

Messina, Seminario arcivescovile

Sono i numeri del Festival Le Vie dei Tesori che ritorna a Messina per il settimo anno consecutivo e un’edizione che si preannuncia da ricordare. Stamattina è stata scelta la città dello Stretto per presentare l’intero festival, che da quest’anno entra nel network di Italia Romanica, nuovo format nazionale che unisce Lombardia, Sardegna e Sicilia in un unico percorso di bellezza sul filo del periodo dell’arte romanica, che nell’Isola coincide temporalmente con l’arabo normanno.

Il festival parte sabato 16 settembre e va avanti, sempre sabato e domenica, fino all’1 ottobre.  “Abbiamo voluto fortemente condividere questa bellissima iniziativa che la Prefettura sposa per il secondo anno, riaprendo le sue porte al pubblico. L’anno scorso è stata infatti il luogo più visitato della città e vorremmo esserlo di nuovo”, ha detto il prefetto Cosima Di Stani, che stamattina ha anche presentato il nuovo albo dei Prefetti della Provincia, realizzato da Mario Valenti, che prosegue l’elenco dell’albo storico. Tre weekend per un nuovo festival di “riappropriazione della bellezza” che racconta l’intera Isola: dieci città in questa prima tranche, poi altre cinque (Ragusa, Scicli e Noto; Sciacca e Carini) dal 7 al 22 ottobre, e Palermo e Catania per tutto il mese di ottobre. Un progetto che si anima della narrazione collettiva, della voglia di riappropriazione dei cittadini, della partecipazione delle centinaia di giovani che ogni anno si uniscono alla squadra di organizzatori, narratori, esperti del territorio, giornalisti.

La conferenza stampa in Prefettura a Messina

“Un festival che riesce a rendere visibile ciò che è invisibile. Grazie  a questo progetto anche i cittadini scoprono tesori nascosti, e ovviamente i turisti sono spinti ad andare oltre le solite tappe, e al di là della consueta stagione estiva con inevitabili ricadute positive sull’indotto” ha detto l’assessore regionale al Turismo Elvira Amata. E infatti Le Vie di Tesori ogni anno generano una ricaduta economica, in termini di indotto turistico, nelle città che attraversa, come certifica l’Otie, Osservatorio turistico delle economie delle Isole: nell’ultimo anno (il 2022), la ricaduta è stata di oltre 192 mila euro nei tre weekend. Complessivamente l’anno scorso la Sicilia ha avuto un indotto di oltre 6 milioni di euro.

Un festival che ha portato la cultura fuori da palazzi istituzionali e atenei, ha sperimentato, cercato, scoperto percorsi e siti. E costruisce reti: a Messina come nelle altre città, con Unicredit come main sponsor, il festival ha lavorato in stretta collaborazione con la Prefettura e la Diocesi. Perché Le Vie dei Tesori sin dall’inizio ha saputo creare sinergie e dialogo con Regione, Atenei, Comuni, Diocesi, gestori privati, istituzioni dello Stato, proprietari di palazzi nobiliari. “Raccontiamo luoghi trasversali, intrecciati per interesse, tematismi, bellezza, non per titolarità; un luogo non raccontato rimane muto. Dare ai siti lo spessore della storia è uno strumento di marketing potentissimo” ha detto Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori. “Cerchiamo di restare con le nostre attività quotidiane, in contatto continuo con il territorio: questo festival è l’esempio dell’attenzione ai cittadini”, interviene Nello Domino, responsabile Area retail Messina di Unicredit.

La prima parte del Festival, a settembre, quest’anno sarà già un’ubriacatura di bellezza: al fianco di Messina, ecco Enna che cuce un palazzo liberty inedito a un giardino segreto nel cuore della città, prepare le visite ai conventi o il giro delle cripte con il mummiologo; Caltanissetta che visita le miniere, ritorna nel suo cimitero monumentale, scopre una delle due uniche ghigliottine siciliane; e abbraccia la vicina San Cataldo. Guardano al mare Trapani che scopre un monastero domenicano in una casa privata e si perde tra stucchi barocchi e l’organo più complesso d’Europa; poi Marsala che ritorna nelle cantine e apre imponenti torri vinarie, ma ha preparato anche percorsi e siti archeologici per appassionati; e infine Mazara accoglie un percorso attraverso progetti e atelier di artisti che hanno scelto di vivere in questo lembo di Sicilia.

Alcamo, Castello dei Conti di Modica

Avvicinandosi a Palermo, ecco Alcamo che tenterà di bissare il successo del debutto dello scorso anno: riapre i suoi castelli colmi di leggende, aggiunge un’antica cantina dello Stabilimento Florio, sale sulle cupole, ascolta cantastorie e canti gregoriani. La new entry Corleone condurrà alla scoperta di chiese e conventi dove è palpabile la devozione antica; e una bellissima mostra di simulacri sei e settecenteschi della processione del Corpus Domini, dimenticata da mezzo secolo. Abbracciano infine il capoluogo, sia Bagheria che apre la famosa “villa dei mostri”, invita gli innamorati sull’arco sospeso sul mare, ma racconta anche Ignazio Buttitta nella bottega dove scriveva, da fanciullo, le prime poesie; che Termini Imerese dove apriranno per la prima volta i depositi del Museo civico, e due chiese di valore inestimabile; San Gerolamo con l’inedito “forno mistico”, la Biblioteca Liciniana con il chiostro e l’anfiteatro romano; senza contare il Grand Hotel delle Terme, il sito più visitato in Sicilia nella scorsa edizione del Festival.

La formula è ormai diventata un format rodato, studiato nelle università: un luogo non raccontato è un luogo muto, diventa grigio, trasparente. La narrazione è scoperta e riappropriazione, soprattutto se affidata ai giovani – e sono oltre 500 quelli che si mettono in gioco durante i due mesi di festival, e accanto a loro ci sono 1200 studenti delle scuole -, al racconto delle comunità.

LE VIE DEI TESORI A MESSINA

Messina, Seminario arcivescovile

L’antica Messina affacciata sullo Stretto, devastata dal terremoto del 1908 ma rinata. Da quel cataclisma sono sopravvissuti ipogei, forti, ville, opere d’arte, e tanta voglia di ricostruzione: parecchie delle chiese aperte con le Vie dei Tesori racconteranno crolli, danni, a volte la chiusura (qui tutti i luoghi). Costruito sul territorio da Marco Grassi, il programma parte da un inedito, il Seminario Arcivescovile che mette a disposizione alcune sezioni della Biblioteca Painiana, un’antica raccolta zoologica, ma anche i celebri bozzetti e cartoni di Aristide Sartori per i mosaici del Duomo. Molto attesa la Prefettura che aprirà saloni normalmente chiusi al pubblico e l’appartamento riservato al Capo dello Stato quando è in visita a Messina.

Quest’anno sarà di nuovo possibile varcare la soglia dell’antica chiesa abbaziale voluta dal gran conte Ruggero, Santa Maria di Mili nata con il convento nel 1090 su un preesistente cenobio bizantino; e visitare il Santuario di san Francesco. Le visite proseguono: la sobria casa museo della poetessa dialettale Maria Costa, la prima sede dei Domenicani in Sicilia, Santissima Annunziata dei Catalani e alla chiesetta di San Giovanni di Malta vi racconteranno la storia di San Placido, patrizio e monaco; nella cappella di Gesù e Maria delle Trombe, vi mostreranno il Bambinello miracoloso. Un’esperienza sarà di certo la “gogna” di Castel Gonzaga, dove venivano rinchiusi i condannati. Da scoprire le preziose collezioni universitarie, le maioliche Zipelli e i reperti dei Gesuiti; i piccoli musei scientifici: dalla collezione della Fauna con reperti fossili, al Museo della musica popolare dei peloritani a Gesso.

Villa Cianciafara

Sono due le ville che aprono i battenti: la settecentesca Villa Cianciafara sopravvissuta indenne al terremoto, mostra ancora i segni del suo passato da tenuta agricola e gli arredi originali, oltre ai segni di Filippo Cianciara, fotografo cugino dei Piccolo e dei Tomasi; ritorna anche Villa Giovanna, ex sede della Guardia Regia oggi centro olistico Mater Vitae, a Villaggio Pace, dove ci si troverà immersi in un vero giardino tropicale, che degrada verso il mare. Infine, non potevano mancare Forte San Salvatore – aperto anche quest’anno con la collaborazione della Marina Militare – dove è giusto dedicare una preghiera alla Madonnina, guardando lo Stretto.

ESPERIENZE

I musei parlano e lo fanno anche le antiche abbazie normanne, basta saperli ascoltare: collezioni, reperti, ma anche maschere, angoli, maschere e pupi. Alla  fattoria urbana Villarè lo hanno capito: l’esperienza (soprattutto ai più piccoli) porterà a contatto con gli animali della fattoria; ma si potrà anche cercar vongole nel laghetto di Ganzirri, raggiungere l’arroccata Floresta, borgo di tradizione pastorale dove il tempo scorre lento, lontani dai ritmi frenetici della metropoli; sentieri naturalistici in costume, molta empatia (qui tutte le esperienze).

PASSEGGIATE

Mili San Pietro

Le passeggiate proposte da Le Vie dei Tesori in collaborazione con numerose associazioni locali, condurranno alla scoperta di aspetti particolari della città: dal centro storico tra vestigia medievali e normanne all’antica via del Dromo, tra i resti di costruzioni agricole e industriali, alle testimonianze liberty ancora presenti. Poi l’antico casale di Castanea, racchiuso da pinete e il sentiero dei mulini della Vallata di Cumia (qui tutte le passeggiate).

L’info point a Messina allestito nella chiesa San Giovanni di Malta (via omonima), sabato e domenica dalle 10 alle 13.30 e dalle 16 alle 19.30.