Rinasce allo Steri di Palermo il giardino dei Chiaramonte
Inaugurato il primo impianto del viridarium, un viale con alberi di arancio amaro, delimitato da un porticato trecentesco recentemente tornato alla luce
di Redazione
22 Luglio 2021
Torna alla luce l’impianto originario dello Steri di Palermo: un palazzo con giardino, ricco di alberi e acqua, delimitato da un porticato. È stato inaugurato nei giorni scorsi il viridarium del complesso monumentale, che ne svela il primo nucleo chiaramontano (lo avevamo anticipato qui). È frutto dei lavori dell’area tecnica dell’Università degli Studi del capoluogo siciliano, avviati, già dal 2002, all’interno di un programma per recuperare le strutture edilizie dello Steri, oggi sede del Rettorato. Il giardino dei Chiaramonte – spiegano dall’ateneo – si estendeva dal prospetto sud-est del palazzo verso il mare, ed era delimitato da una serie di archi acuti, sostenuti da colonne. Un impianto che suscitò grande meraviglia in Martino l’Umano, re di Aragona e di Sicilia, che lo ripropose nel suo Palazzo Reale a Barcellona.
“Le recenti indagini e l’interlocuzione con la Soprintendenza ai Beni culturali di Palermo – si legge in una nota dell’Università – hanno portato alla revisione delle originarie previsioni urbanistiche del Piano Particolareggiato, che prevedevano una massiccia ricostruzione dei manufatti ottocenteschi, negando definitivamente la rinascita del giardino, fondamentale per la lettura originaria del Palazzo. Tale scelta è stata rafforzata dal ritrovamento della Sala Viridari”.“Del giardino trecentesco – si legge ancora – è certa la grande dimensione, i valori paesaggistici, il rapporto con il palazzo e l’intorno. Le fonti disponibili rivelano la struttura regolare e simmetrica in linea con le risultanze architettoniche, i rimandi paesaggistici alla recente storia normanna e sveva, le informazioni ricavabili dal giardino reale di Barcellona al quale Palermo contribuisce con professionalità, specie vegetali e manufatti. Questi indizi sono stati approfonditi e criticamente analizzati ma si è voluto evitare di replicare forme e modelli incerti o fantasiosi fino a realizzare ciò che inevitabilmente sarebbe stato un discutibilissimo falso”.Quello inaugurato nei giorni scorsi è un primo tassello di un progetto che assumerà forme evocative più definitive. “Il progetto generale – spiegano dall’ateneo – prevede la realizzazione di un giardino ricco d’acqua, il restauro del porticato, della Sala Magna Viridarii e il recupero dell’ex deposito della manifattura tabacchi, che sarà adibito a spazi museali. I lavori includeranno una importante campagna di scavi archeologici finalizzata ad indagare in maniera definitiva l’area liberata dai manufatti fatiscenti”.La prima fase dei lavori, ancora in esecuzione, ha liberato il colonnato dalle strutture murarie pericolanti e dai contrafforti in cemento armato. Sono stati eseguiti lavori di consolidamento e opere di presidio antisismico del colonnato sul quale appoggerà una struttura leggera per riconfigurare il porticato. È stato allestito il primo impianto del giardino con la realizzazione del viale longitudinale delimitato con alberi di arancio amaro. Questo primo intervento, che ha consentito anche il rinvenimento dell’antica pavimentazione in cotto, “svela la spazialità originaria dell’impianto architettonico evidenziando il dissonante impatto volumetrico dei magazzini ottocenteschi residui destinati essenzialmente ad ospitare impianti tecnologici”.