◉ PALERMO
Un museo-giardino nel nome di Rosalia al posto di un palazzo abbandonato
Presentato il progetto del nuovo spazio culturale, progettato dall’archistar Mario Cucinella, al posto dell’ex casa Guzzetta, davanti al retro di Palazzo Branciforte, sede della Fondazione Sicilia. Un edificio su più livelli destinata a mostre temporanee, parzialmente interrata e interamente vetrata, sormontata da un giardino pensile accessibile a cittadini e turisti
di Guido Fiorito
8 Aprile 2024
Architettura moderna e sollazzi arabo-normanni. Il cortocircuito avverrà alle spalle di Palazzo Branciforte, nel cuore di Palermo, e illuminerà una piazza oggi deturpata da un brutto edificio di cemento. La Fondazione Sicilia e gli architetti Mario Cucinella e Marilena Baggio che firmano il progetto, hanno svelato quello che sarà chiamato il Museo Giardino di Santa Rosalia, nome che ricorda che alla patrona di Palermo era intitolato il Monte di pietà ospitato proprio da Palazzo Branciforte di via Bara all’Olivella.
Un fatto epocale, perché apre la strada a interventi di architettura contemporanea di alta qualità nel centro storico. Infatti, per realizzare quest’opera è stata necessaria una variante urbanistica in deroga al piano regolatore, che il Consiglio comunale, convinto del valore del progetto, ha approvato all’unanimità.
Si tratta di una struttura su tre livelli: quello di terra è caratterizzato da un perimetro di vetro trasparente con una scala conduce al sotterraneo, ed entrambi sono dedicati alle esposizioni; al piano superiore un giardino con il pavimento movimentato da una serie di bolle che conterranno la terra e i vasi. Un ponte, un corridoio aereo, collegherà palazzo Branciforte con la nuova struttura.
“Grande soddisfazione. Un edificio più volte occupato, un luogo di spaccio e di furti – afferma Raffaele Bonsignore, presidente della Fondazione Sicilia – che sarà trasformato in un polo culturale”. Un progetto avviato proprio da Bonsignore e reso possibile dall’acquisto per un milione di euro dell’edificio da parte della Fondazione nel novembre del 2021. “Un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato”, la definisce il sindaco Roberto Lagalla, mentre per l’assessore alla Rigenerazione urbana Maurizio Carta “le celebrazioni dei quattro secoli dalla scoperta dei resti di Santa Rosalia lasceranno qualcosa di concreto alla città”.
Il punto di partenza del progetto è stato se al posto del brutto edificio realizzare una piazza o un giardino. Cucinella ha puntato su entrambe le cose. Un archistar nato a Palermo, cresciuto a Piacenza, laureato a Genova, dove è stato poi allievo di Renzo Piano. Oggi vive a Bologna e le sue opere sono sparse nel mondo, da Pechino a Vienna. Suo il progetto per il padiglione Italia all’Expo 2025 a Osaka. È un fautore della sostenibilità ambientale degli edifici. “I giardini come quello di Palermo servono anche ad abbassare le temperature del centro storico – ha detto presentando il progetto -. La sala è trasparente per creare un dialogo con quello che c’è intorno. È maturo il tempo che il ruolo dell’architettura moderna nelle città diventi importante, è giusto che anche il presente lasci una traccia ai posteri”.

Museo Giardino Santa Rosalia, sezione del progetto
Marilena Baggio, milanese, si è occupata della progettazione del giardino: “Ogni città ha un suo odore, a Palermo c’è la zagara”. Quindi ci sarà “un frutteto matematico” di agrumi, e poi pistacchi, fichi, melograni ma anche alberi di Giuda e cespugli mediterranei (rosmarino, lavanda…). “Questo giardino è pensato come un luogo sociale che promuova il dialogo multiculturale che è sempre stato presente a Palermo”. Una riedizione delle dimore arano-normanne caratterizzate da giardini rigogliosi.
La soprintendente ai Beni culturali Selima Giuliano ha spiegato il sì al progetto: “Il collegamento aereo è compatibile con un palazzo antico che ingloba una strada con due ponti. L’architettura contemporanea può stare nel centro storico se la progettazione, come in questo caso, è di alto livello. Riqualifica un’area degradata in una zona che ha perso identità per i bombardamenti della guerra”. Il nuovo polo culturale dialogherà, infatti, con tutta la zona circostante, caratterizzata dal conservatorio e dagli studi musicali.
Tempi di realizzazione? “In un paio di mesi si può arrivare al progetto esecutivo – afferma Cucinella -, i lavori potrebbe iniziare entro l’anno per una durata totale di quattordici mesi”.