Spunta un pavimento sotto via Roma, gli archeologi in cerca di reperti

Gli esperti indagano su cosa si nasconde sotto lo strato di mattonelle in cotto, scoperto durante i lavori per il collettore fognario nel centro di Palermo

di Giulio Giallombardo

26 Gennaio 2021

Una scoperta che potrebbe nascondere molte sorprese. Gli archeologi vogliono indagare su cosa si cela sotto quell’anonimo pavimento in cotto, risalente con molta probabilità ai primi dell’Ottocento, scoperto in via Roma, nel centro di Palermo, durante i lavori per il collettore fognario. La speranza è che possano trovarsi tracce e reperti non rimescolati dai precedenti lavori, che proprio quel pavimento senza pregi artistici può avere contribuito a custodire nei secoli.

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Il cantiere in via Roma

I lavori nella porzione di strada dove è stato ritrovato il pavimento, sono stati interrotti per consentire agli archeologi della Soprintendenza di Palermo di analizzare gli strati più profondi. Il cantiere, comunque, prosegue per la posa di tubi in profondità in altre parti della carreggiata. “Verosimilmente si tratta del pavimento senza pregio di un’abitazione o di un magazzino, sicuramente non è una stalla, ma quello che è interessante adesso è indagare in profondità”, spiega a Le Vie dei Tesori News, Giuseppina Battaglia, archeologa della Soprintendenza che sta seguendo gli scavi.
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Particolare del pavimento

“I reperti trovati nella trincea per la posa dei tubi – aggiunge l’archeologa – risalgono a varie epoche storiche, ad esempio, c’è materiale di età islamica ed ellenistica, però sono reperti rimescolati, ovvero provenienti dal terreno che a sua volta è stato interessato in precedenza da altri lavori. Via Roma è stata un’autostrada per tutti i sottoservizi della città da almeno cento anni, tra luce, gas, telefono, fognature, ogni volta che si faceva un taglio si distruggeva qualcosa”.
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Il cantiere con il pavimento in cotto

Invece, il pavimento – sottolinea Battaglia – “potrebbe essere importante perché ha sigillato gli strati inferiori. Lì presumiamo che non ci sia stato rimescolamento, almeno in epoca recente, perché diversamente il pavimento sarebbe stato distrutto da altri lavori. Per questo trovare contesti del genere è estremamente interessante per l’azione strategica dell’archeologia preventiva”.