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Tornano a Sambuca i reperti della Tomba della Regina

La collezione è parte integrante del corredo funerario composto da vasi, suppellettili e monili che furono scoperti nel 1886 da contadini nell’area archeologica di Monte Adranone. Dai depositi del museo Salinas, il corpus sarà trasferito stabilmente nelle sale di Palazzo Panitteri

di Marco Russo

27 Febbraio 2024

Sono stati per anni conservati nei depositi del museo Salinas di Palermo. Adesso, dopo quasi un secolo e mezzo, i reperti della Tomba della Regina tornano definitivamente a Sambuca di Sicilia. La collezione è parte integrante del corredo funerario composto da vasi, suppellettili e monili che furono scoperti originariamente nel 1886 da contadini nell’area archeologica di Monte Adranone, sull’altura dove un tempo sorgeva l’antica città di Adranon, sopra l’odierna Sambuca.

L’atrio di Palazzo Panitteri a Sambuca

Il corpus di suppellettili rinvenuto dopo che una mandria di mucche al pascolo misero alla luce l’estradosso della tomba, furono venduti, nel 1888, dopo una singolare e curiosa vicenda, anche giudiziaria, ad Antonino Salinas che, incuriosito sia del ritrovamento che della qualità dei reperti, se ne interessò e subito dopo acquistò l’intero corpus. Ma le diverse destinazioni del museo archeologico palermitanto, intitolato più tardi al suo fondatore, e i vari allestimenti non diedero mai visibilità ai reperti sambucesi.

“Grazie all’atto di acquisto ampiamente dettagliato e descrittivo e agli studi di una archeologa è stato possibile rinvenire ed identificare nei magazzini del museo i reperti sambucesi provenienti da Terravecchia, l’antica toponomastica di Adranone”, spiega il sindaco di Sambuca, Giuseppe Cacioppo. Così, una fitta trattativa tra il Parco archeologico di Agrigento, il museo Salinas di Palermo, il Comune di Sambuca e l’assessorato regionale ai Beni culturali, ha portato recentemente alla cessione dell’intero corpus al museo di Sambuca, all’interno di Palazzo Panitteri.  Adesso, tutto è pronto per il ritorno definitivo a Sambuca dei reperti, che entreranno a far parte della collezione stabile del museo.

Il corredo funerario della Tomba della Regina

L’inaugurazione è prevista nelle prossime settimane, anche se ancora non è stata ufficializzata la data. Si attende che il Parco archeologico Valle dei Templi – nuovo detentore dei reperti e a cui è demandata la cura scientifica del museo – completi le operazione di allestimento dell’esposizione.

I reperti tornarono a Sambuca in una prima mostra temporanea realizzata nel 2015 su iniziativa dell’allora Banca di Credito Cooperativo di Sambuca, col sostegno scientifico della Soprintendenza di Agrigento. Finita la mostra, i reperti tornarono a Palermo e nei magazzini del Salinas. “Il rientro nel borgo belicino dopo ben 138 anni oltre al valore dei reperti stessi, assume importanza per la straordinarietà della collezione, per la singolarità del corpus e sopratutto perché in quei reperti in nuce si trovano le origini dell’attuale Monte Adranone – sottolinea ancora il sindaco – . Così il percorso espositivo si completa del primo nucleo di reperti e dal quale iniziano – se pur ottant’anni dopo – le regolari e sistematiche campagne di esproprio, tutela, scavi e promozione alcuni ancora in itinere promesse dal Parco archeologico”.

L’area archeologica di Monte Adranone

“Il fatto che questi beni archeologici siano stati saccheggiati nel corso dei secoli dai tombaroli, rende ancora più preziosa la loro restituzione e preservazione – si legge su Sicilia archeologica, il portale regionale online dei parchi archeologici – . La lotta contro il saccheggio e la tutela del patrimonio archeologico sono aspetti cruciali per preservare le radici storiche e culturali di una comunità. Ora che i reperti sono tornati a Sambuca di Sicilia, potranno essere adeguatamente esposti, studiati e valorizzati, contribuendo così alla conoscenza e alla promozione della ricca storia della zona. La collaborazione tra il Parco archeologico e il Museo Salinas rappresenta un passo significativo nella conservazione del patrimonio culturale della Sicilia”.