◉ CATANIA
Un borgo paleocristiano sepolto sull’Etna, nuove scoperte a Mascali
In occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia, presentati i risultati delle ricerche nell’area della Nunziatella. Affiorano lucerne, anfore, tegole e vasellame, che ricostruiscono la vita quotidiana sul vulcano. Individuato anche un pavimento in cocciopesto e un muro che potrebbe appartenere a una grande chiesa bizantina
di Marco Russo
17 Giugno 2024
Un borgo paleocristiano che testimonia la vita quotidiana sull’Etna 1400 anni fa. Affiorano lucerne, anfore, tegole e vasellame, databili tra il Sesto e il Nono secolo dopo Cristo, che raccontano la frequentazione ininterrotta dell’area della Nunziatella, a Mascali, ricca di acqua sorgiva e, quindi, adatta all’insediamento umano fin da epoca remota. Sono le scoperte della recente campagna di scavo condotta nel borgo di Nunziata di Mascali, presentate ieri in occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia, nella sede ionico-etnea dell’Archeoclub d’Italia.
Gli scavi, realizzati nell’ambito di una convenzione tra la Soprintendenza ai Beni culturali di Catania, il Comune di Mascali e l’Archeoclub d’Italia, hanno coinvolto l’Osservatorio Etneo dell’Ingv che ha fornito le datazioni al Carbonio 14 dei frammenti ossei di due sepolture localizzate nell’area adiacente alla Chiesa della Nunziatella e di altri frammenti ossei di animali recuperati all’interno dello scavo. Inoltre, ricercatori della Sezione Roma2 dell’Istituto hanno realizzato delle prospezioni georadar ad alta tecnologia che hanno fornito immagini ad alta risoluzione delle strutture sepolte, propedeutiche alla realizzazione di nuovi scavi archeologici.
“L’importanza dello scavo in corso sull’Etna – ha affermato Angela Merendino, direttrice dello scavo in rappresentanza della Soprintendenza – è legata all’indagine di tutta l’area archeologica. Da una parte della chiesa della Nunziatella, abbiamo un’area archeologica gestita dal Parco archeologico di Catania che ebbe nel 2012-2013 uno scavo con risultati importanti. Non avevamo chiara quale fosse la situazione dal lato parallelo. La scelta di scavare ci ha dato delle sorprese interessantissime. È venuto alla luce un muro, indagini sono ancora in corso ma che potrebbe farci pensare al muro esterno di navata. Ci potremmo trovare in un momento della storia del sito di Nunziata di Mascali, forse con una chiesa molto più ampia, una chiesa a tre navate”.
Secondo i ricercatori si potrebbe essere davanti a un borgo risalente a 1400 anni fa, testimonianze che potrebbero essere collegate alla possibile esistenza di un importante complesso monumentale appartenuto a Papa Gregorio Magno. “Sono venute alla luce anche lucerne, anfore che testimoniano la vita quotidiana delle genti etnee proprio di quel periodo – ha aggiunto Mariarosaria Grasso, archeologa e presidente dell’Archeoclub D’Italia Area Ionico – . Gli scavi hanno portato alla luce inizialmente un tratto di un imponente canale per la conduzione delle acque ricoperto da lastroni in pietra lavica. Abbiamo portato alla luce un pavimento in coccio pesto che è stato ritrovato anche all’interno della chiesa medioevale e paleocristiana. Qui siamo nelle terre appartenute a Papa Gregorio Magno. Queste testimonianze potrebbero raccontarci di una possibile basilica risalente all’epoca bizantina. Questa basilica potrebbe essere parte del più ampio complesso monumentale pontificio, della cui presenza sappiamo grazie ad un passo di una lettera dell’epistolario di Papa Gregorio Magno, che scrive al vescovo di Taormina, Secondino, parlando di un Monastero sopra Mascali. Nello stesso sito c’è anche un prezioso mosaico, sempre di epoca bizantina, proveniente da una basilica paleocristiana. È un unicum per quanto riguarda l’area ionico-etnea”.
“Puntiamo alla valorizzazione di un’area che negli anni ha avuto la grande capacità di potersi inserire in un territorio con la sua storia che però era stata occultata agli occhi di tutti – ha dichiarato Luigi Messina, sindaco di Mascali – . Noi abbiamo cercato, grazie all’apporto di alcuni volontari e della Soprintendenza, nel limite degli spazi, delle concessioni e nel rispetto della legge, di fare in modo di utilizzare i mezzi e gli strumenti che sono nelle possibilità del Comune. Abbiamo contribuito all’organizzazione dello scavo e stiamo cercando di trovare delle soluzioni affinché venga messo in sicurezza”.