◉ FESTIVAL
Le Vie dei Tesori a Termini, Bagheria e Carini: secondo weekend tra collezioni private, manifatture e luoghi ritrovati
Dai palazzi storici con sale affrescate alle raccolte di uniformi d'epoca, dalle ville celebri per i loro misteri e sculture bizzarre. Si potranno scoprire torri d'acqua, musei del giocattolo che fanno rivivere l'infanzia di un tempo, e botteghe artigiane dove la tradizione si fa arte contemporanea. Sabato 27 e domenica 28 ottobre fine settimana nelle tre città del Palermitano con decine di luoghi aperti e raccontati, altrettante esperienze e passeggiate
di Redazione
25 Settembre 2025
Immaginare i nostri nonni mentre giocano con una bambola di biscuit o una macchinina a pedali; scoprire i dettagli delle uniformi naziste o ascoltare il suono degli organi monumentali. E non basterà, perché questo secondo e penultimo weekend delle Vie dei Tesori a Bagheria, Termini Imerese e Carini sarà un continua sorpresa. Al bouquet già folto del primo fine settimana, infatti, si aggiungono altri luoghi e nuove esperienze: sabato 27 e domenica 28 settembre si entrerà nell’antica torre dell’acqua; si conteranno i puttini negli oratori, ci si immergerà nella Targa Florio, tra salotti, equipaggi e motori. Senza contare le esperienze (tempo permettendo): pilates e yoga al tramonto, giri in barca seguendo la costa, immersioni in sicurezza e un’inedita visita-laboratorio agli ultimi “masciddari” che si sono trasformati in artisti internazionali. Una rete importante quella messa in piedi dalle Vie dei Tesori, con il supporto del main sponsor Unicredit e la collaborazione dell’Ufficio scolastico regionale.
TERMINI IMERESE
Ascoltare Gabriele Sunseri è soprattutto un viaggio nella storia recente dei conflitti mondiali: è infatti lui l’appassionato collezionista di uniformi militari che apre palazzo Arrigo a Termini Imerese, una delle novità di quest’anno delle Vie dei Tesori (qui il programma di Termini). Nei tre grandi saloni – il soffitto di una delle sale fu colpito dalle bombe del 1943 – una fila ininterrotta di manichini con uniformi dall’epoca risorgimentale fino alla seconda guerra mondiale, quindi dal 1859 al 1945. Una raccolta profondamente legata alla storia della famiglia proprietaria, nata sulla scia di notizie e biografie degli antenati, come spiega lo stesso Gabriele Sunseri che conduce le visite. Ecco un’ uniforme tedesca in memoria del colonnello Claus Schenk von Stauffenberg, tra i protagonisti dell’ Operazione Valchiria e del fallito attentato a Hitler: al manichino mancano un occhio, una mano e tre dita, esattamente come al colonnello che era stato ferito in un’operazione della Royal Air Force in Africa. Poi l’uniforme di un capitano pilota americano in memoria di Robert Morgan, comandante di un famigerato B17, o l’uniforme da combattimento del capitano del XX Fanteria Brescia, appartenuta a Vincenzo Arrigo, il proprietario del palazzo.
E ancora: un filo impalpabile lega lo storico Grand Hotel delle Terme (cuore della Targa Florio) e il Museo dedicato alla gara: ci si muove tra auto, motori ed equipaggi, riscoprendo gli anni ruggenti di Ni
no Vaccarella. Poi il sontuoso Palazzo Sansone Chiarano alla Gancia, tra specchiere dorate, affreschi, arredi d’epoca, piccole collezioni d’arte; la bottega intatta di don Totò Sperandeo, ultimo artigiano capace di costruire un carretto siciliano pezzo dopo pezzo; la “chiesa della gente di mare” dei padri Carmelitani, che poi divenne granaio e caserma e dove vi racconteranno la battaglia di patri Masinu perché tornasse luogo di culto; i capolavori d’arte nella “Cammara picta” del Palazzo comunale e nella “bomboniera” di San Bartolomeo; i depositi del Museo civico Baldassare Romano, le leggende alla chiesa di Sant’Orsola e al Santuario della Consolazione, uno dei più antichi santuari mariani in Sicilia. Poi le esperienze che quest’anno sono tante: giri in barca al tramonto con la Lega navale (sabato e domenica alle 17), yoga al calar del sole (sabato alle 18) e pilates sul mare (domenica alle 18).
BAGHERIA
È stato Peppuccio Tornatore che ovviamente qui è di casa, a far conoscere l’antica Torre dell’acqua di Aspra, visto che l’ha voluta nel suo film Baarìa: costruita a metà ‘800, è alta 30 metri ed è un esempio del sistema idraulico di due secoli fa. Sarà possibile visitarla questo e il prossimo weekend delle Vie dei Tesori (qui il programma di Bagheria), con il ritorno del Museo del Giocattolo, un vero tuffo nei giochi dei nonni, tra pupattole e trenini, bambole di biscuit, carrozzine di alpacca, burattini e automobiline a pedali. Sono due luoghi che si aggiungono al già intenso programma: da cui naturalmente non può mancare la campionessa di visite, Villa Palagonia, la famosa residenza dei mostri, il luogo più amato della scorsa edizione del festival (il prossimo fine settimana aprirà solo domenica). Poi il Museo Guttuso a Villa Cattolica, voluto dallo stesso maestro che qui volle essere sepolto.
La novità di quest’anno sono anche le aziende manifatturiere raccontate dagli stessi proprietari: si va da una storica cooperativa agrumicola dove vi racconteranno come i limoni di Bagheria arrivavano in tutta Italia, avvolti nella preziosa e coloratissima velina; alla piccola azienda conserviera del pesce ad Aspra (solo domenica dalle 12 alle 17.30), dove lavoravano soprattutto donne e dove vi spiegheranno le regole per una bottarga perfetta, asciutta al punto giusto. Domenica alle 11 si potrà scoprire la bottega storica dei Ducato, “masciddari” (i pittori di carretti) da generazioni che han
no saputo trasformarsi in artigiani 4.0 richiesti dal mondo della moda: i visitatori potranno dipingere un oggetto live. E ancora, l’Arco degli innamorati che è sospeso sul mare, Villa Butera con i suoi saloni affrescati, e l’Oasi Blu dove tutto parla di viaggio e di culture del mondo. Domenica alle 9.45 si andrà per ville e portoni con la guida e la pittrice Caterina Guttuso. Ritornano anche le amatissime gite in mare, in barca a vela o sott’acqua, accompagnati da sub esperti (tempo permettendo): sabato e domenica partenza da Casteldaccia con Blue shark o da Porticello con Shark Lanzafame. Tra le esperienze anche le visite all’affascinante Villa Sant’Isidoro e Cordova (ultima domenica, alle 17.30) con la sua enfilade di salottini e un’inesauribile raccolta di piccole cose di buon gusto.
CARINI
Il mosaico ritrovato del Principe De Spuches è veramente uno spettacolo: completato, restituito, racconta di recuperi, oblii, ritorni, ma anche dei riti scaramantici di Mimise, moglie di Renato Guttuso, che non volle i famosi pavoni rappresentati, nel suo palazzo. Ma è tutta Carini a mettersi in mostra, convinta com’è (realmente) di essere preziosa (qui il programma di Carini). E quest’anno aggiunge al programma di oratori eleganti, chiese monumentali e complessi catacombali, anche due luoghi appena restituiti alla comunità: la residenza estiva dei baroni La Grua divenuta in seguito il frequentatissimo centro di attività francescane, oggi restaurata fin sui merli cinquecenteschi; e il parco urbano del Roccazzello, riqualificato dal Comune, con il suo Spasimo, una cinquecentesca chiesa a cielo aperto, con le mura originarie e i resti degli affreschi.
I luoghi sono comunque tutti da non perdere: oratori serpottiani che paiono di pizzo, le cappelle preziose – la chiesa degli Agonizzanti con il suo trionfo rococò, ospita anche due teatrini con un delicata dormitio virginis attorniata dagli angeli, e quest’anno apre per la prima volta la cripta con i colatoi per l’essiccazione dei cadaveri – e l’enorme complesso catacombale di Villagrazia di Carini, sono 3.500 metri quadrati di cunicoli, nicchie, gallerie e cubicoli ipogei, oltre ad affreschi straordinari. Si aggiunge anche la chiesa di san Vito, chiusa dagli anni Novanta, con il museo parrocchiale che ospita la statua del patrono e proprio per il festival esporrà reliquiari, opere d’arte e preziosi paramenti sacri. Senza dimenticare la biblioteca Francesco Scavo con i suoi 45 mila volumi, la passeggiata “sonora” tra gli organi monumentali (questa domenica e la prossima, sempre alle 16).