Mosaici e terme a un passo dal mare: riapre la villa romana di Durrueli a Realmonte

27 Maggio 2023

Torna visitabile la residenza di età imperiale sul mare della Scala dei Turchi, tra cortili colonnati, pavimenti musivi e complessi termali. Il restauro del sito archeologico è stato curato e finanziato dal Parco della Valle dei Templi

di RedazioneDoveva essere una costruzione bellissima, ricca, decorata con cura e affacciata sul mare della Scala dei Turchi: una vera e propria “villa maritima” di età imperiale, costruita pochi chilometri a ovest dell’emporio commerciale dell’antica Agrigentum, nella baia tra Punta Piccola e Punta Grande, alla foce del fiume Cottone. Riapre martedì 30 maggio alle 11.30 la villa romana di Durrueli, a Realmonte, nell’Agrigentino.

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Particolare dei mosaici

Il recupero e la manutenzione, curati e finanziati dal Parco della Valle dei Templi, hanno permesso di rendere fruibili i mosaici, le terme e l’intera struttura che sarà aperta alle visite dal 1 giugno al 30 settembre (dalle 9 alle 19) secondo un piano di presenze contingentate e un progetto che prevede anche un percorso unico e un cartellone di spettacoli e incontri.Saranno presenti alla riapertura della villa, – fanno sapere dalla Regione – l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato; il direttore del parco archeologico e paesaggistico Valle dei Templi, Roberto Sciarratta; il sindaco di Realmonte, Santina Lattuca; il presidente del consiglio del Parco, Giovanni Crisostomo Nucera; l’archeologa del Parco, Maria Serena Rizzo. Già dalla mattina di martedì si potrà partecipare a due visite guidate di CoopCulture, gestore dei servizi aggiuntivi.
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Le terme

La villa – attribuita a Publius Annius, imprenditore dello zolfo, importante esponente di una gens presente ad Agrigento nei primi secoli dell’impero – fu scoperta casualmente nel dicembre del 1907, durante i lavori di costruzione della linea ferroviaria che collegava Porto Empedocle a Siculiana. Giunse immediatamente Antonio Salinas e gli scavi archeologici avviati nel 1908 misero in luce i pavimenti in opus tessellatum a decorazione geometrica e in opus sectile. La prima importante decisione presa fu quella di spostare più a Nord il tracciato ferroviario, risparmiando così gli ambienti scoperti, ma gli scavi si fermarono lo stesso e ripresero soltanto tra il 1979 e il 1983, con una serie di campagne dell’Università di Tsukuba (Giappone) sotto la direzione di Masanori Aoyagi.
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Litorale di Realmonte dalla Scala dei Turchi

Le indagini, proseguite e finanziate con fondi europei nel 2004 e nel 2008, rivelarono che gli ambienti individuati all’inizio del secolo, erano disposti intorno a una corte scoperta a pianta quadrangolare che circondava il giardino interno, sul quale si affaccia con un peristilio di cinque colonne di pietra arenaria su ciascun lato. I resti di intonaco ancora visibili confermano che le colonne erano dipinte in rosso nella parte inferiore, e sormontate da un muro dipinto in nero. Nel tablinum, la sala di rappresentanza del dominus, ci sono ancora i resti di imponenti mosaici, così come nelle camere da letto con il cubiculum, e soprattutto nel triclinium (la sala da pranzo).La villa doveva essere immensa, altri ambienti degradano verso il mare, protetti da un terrazzamento. Ma la grande particolarità della Villa Romana sta nelle sue terme, meravigliosamente decorate: un impianto diviso in due nuclei (per uomini e per donne) con al centro una grande cisterna che garantiva il necessario rifornimento idrico a entrambi i bagni. I mosaici – due complessi diversi attorno alle figure di Nettuno e di Scilla – furono realizzati in periodi e con maestranze diverse.