Unione di forze per rilanciare la villa romana di San Biagio
22 Marzo 2021
Sottoscritto un accordo di gestione tra il Parco archeologico di Tindari e il Comune di Terme Vigliatore per la valorizzazione del sito archeologico
di RedazioneEra una delle residenze di lusso più importanti costruite in Sicilia tra la fine del secondo e l’inizio del primo secolo avanti Cristo. Con il suo grande cortile porticato circondato da stanze, il complesso termale, i raffinati mosaici e la sfarzosa sala banchetti, utilizzata come sala da ricevimento e rappresentanza, la villa romana di San Biagio è uno dei tesori archeologici da scoprire nel territorio di Terme Vigliatore, nel Messinese. Per rilanciarla e migliorarne la fruizione è stato sottoscritto qualche giorno fa un accordo di gestione integrata di cinque anni, tra il direttore del Parco archeologico di Tindari, Mimmo Targia e il commissario straordinario del Comune di Terme Vigliatore, Angelo Sajeva.
L’accordo – spiegano dall’assessorato regionale dei Beni culturali – nasce dalla volontà di creare forme di collaborazione partecipata nella gestione del territorio con lo scopo di sensibilizzare operatori e cittadini nella valorizzazione e nella migliore utilizzazione del patrimonio regionale. Attraverso l’accordo, in particolare, il comune di Terme Vigliatore si è impegnato a provvedere alla gestione delle aree verdi dell’area demaniale regionale e a sostenere i costi delle manutenzioni dei percorsi di visita, sentieri e passerelle, nonché dei sistemi di illuminazione e di approvvigionamento e distribuzione idrica in coerenza con i compiti svolti dalla direzione del Parco e della tutela esercitata dalla Soprintendenza dei Beni culturali di Messina.Tra le attività di cui il Comune si farà carico, con proprie risorse, anche lo smaltimento dei rifiuti e piccole opere di manutenzione per la conservazione e il restauro dei manufatti e dei reperti della villa romana o delle aree archeologiche vicine, conservati anche in altri magazzini del Parco. Particolare attenzione sarà rivolta ai mosaici, agli intonaci, e a eventuali interventi urgenti di messa in sicurezza di accessi percorsi di visita e di impianti. Nell’ambito dell’accordo, il Comune potrà utilizzare il sito per iniziative culturali concordate apponendo anche segnaletica adeguata e realizzando materiale promozionale condiviso con la direzione del Parco; il tutto nella logica della migliore tenuta e fruizione dei luoghi.“Questo accordo va nella direzione della massima valorizzazione di un sito storico di massima importanza e supera la logica dei compartimenti stagni, tanto in voga nel passato – dichiara l’assessore regionale dei Beni Culturali, Alberto Samonà – ; il patrimonio regionale appartiene a tutti e ciascuno di noi deve farsi carico della migliore valorizzazione attivando i possibili meccanismi virtuosi di valorizzazione, mantenimento e ottimizzazione all’interno di strategie condivise che tengano conto del potenziale offerto dal territorio, sul quale costruire concrete azioni culturali”.“Il Codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004 prevede la possibilità di attivare il massimo coinvolgimento delle realtà locali anche al fine di trovare soluzioni che consentano la massima fruizione del potenziale offerto dal territorio – dice il direttore del Parco, Mimmo Targia – . La prima azione su cui sto puntando è quella della consapevolezza e della partecipazione attiva degli enti territoriali coinvolti dal Parco di Tindari”.