L’ex Manifattura tabacchi diventerà nuovo polo culturale di Catania

Vanno avanti i lavori di riqualificazione nel complesso di via Garibaldi, destinato a diventare museo archeologico del capoluogo etneo

di Livio Grasso

28 Aprile 2021

Proseguono i lavori di riqualificazione nell’ex Manifattura tabacchi di Catania per la realizzazione del museo interdisciplinare, voluto dalla Regione Siciliana. La struttura, in origine caserma della cavalleria borbonica, successivamente divenne una fabbrica di sigari al cui interno lavoravano un migliaio di addetti. Il complesso edilizio, che si trova in via Garibaldi, è stato individuato dalla Soprintendenza di Catania come futuro centro d’esposizione del proprio patrimonio archeologico.

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Il complesso dell’ex Manifattura tabacchi di Catania

Le fonti storiche rilevano che la Manifattura fu operativa dal 1893, divenendo sede stabile di lavoro per tante operaie catanesi impegnate, a partire dai primi anni del Novecento, alla realizzazione di svariate tipologie di sigari: i cosiddetti “Toscani”, le sigarette “spagnolette”, le note “Macedonia”. Il grande edificio è articolato in tre piani; individuati anche dei terrazzi che conferiscono maggiore spaziosità al complesso, la cui superficie si estende per 7.200 metri quadrati.
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L’ingresso su via Garibaldi

L’obiettivo della Regione è di arricchire il patrimonio monumentale catanese, con la valorizzazione di un sito da riscoprire e per il quale sono stati stanziati circa 5 milioni di euro di fondi europei. Tra gli interventi in programma, l’allestimento degli antichi macchinari di fabbrica ottocenteschi, ancora in corso di restauro. La pianificazione funzionale del palazzo prevede una suddivisione delle aree in specifiche unità operative: laboratori, sale espositive dedicate a conferenze e convegni, aule adibite a collezioni di reperti archeologici, ma anche di opere d’arte contemporanea.
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Una mostra allestita nel complesso (foto Polo regionale di Catania)

“Si avvia alla conclusione un antico sogno che io accarezzavo già quando ero presidente di questa provincia: dare al capoluogo etneo un museo archeologico degno di questo nome – ha dichiarato il governatore Nello Musumeci in occasione della consegna dei lavori lo scorso ottobre – . Oltre a riqualificare uno storico edificio ottocentesco, vogliamo che diventi un cuore pulsante di cultura, capace di raccontare l’anima di quei luoghi, ma anche di contenere spazi pubblici di aggregazione che, se non fossero riqualificati e rivissuti, potrebbero inesorabilmente andare perduti”. Secondo l’assessore regionale ai Beni Culturali, Alberto Samonà,  “riqualificare l’ex Manifattura, significa, anche, rimodulare un rapporto nuovo con i quartieri storici di Catania, come il Fortino, San Cristoforo, Angeli Custodi, luoghi, cioè, in degrado e a rischio, da recuperare come patrimoni di cultura e fulcro di identità”.
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Uno scorcio di Catania

“Il progetto di rifunzionalizzazione, nel rispetto dell’identità storica dell’edificio -si legge nella relazione tecnica redatta dal gruppo di progettazione Rtp formato da Progen, Tosto Architetti e Gwg di Catania – si pone l’obiettivo di rivitalizzarlo sia nel contesto urbano, che socio-culturale, facendone un focus, un cuore pulsante di cultura. Gli spazi saranno essenzialmente mantenuti nella loro configurazione e stratificazione che la loro storia ha formato, evidenziando il carattere e l’anima dei luoghi, che verrano così ripuliti, rifunzionalizzati e resi vivibili, in modo da costituire il supporto logistico di una serie di attività e laboratori, che funzioneranno come delle vere e proprie officine che accompagneranno la principale attività, quella di esporre il grande patrimonio archeologico di cui è dotata la città di Catania”.