Torna a risplendere la tavola “magica” della Casina Cinese

Restaurato il mobile meccanico realizzato da Giuseppe Venanzio Marvuglia per la residenza dei Borbone. Un complesso sistema di montacarichi per garantire la discrezione dei pranzi reali

di Giulio Giallombardo

20 Dicembre 2021

Sotto è un ingegnoso rompicapo di corde, carrucole, pesi e meccanismi di legno; sopra un piccolo palcoscenico dove piatti e portate appaiono e scompaiono magicamente. Era il fiore all’occhiello dei riservatissimi pranzi di Ferdinando e Carolina di Borbone, a cui neanche la servitù era ammessa. Adesso il complesso saliscendi della Tavola matematica, uno dei gioielli della Casina Cinese di Palermo, è tornato a funzionare dopo un delicato restauro curato dalla Soprintendenza ai Beni culturali di Palermo, grazie al contributo della Fondazione Le Vie dei Tesori.

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Il meccanismo sotto alla Tavola

Insieme al recupero del sorprendente mobile meccanico, realizzato alla fine del Settecento dall’architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia, è stato ricostruito filologicamente anche il rivestimento originario in seta del tavolo, risistemate le sedie, ricollocati i vassoi in argento di fattura napoletana, con il punzone della casa Borbone, recuperati dai depositi. Ci sono anche tre cordoncini colorati che i commensali tiravano per comunicare con la servitù di sotto: ogni corda corrispondeva a pane, acqua e vino, alimenti che venivano richiesti alla servitù attraverso un congegno di fili collegato a scatola di legno.
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I cordoncini per gli alimenti

Un restauro certosino svelato questa mattina alla Casina Cinese, alla presenza dell’assessore regionale ai Beni culturali, Alberto Samonà; della soprintendente Selima Giorgia Giuliano; del presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori, Laura Anello; e dei restauratori della Soprintendenza che hanno condotto il lavoro: l’architetto Carlo Vivirito e Roberta Civiletto per i tessuti. Un lavoro portato avanti con la collaborazione dello scenotecnico Raffaele Ajovalasit, dopo lunghe ricerche sulle fonti archivistiche, bibliografiche e fotografiche. A dare una mano anche le tecnologie digitali, con rilievi laser che hanno restituito un “gemello” virtuale della macchina, per comprenderne meglio i meccanismi e le geometrie.
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L’interno della Tavola matematica

“È stato un lavoro lungo un anno e mezzo, abbiamo prima dovuto capire come funzionava la macchina e per questo ci siamo documentati su fonti storiche – spiega Carlo Vivirito – . La Tavola è rimasta inutilizzata per molti anni, dunque abbiamo ricollocato le corde e risistemato quelle che non erano installate correttamente. Il mobile è pressoché integro, manca soltanto un vassoio e un piombo. Adesso, dopo un intervento di pulitura dei meccanismi, tutto ha ripreso a funzionare perfettamente, anche se la struttura è molto fragile”. Complesso anche l’intervento per ricostruire la copertura che rivestiva il mobile. “Ci siamo documentati su alcune fonti del 1930, sulla scorta di alcuni elementi tessili che abbiamo ritrovato e che ci hanno fatto da guida per la scelta del rivestimento in seta e per il colore avorio”, ha aggiunto Roberta Civiletto. Secondo l’assessore Samonà, la Tavola “è uno straordinario esempio della creatività e del talento delle maestranze siciliane del tempo. Poter mostrare oggi la Tavola e parte dei pannelli di seta ricollocati al loro posto dopo il restauro, è espressione dell’importanza che può avere la collaborazione tra pubblico e privato nella salvaguarda e valorizzazione del patrimonio culturale dell’Isola”.
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Tavola matematica restaurata

La Casina Cinese e la tavola matematica appena restaurata con un contributo di 2500 euro della Fondazione Le Vie dei Tesori, fanno parte di una edizione “natalizia” del festival: dal 28 al 30 dicembre e poi il 4 e 5 gennaio, la Casina potrà essere scoperta, infatti, all’interno di un percorso culturale che comprende esperienze uniche, passeggiate guidate, visite a botteghe storiche e luoghi – in alcuni dei quali sono stati effettuati interventi di restauro proprio grazie alle Vie dei Tesori. “Abbiamo contribuito con gioia al restauro di questo straordinario meccanismo della Casina cinese, dopo avere promosso quattro anni fa l’importante lavoro di recupero e di ricollocazione dei lampadari. Si tratta – precisa Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori – dell’ottavo intervento di restauro da noi promosso in Sicilia, proprio quando ci apprestiamo a organizzare il contest che sceglierà altri due interventi da realizzare nei borghi. Continuiamo a collaborare con istituzioni pubbliche e con privati nel segno della bellezza e del coinvolgimento delle comunità, convinti che i luoghi di cultura siano infrastrutture sociali attorno alle quali riconoscersi e crescere”.
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Tabella degli alimenti

La Tavola matematica – ispirata a quella creata da Antoine-Joseph Loriot e fatta installare da Luigi XV per il castello reale di Choisy-le-Roy e poi per il Petit Trianon di Versailles – veniva caricata con le pietanze che arrivavano direttamente dalle cucine sottostanti. I cibi salivano su un montacarichi centrale, circondanti dai piatti di servizio per le bottiglie e il pane, senza obbligare i camerieri a continui andirivieni, ma soprattutto garantendo la riservatezza dei commensali. “Ferdinando e Carolina di Borbone, giungendo a Palermo – spiega la soprintendente Selima Giorgia Giuliano – si innamorarono della stravagante residenza in stile cinese del barone Benedetto Lombardo, che vollero, però, interamente ricostruita da Giuseppe Venanzio Marvuglia. La ‘tavola’ venne realizzata per i sovrani ma, secondo la teoria accreditata da recenti studi, su uno spazio e un progetto preesistente per i Lombardo. Insomma, la moda degli automi era già arrivata in Sicilia prima dei Borbone”.
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Uno dei piatti

Ma oltre alla Tavola, questa mattina sono stati svelati anche sei dei sedici pannelli originali in seta dipinta, di gusto esotico, tornati a decorare le nicchie delle pareti del salone, rimaste vuote dopo l’ultimo intervento di restauro. Un lavoro anche in questo caso effettuato dai tecnici della Soprintendenza di Palermo, reso possibile grazie alla collaborazione con l’associazione “Amici dei Musei Siciliani” che ha messo in campo una parte dei proventi del Festival RestArt Palermo 2021. “Il riallestimento dei sei pannelli restituisce unità visiva e cromatica alla sala delle udienze  – dichiara Bernardo Tortorici di Raffadali, presidente degli Amici dei Musei siciliani -. Aver contribuito a realizzare questo intervento ci riempie di gioia”.