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Dai depositi del Salinas a Sambuca: tornati a casa i reperti della Tomba della Regina

La collezione è parte integrante del corredo funerario composto da vasi, suppellettili e monili che furono scoperti nel 1886 da contadini nell’area archeologica di Monte Adranone. Il corpus, che si trovava nei magazzini del museo palermitano, è stato allestito stabilmente nelle sale di Palazzo Panitteri

di Redazione

21 Marzo 2024

Ci sono voluti 140 anni di attesa perché tornassero per sempre a casa. I preziosi reperti che compongono il corredo funerario della Tomba della Regina di Monte Adranone sono finalmente esposti stabilmente a Sambuca di Sicilia, nell’Agrigentino: sedici pezzi sono infatti entrati a far parte del percorso museale di Palazzo Panitteri.

Grazie alla collaborazione tra il Parco della Valle dei Templi di Agrigento, responsabile della valorizzazione dell’area archeologica di Monte Adranone, il museo Salinas di Palermo e l’amministrazione comunale di Sambuca di Sicilia, è stato possibile far sì che i reperti tornassero lì dove furono scoperti per caso nel 1886 da alcuni contadini nell’area di Monte Adranone, sull’altura dove un tempo sorgeva l’antica città di Adranon, sopra l’odierna Sambuca.

Da sinistra: Giuseppe Cacioppo, Roberto Sciarratta, Francesco Paolo Scarpinato e Caterina Greco

L’allestimento, inaugurato oggi e curato dall’archeologa del Parco, Valentina Caminneci, raccoglie 16 pezzi, tra cui il vaso usato durante il simposio per mescolare il vino con l’acqua (cratere a colonnette), che raffigura il dio Dioniso semidisteso sul letto da banchetto, nell’atto di levare una coppa (kantharos) e una brocca per il vino (oinochoe) con la rappresentazione di una scena di partenza di guerrieri alla presenza di una ieratica figura femminile (immagine scelta per accompagnare la comunicazione dell’esposizione).

“Siamo orgogliosi di restituire alla comunità di Sambuca di Sicilia questa preziosa testimonianza del passato, fondamentale per la ricostruzione storica – ha detto l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato – . Questo ritrovamento non solo arricchisce il patrimonio culturale locale, ma diventa anche un grande attrattore per il territorio, testimoniando il valore della collaborazione e dell’interesse comune nel preservare e valorizzare la nostra storia e identità”.

Entrato a far parte della collezione del Regio Museo palermitano nel 1888, l’archeologo Antonio Salinas, a cui fu poi intitolato l’omonimo museo, aveva stilato un meticoloso elenco dei reperti nell’atto di acquisto. Sarà proprio questo documento, dopo quasi 140 anni, a restituire il corredo alla storia. I reperti, dispersi nei magazzini, erroneamente catalogati nella successiva trasformazione del Regio in Museo Salinas, erano infatti caduti nell’oblio, perdendo ogni legame con il loro contesto di provenienza. L’individuazione dei reperti si deve al ritrovamento del famoso elenco dell’archeologo, conservato con altri documenti nell’archivio del museo e all’Archivio centrale di Stato a Roma.

Il taglio del nastro

“Dall’impegno concreto del Parco Valle dei Templi, e dal dialogo continuo tra le istituzioni, nasce un polo museale di grande importanza come di fatto è Palazzo Panitteri – dice il direttore del Parco Valle dei Templi, Roberto Sciarratta – il nostro obiettivo è quello di lavorare in completa sinergia, valorizzando le collezioni per comporre un enorme museo diffuso sul territorio che possa aprire la strada a esperienze analoghe”.

Presente all’inaugurazione anche il direttore del museo Salinas, Caterina Greco, che ha sottolineato il valore della restituzione dei reperti, “oggi che a Sambuca esiste un importante museo dedicato all’archeologia del territorio e che quindi il corredo della tomba della Regina può trovare adeguata collocazione nel suo originario contesto storico-topografico, insieme agli altri relitti che illustrano la storia della città antica di Adranon e delle sue necropoli”.

“I primi reperti rinvenuti nel 1886 tornano a Sambuca. E per sempre – ha detto il sindaco Giuseppe Cacioppo – . Un’ulteriore opportunità per visitare il borgo, un’occasione per conoscere quanto antica è l’antropizzazione di questo lembo di terra. Una certezza che il futuro di questa comunità passa attraverso la storia e la cultura della stessa gente che lo ha abitato e che lo vive oggi”.

LA TOMBA DELLA REGINA E IL SUO CORREDO

La tomba della Regina su monte Adranone

Una sepoltura monumentale a grandi blocchi di arenaria, a pianta rettangolare con copertura a falsa volta: la Tomba della Regina è costituita da una camera sotterranea con ingresso a pseudo arco, preceduta da un breve corridoio (dromos) con accesso a pozzetto, databile tra la fine del Sesto e gli inizi del Quinto secolo avanti Cristo. Il nome altisonante proviene dalla sua imponenza, non dall’identità dei defunti, del tutto ignoti.

I reperti sono straordinari, ma sollevano domande sulla loro datazione: sono datate tra la fine del Sesto e gli inizi del Quinto secolo avanti Cristo. La brocca per il vino di produzione attica a figure nere, con scena di partenza di guerrieri attribuita alla classe del Vaticano 342; i tre piatti su piede a vernice nera, una coppetta apoda acroma e una lucerna forse di fabbrica selinuntina.

Reperti recuperati su Monte Adranone

Di epoca poco più tarda (inizi del Quinto secolo avanti Cristo) sono il cratere (vaso per mescolare acqua e vino) a figure rosse del Pittore di Syriskos con scene dionisiache (il dio Dioniso che brinda su un lato, il satiro che insegue la Menade sull’altro); il lekythos (vaso per olio) e le quattro coppe a vernice nera. Ancora più avanti come datazione, una coppetta e un vasetto per olio profumato a vernice nera dell’ultimo quarto del Quinto secolo; e un vasetto per cosmetici della fine del Quarto avanti Cristo (pisside stamnoide con palmette sovra dipinte). La diversa datazione dei reperti fa ipotizzare che la tomba sia stata riutilizzata più volte nel tempo, per sepolture diverse; i 16 chiodi in bronzo ritrovati fanno ipotizzare una cassa lignea o un letto funerario.

I vasi per il vino e la scelta di soggetti dionisiaci rimandano all’abitudine, nelle ricche dimore greche, del simposio dopo la cena: questo farebbe pensare che la Tomba della Regina potesse accogliere le spoglie di un importante personaggio di cultura greca.

Foto d’epoca dei primi scavi su Monte Adranone

Gli archeologi hanno identificato nell’antica e misteriosa Adranon (ricordata da Diodoro) il centro che dall’Ottavo al Terzo secolo avanti Cristo occupò la sommità di Monte Adranone. Gli scavi regolari, condotti dalla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, hanno portato alla luce ampi tratti della cinta muraria, diversi settori dell’abitato, aree artigianali, edifici sacri e una vasta necropoli al di là delle mura meridionali, tutto immerso in un paesaggio ancora intatto. E con un panorama straordinario visto che da lassù lo sguardo arriva fino al mare.