Siamo nel Val di Noto e tutto qui si data facendo riferimento al terremoto del 1693: prima e dopo, le chiese medievali rase al suolo, furono ricostruite barocche. E così anche palazzi e quartieri. Ragusa elegante e signorile è rinata dalle macerie, più bella di prima; Scicli dalla luce dolce che abbraccia e segna i palazzi che paion fatti di merletto. Due città profondamente diverse che collaborano fattivamente per la promozione dello stesso territorio: e il turismo le ha premiate visto che quest’ultima estate, i numeri danno loro ragione.

Teatro della Concordia
Le Vie dei Tesori – da sabato 2 a domenica 17 ottobre, con il supporto dei due Comuni e con UniCredit come main sponsor – tornano nel Ragusano per il
quarto anno consecutivo per un’edizione di rinascita, in piena sicurezza: a
Ragusa, la città superiore con le sue chiese, le rocche, i passaggi che salgono in verticale; e Ibla (in siciliano “lusu”, ovvero quello che giace sotto), un miraggio di luci e di ombre, con la piazza centrale che è un salotto a cielo aperto: qui il festival proporrà tredici tappe-gioiello, tra cui
l’esclusiva visita al cantiere del Teatro della Concordia, la sala costruita a fine Ottocento dalle quattordici famiglie più ricche della città; ma poi caduto nel dimenticatoio, trasformato in cinema, acquistato dal Comune ma chiuso da anni. Adesso il recupero: il festival condurrà nel suo ventre che sta rinascendo, ma seguirà anche il filo delle
cave Gonfalone, le intricate latomie, 15 mila metri quadrati di cunicoli sotto la città (
qui il programma completo di Ragusa).A
Scicli invece, i luoghi aperti saranno dieci, con un’attenzione particolare per le chiese rupestri, piccole, scavate nella roccia, ma con tesori inattesi all’interno; e il festival torna dentro le
grotte di Chiafura, che tanto successo hanno ottenuto lo scorso anno, con il loro carico di memoria; salirà al tramonto sul
colle di San Matteo, scenderà nella
Grotta delle Cento Scale. E renderà omaggio a Bartolomeo Militello, l’ultimo dei decoratori della città barocca, di cui per la prima volta si espone il corpus di disegni e bozzetti (
qui il programma completo di Scicli).

Uno scorcio di Scicli (foto Wikipedia)
“Una manifestazione importante che è riuscita ad entrare nel Dna del nostro territorio con importanza e forza: è un progetto complessivo che ha coinvolto i nostri giovani. Non è qualcosa che si è visto prima: Le Vie dei Tesori sarà testimone della nuova fase di Scicli, quella del post-Montalbano – dice
il sindaco di Scicli, Vincenzo Giannone – La bellezza del territorio protagonista con i suoi tesori, le sue chiese barocche, il Sud Est che è un luogo dell’anima con una sua identità antropologica precisa: c’erano prima di Montalbano e ci saranno poi”.

Scicli
“Siamo una rete: partire da Palermo e come gemmazione essere giunti nel Sud Est è straordinario – interviene
Clorida Arezzo, assessore alla Cultura di Ragusa – . Quello che vediamo oggi è il prodotto di un lavoro di preparazione lungo: il festival è dinamico, si rinnova ogni anno, sia nel parterre di luoghi proposti che nell’offerta e nelle esperienze. Ed è un festival eroico: la continuità ha sfidato e vinto la paura. E si stanno rivedendo i gruppi di turisti, segno che il turismo è in netta ripresa. Raccomando la visita alle Cave Gonfalone, al cantiere del Teatro della Concordia, e la Prefettura”.

San Matteo a Scicli
“La scelta di Scicli quest’anno è stata quella di puntare sul colle di San Matteo e le chiese rupestri – dice
Caterina Riccotti, assessore alla Cultura del Comune di Scicli – in accordo con le associazioni e le realtà che lavorano a Scicli. I visitatori saranno accolti dai nostri ragazzi che sono felici di mostrare la passione con cui si prendono cura del territorio: gli studenti che partecipano al programma Alternanza Scuola Lavoro hanno così un’occasione straordinaria per conoscere e amare il nostro patrimonio”. “Il senso più profondo del festival è stato fatto vostro – sottolinea
Marcello Barbaro, vicepresidente della Fondazione Le Vie dei Tesori – . Questa è la proposta di un sistema, convinti come siamo che i monumenti possano diventare occasione economica. Le Vie dei Tesori è un’opportunità, e siamo felici che la sinergia con i due Comuni sia così completa. Aggiungiamo al nostro programma, da quest’anno, il progetto di Terre dei Tesori che è un’ulteriore finestra sul territorio”.

Uno scorcio di Ragusa
Tre weekend, sempre sabato e domenica, dal 2 al 17 ottobre, e un
unico coupon valido per Ragusa, Scicli e Noto (che si sta svolgendo ancora questa settimana), per un nuovo festival di “resistenza”, il secondo post Covid. Con i
Borghi dei tesori che hanno fatto da apripista (57 piccoli centri che hanno deciso di creare una rete sotto l’egida della Fondazione Le Vie dei Tesori sposandone il format e hanno raccolto 12 mila visitatori in due weekend); e dopo
la prima tranche di 12 città, tuttora in corso con numeri ragguardevoli (9mila visitatori nel solo primo fine settimana), ecco la seconda tranche, che schiera con Ragusa e Scicli, anche le debuttanti
Cefalù, Erice con il ritorno di Sciacca, tutte per i primi tre weekend di ottobre mentre continueranno poi fino al 31, le due “capitane”
Palermo e Catania.

Un festival che
ha portato la cultura fuori da palazzi istituzionali e atenei, ha sperimentato, cercato, scoperto percorsi e siti: ed è cresciuto ogni anno. Riconquiste per i cittadini e occasioni imperdibili per i turisti. Ma è soprattutto la manifestazione che costruisce reti:
con Unicredit come main sponsor – Roberto Floridia, retail Area Manager a Ragusa ha sottolineato che “Unicredit con orgoglio sostiene Le Vie dei Tesori, manifestazione che apre luoghi e monumenti, ma che soprattutto lo fa riuscendo a
destagionalizzare i flussi turistici” – il festival ha saputo creare sinergie e dialogo, e attivato un progetto che si compie grazie alla collaborazione di oltre duecento partner: Regione, Atenei, Comuni, Diocesi, gestori privati, istituzioni dello Stato, proprietari di palazzi nobiliari. Senza contare le aziende enogastronomiche che partecipano al progetto satellite,
Terre dei Tesori, e apriranno cantine, vigneti, frantoi, caseifici, vivai, aziende di coltivazioni di frutti tropicali, in collaborazione con il dipartimento Agricoltura della Regione siciliana.
LE VIE DEI TESORI A RAGUSA
Vista su Ragusa dal campanile della cattedrale di San Giovanni
Si parte dal
campanile di San Giovanni Battista: vista mozzafiato, ma scendendo si passerà attraverso una particolarissima “veste” rococò; e di fronte, non dimenticate di gettare uno
sguardo alla Badia, voluta dalla marchesa di Sant’Elia e poi trasformata in tribunale; e neanche di visitare il museo dedicato a San Giovanni Battista, sette sale che raccolgono opere d’arte provenienti dalle collezioni parrocchiali, in molti casi sopravvissute al terremoto del 1693. Ci si muove tra preziose suppellettili religiose, alcune del XV secolo, oggetti come
l’“Arca Sacra”, un reliquiario settecentesco che custodisce un dente del santo; poi paramenti liturgici, sculture e tele. All’interno anche una ricchissima collezione di
carte geografiche della collezione Zipelli, un suggestivo viaggio nella Sicilia spesso immaginata, da cartografi, disegnatori, artisti e viaggiatori.

Cave Gonfalone
Dopo aver ammirato il soffitto (pre-sisma) di
Sant’Agata ai Cappuccini, non si può perdere il commovente retablo in pietra della chiesa di
San Rocco, meno conosciuto di quello di San Giorgio, ma non per questo meno prezioso. Non va dimenticata la tela attribuita a
Mattia Preti a Santa Maria dell’Itria, la chiesa dei Cavalieri di Malta; né gli affreschi medievali sopravvissuti di Santa Maria delle Scale; né la vista straordinaria su Ibla che si ottiene affacciandosi dal sagrato di Santa Lucia.
Un bagno di colori? Solo al Cinabro carrettieri, la bottega degli artigiani Damiano Rotella e Biagio Castilletti, tanto amati da Dolce e Gabbana, e Steve McCurry. Se salendo la scenografica scalinata, scoprirete che
palazzo Arezzo di Trifiletti – il sito più amato nella scorsa edizione – custodisce la memoria intatta di uno dei casati più antichi dell’intera Sicilia, non dimenticate il Circolo di Conversazione dove parrà di ascoltare chiacchiere e pettegolezzi. Tra i siti novità di quest’anno, oltre al
Teatro della Concordia dove probabilmente accorreranno per primi i cittadini ragusani,
c’è di certo la Cava Gonfalone, il labirinto che corre sotto la città, una enorme latomia scavata dall’uomo in cui si “racconta” la storia di Ragusa da una prospettiva inedita. Dalla cava, per oltre 200 anni, i “pirriaturi” hanno
estratto i blocchi di pietra con cui è stata ricostruita Ragusa Ibla, oggi si tratta di 15 mila metri quadrati sotto la città (
qui tutti i luoghi di Ragusa).

Il treno Barocco Line
La passeggiata proposta utilizza un mezzo “desueto” come il treno: sulla Barocco Line appena avviata, si raggiungerà
Donnafugata per scoprire un piccolo ipogeo, una catacomba sconosciuta. Un altro percorso urbano condurrà dentro la Prefettura, alla ricerca degli affreschi del Cambellotti. I più piccini saranno impegnati in laboratori e letture animate nel segno di Bruno Munari, dipinti, live painting e narrazioni prenderanno vita nell’ex Opera Pia (
qui per prenotare la passeggiata).
Due le esperienze di Terre dei Tesori: ci si muoverà tra caseifici, cantine e allevamenti di bufale, oppure a cavallo per antiche mulattiere.
LE VIE DEI TESORI A SCICLI
Scicli, abitazioni rupestri
Una bellissima edizione molto legata al territorio, con il ritorno di luoghi che il pubblico ha amato veramente tanto (
qui tutti i luoghi di Scicli). A partire dalla case scavate nella roccia di
Chiafura, abitate dalla povera gente fino agli anni Sessanta, quando le condizioni inumane di questa comunità finirono in Parlamento su iniziativa di un gruppo di intellettuali, tra cui Guttuso, Pasolini, Carlo Levi. Il sito di Chiafura venne abbandonato, oggi è un museo del “vivere povero” – ne trovate un esempio perfetto, costruito da un “chiafuraru” doc come Carmelo Raimondo che ha allestito “A rutta ri Ron Carmelu”, una casa-museo vera e propria, esempio di come si viveva nelle grotte – da visitare come anche quello dentro la chiesa di san Vito, dedicato alle “carcare”, le antiche fornaci.

L’Antica Farmacia Cartia
Da non perdere
l’antica farmacia Cartia, che sembra essere rimasta all’800, tra bilancini, albarelli da farmacie, pozioni, provette, preparazioni dai nomi magici; o anche il
Museo del costume e della cucina, profondamente legato al territorio e al “famoso” cioccolato: qui è esposto per la prima volta il corpus di bozzetti e prove d’autore di Bartolomeo Militello, l’ultimo dei decoratori della città barocca, interprete della sensibilità religiosa popolare. Vissuto tra il 1899 e il 1983, Militello tra gli anni ’20 e gli anni ‘60 del Novecento, abbellì con affreschi e dipinti, palazzi e chiese di Scicli, Vittoria, ma anche Vizzini e Palazzolo Acreide.
Due le chiesette rupestri, una più interessante dell’altra: la
“Scalilla”, costruita in una grotta ai piedi di San Matteo, ha una facciata semplice, con un piccolo campanile inglobato e un finissimo portone policromo. È legata alla leggenda della Madonna della Catena che intervenne per salvare la vita di tre poveracci condannati ingiustamente. E la
Madonna di Piedigrotta, ai piedi del Colle della Croce, di fronte al costone di Chiafura. Fondata nel 1630, grazie a donazioni di don Giuseppe Miccichè, fondatore del Collegio dei Gesuiti di Scicli, è scavata nella roccia, e vi si accede attraverso un piccolo portale. Sopra l’altare l’immagine della Madonna della Pietà scolpita in calcare dipinto, con il bordo scolpito a bassorilievo e popolato da puttini e simboli della Passione di Cristo.

Tramonto su Scicli
E per chiudere il tour
si può salire a San Matteo, per guardare da quassù l’intera vallata: c’è anche la possibilità di un
tour particolare, il San Matteo Golden Hour al tramonto (
qui per prenotare), che include anche la visita al campanile e un aperitivo. Ritornando nel centro storico, visitate l’imponente presepe della famiglia Caruso, 20 metri quadrati, popolati da oltre 100 personaggi, statuette alte 18 centimetri, realizzate dall’artista calatino Vincenzo Velardita. Un altro presepe vi attende alla fine dei cento gradini della
Grotta delle Cento Scale che scende nella “pancia” di San Matteo, un antico passaggio che conduceva ad un polla di acqua dolce, necessaria in caso di assedio dei saraceni. Una passeggiata condurrà invece alla scoperta dei palazzi delle famiglie più abbienti della Scicli seicentesca, prima del terremoto (
qui per prenotare la passeggiata).
TERRE DEI TESORI
Ulivi
Una nuova esperienza per Le Vie dei Tesori e per chi la segue: andare alla scoperta di aziende agricole di eccellenza che grazie al
Programma di sviluppo rurale (PSR) Sicilia, finanziato dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), hanno ammodernato impianti e strutture adeguandosi così agli obiettivi di ecosostenibilità sanciti dal Green Deal europeo e dalla strategia del “Farm to fork”.
Una misura di sostegno ai giovani che scommettono per la prima volta in agricoltura rilevando aziende esistenti (anche dei nonni o dei genitori) o creandone di nuove. E così si sono insediati più di
tremila giovani agricoltori, che hanno avviato progetti concreti di ammodernamento e sviluppo nelle proprie realtà agricole, introducendo nuove tecnologie o adottando processi produttivi e gestionali innovativi. Questi “imprenditori 10 e lode”, di cui Le Terre dei Tesori propone una selezione, sono un esempio per chi volesse riconsiderare l’attività agricola e la vita in campagna, oggi valida alternativa ai grandi centri urbani. Durante il festival, molte aziende apriranno le porte alle visite.
UN FESTIVAL IN SICUREZZA
Le Vie dei Tesori 2021
L’intero festival Le Vie dei Tesori in Sicilia quest’anno dura oltre due mesi, contando anche i primi due weekend tra i borghi: con oltre trecento luoghi da visitare – tra chiese, castelli, palazzi, case d’artista, oratori -, esperienze inedite e passeggiate curiose. Da scoprire in completa sicurezza,
nel rispetto delle normative anti Covid-19: i luoghi saranno visitabili a piccoli gruppi, con numeri diversi a seconda di ciascuno spazio e delle caratteristiche dei siti. È stata istituita ovunque la prenotazione on line, che non è obbligatoria ma caldamente consigliata: per quel che riguarda le visite nei luoghi basterà acquisire il coupon su
www.leviedeitesori.com o anche nei due punti informazione a Palermo in piazza Verdi e in piazza Bellini. Per quel che riguarda passeggiate ed esperienze, prenotazioni e coupon su www.leviedeitesori.com o (senza la garanzia di trovare posto) sui luoghi di raduno. Tutto il sito, il portale e il sistema di vendita dei coupon delle Le Vie dei Tesori nasce dal lavoro di Kappaelle comunicazione. Il progetto grafico dei materiali editoriali è di Alessandro Fiore – Expagina.it. Informazioni: 0918420253, tutti i giorni dalle 10 alle 18.